Evoluzione Fintech
di Tommaso, Petrillo (Accenture)
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23 Maggio 2018
Continuano gli investimenti a livello globale delle realtà innovative del settore finanziario. E cresce di pari passo l’attenzione di regulators e operatori: per comprendere meglio il fenomeno e per favorirne lo sviluppo all’interno di un ecosistema di collaborazione tra i diversi attori …
Il settore delle Fintech, le start-up che applicano l’innovazione tecnologica ai servizi finanziari è in forte crescita a livello globale. Recenti dati di mercato evidenziano che i finanziamenti ricevuti dalle Fintech sono passati da 1,9 miliardi di dollari nel 2010 a 23,2 miliardi nel 2016, con una crescita pari a circa 12 volte il valore iniziale.
Gli investimenti sono concentrati prevalentemente in Nord America e Asia (mercato cinese in particolare, che è in rapido sviluppo), ma anche in Europa negli ultimi 2 anni il settore ha iniziato a crescere velocemente, in particolare nel Regno Unito, seguito da Germania, Svezia e Lussemburgo. Gli ambiti di business maggiormente finanziati sono quello dei pagamenti e dei finanziamenti (core business delle banche) che hanno attratto fino ad oggi circa il 60% degli investimenti globali. Tra gli altri ambiti in crescita risulta esserci quello dedicato al settore assicurativo (Insurtech) e il Regtech dedicato ai servizi di compliance regolamentare.
Crescita investimenti nel settore Fintech
Fonte: Accenture Research analysis on CB Insights data, 2017 (Accenture elaboration on internal data and public information)
Lo scenario regolamentare europeo
Insieme alla crescita degli investimenti e allo sviluppo del settore favorito dalla rivoluzione digitale, anche il quadro regolamentare, dopo qualche incertezza iniziale, è ora in rapida evoluzione. In particolare, in Europa, sono intervenuti recentemente sul tema Fintech:
la Commissione europea (marzo 2018) - leggi qui - con la definizione di un articolato Piano di azione (cfr. tavola sotto) che include iniziative di stimolo all’innovazione (ad esempio creazione di Hub e Sandbox), iniziative di collaborazione tra Autorità e attori del mercato (ad esempio Fintech Lab europeo), approfondimenti su alcune innovazioni che impattano in particolare i mercati finanziari (criptovalute). Sono state inoltre proposte misure ad hoc per lo sviluppo del crowdfunding come ad esempio il marchio UE che dovrebbe fare in modo che una piattaforma autorizzata in un Paese possa operare in tutta l’Unione europea;
la Bce (marzo 2018), con la definizione di nuove Linee guida da applicare a cura delle Autorità di vigilanza nazionali nella valutazione delle domande di autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria da parte di Fintech;
l’Eba (marzo 2018), con la definizione di una Roadmap di dettaglio per recepire entro il 2019 alcune delle iniziative promosse dalla Commissione europea con il Piano di azione menzionato e ulteriori iniziative per cogliere e promuovere best practice sui temi cybersecurity e tutela dei consumatori;
l'Eiopa (fine 2017), con la costituzione di una Insurtech Task Force che ha la finalità di approfondire le tematiche dell’innovazione che impattano il settore assicurativo e comprendere le azioni più adeguate sul fronte della vigilanza.
Principale tappe del Piano di azione 2018-2019 definito dalla Commissione europea
Fonte: Osservatorio normativo Accenture
Lo scenario italiano
Anche in Italia si stanno muovendo i primi passi per una migliore comprensione del fenomeno Fintech e per la sua regolamentazione. In particolare:
è stato costituito in seno al Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) un Comitato per il coordinamento Fintech (leggi qui) per favorire l’introduzione di modelli operativi innovativi nel settore finanziario e assicurativo basati sui servizi e sulle tecnologie digitali;
è stata costituita una prima Associazione di categoria (AssoFintech, dicembre 2017) che ha la finalità di supportare le Fintech nel dialogo con le Istituzioni e condividere conoscenza sui principali temi di sviluppo del business (equity e lending crowdfunding, invoice trading, blockchain e monete digitali, Insurtech, ecc.);
è stato aperto da Banca d’Italia un canale dedicato al tema Fintech (leggi qui) all’interno del proprio sito istituzionale con la finalità di accompagnare i processi di innovazione nel rispetto delle normative esistenti. Attraverso questo nuovo canale gli operatori possono presentare progetti nel campo dei servizi finanziari connotati da caratteristiche di innovazione sia nella tipologia dei servizi offerti che nella tecnologia utilizzata (blockchain, intelligenza artificiale, machine learning, big data, ecc.);
sono state approvate prime misure di incentivo fiscale per le start-up innovative (cfr. ultima legge di Bilancio), con la previsione di uno specifico regime fiscale per i proventi derivanti dalle attività di peer to peer lending (prestito personale erogato da privati ad altri privati su Internet) e con l’agevolazione per l’investitore estero che non dovrà più munirsi di codice fiscale italiano per versare capitali sul territorio nazionale.
Parola d’’ordine: collaborazione
Complessivamente, le iniziative lanciate evidenziano da un lato la necessità dei regulators di comprendere meglio un fenomeno che sta crescendo rapidamente e che può avere impatti rilevanti su una industria importante come quella bancaria, dall’altro la volontà comunque di favorirne le condizioni di sviluppo per sostenere ulteriormente la crescita all’interno dell’Eurozona. Su questo ultimo fronte, l’esperienza inglese dimostra l’efficacia di strumenti quali il regulatory sandbox (richiamato anche nel piano di azione della Commissione europea), che consiste nel creare un “ambiente protetto” nel quale le Fintech possono testare i propri prodotti e servizi sul mercato senza dover immediatamente sottostare a tutti gli obblighi normativi previsti. Allo stesso modo regimi fiscali favorevoli per le start-up innovative possono rappresentare un’ulteriore misura di supporto.
In Italia, dove il fenomeno è ancora in una fase iniziale di sviluppo, le prime iniziative per favorire la diffusione dell’innovazione tecnologica applicata ai servizi finanziari sembrano andare nella giusta direzione, cercando di bilanciare da un lato esigenze di fair competition con gli operatori tradizionali e dall’altro esigenze di stimolo alla sperimentazione e innovazione anche nel nostro Paese. Tuttavia, la strada da fare appare qui ancora lunga per poterci proporre con forza come polo attrattivo di investimenti in questo settore che si annuncia tra i più promettenti del prossimo futuro.
Tommaso Petrillo, Managing Director Accenture Alcune esperienze internazionali di successo, come ad esempio la Luxembourg House of Financial Technology, insegnano che in questo settore la parole d’ordine deve essere la stretta collaborazione tra i diversi attori di quello che può essere definito un vero e proprio “ecosistema”: dai
regulators impegnati a creare un contesto regolamentare e di incentivi realmente “Fintech friendly”, ai
fondi di venture capital che hanno interesse a investire nei settori ad alta crescita, dalle
banche e intermediari finanziari che possono avvalersi delle inovazioni delle Fintech per rinnovare il proprio modello operativo e di business, fino agli
operatori specializzati che hanno la capacità di integrare le diverse componenti e realizzare l’innovazione nello specifico contesto di business. Senza dimenticare le
università che hanno il compito fondamentale di attrarre e formare i talenti e le professionalità che serviranno nella nuova economia digitale.