Crediti deteriorati: la tecnologia a supporto della competenza
di Mattia Schieppati
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4 Ottobre 2022
L’integrazione di una solida competenza sui dati con un know how di lunga data sul mondo dei crediti deteriorati porta alla nascita dell’Onboarding Platform, parte integrante della Deda Credit Platform dell’Hub Finance & Data di Dedagroup. Una risposta di qualità, efficiente e rapida alle esigenze di un mercato sempre più complesso
Intelligenza, umana e artificiale, applicata a un tema «di economia estremamente reale: reinserire in un circuito virtuoso di ritorno
in bonis e di corretta gestione aziende che hanno un significato per il tessuto economico di determinati territori, e magari hanno attraversato un momento di difficoltà, ma possono ancora esprimere e portare valore». Evitando tecnicismi,
Vanes Bolandrini, Direttore Generale di RAD Informatica, società della galassia
Dedagroup, insieme a
Enrica Cozzini, Operations Manager di Dedagroup Business Solutions, va al cuore del significato dell’attività che, in maniera coordinata, le expertise che fanno parte dell’
Hub Finance & Data del Gruppo stanno mettendo in campo per dare una risposta al tema emergente degli UTP (Unlikely To Pay), crediti che non presentano un caso conclamato di insolvenza, e dunque presentano ancora una possibilità di sviluppo industriale. Una tipologia di credito deteriorato che ha ormai superato come peso nei portafogli delle banche gli NPL (Non Profit Loan), e che rispetto alla gestione degli NPL richiede competenze e tecnologie nuove e più raffinate. Un know how che l’Hub Finance & Data ha concretizzato nell’Onboarding Platform, parte integrante della Deda Credit Platform, la piattaforma per il credito che mette a sistema le soluzioni e le competenze delle realtà finance del Gruppo e che si è recentemente arricchita dell’expertise e delle soluzioni per il controllo antiriciclaggio di Berma – entrata a fare parte della galassia Dedagroup – potenziando quindi la piattaforma in termini di verifica della controparte.
Partiamo da una fotografia generale del mercato: due anni di pandemia, la crisi Ucraina. Che cosa ha significato questo sul mercato del credito?
VANES BOLANDRINI. Nell’ambito del recupero crediti abbiamo vissuto fasi diverse. Il mercato degli NPL entra in una fase di decisa crescita dal 2015 quando anche in recepimento di alcune indicazioni della BCE, gli istituti di credito hanno incrementato la propria spinta al deleveraging, anche attraverso la cessione delle posizioni NPL, allo scopo di riportare l’NPL ratio a livelli adeguati. Ma è dal 2008, con il crack Lehman Brothers e quel che ne è derivato, che la gestione dei crediti deteriorati ha richiesto un approccio e soluzioni nuove e sempre più specializzate. Dal 2015 gli NPL nei bilanci delle banche si sono via via ridotti, e si è sviluppato un vero e proprio mercato di servicer specializzati. Rispetto a questo andamento, l’evento-pandemia determinerà effetti che probabilmente saranno assorbiti in maniera non traumatica da un mercato che ormai ha metabolizzato il fenomeno: tutti gli osservatori sono concordi nell’indicare un aumento dei crediti deteriorati, ma non un’esplosione simile a quella avvenuta in passato. È come se il mercato fosse ormai vaccinato, più capace di assorbirli. Non si tratta più di un’emergenza, ma della necessità di introdurre modalità di gestione adeguate. In parallelo, abbiamo assistito ad una crescita del mercato degli UTP, in corrispondenza ad un’inversione di tendenza rispetto al peso specifico nell’ambito dei bilanci bancari, che supera percentualmente quello degli NPL. Questo mutamente di scenario, come dicevo, ci pone di fronte a una nuova sfida, perché quando parliamo di UTP non parliamo solo di una questione finanziaria, ma affrontiamo un tema di economia reale, con ricadute sociali. Cambia quindi anche il nostro approccio, ed evolvono gli strumenti che siamo chiamati a mettere in campo. Diventano così determinanti le competenze dell’Hub Finance & Data di Dedagroup su AI e Machine Learning per determinare in maniera analitica e predittiva le possibilità di recupero e di gestione dei crediti UTP, per rimetterli in bonis, che resta l’obiettivo. Mettiamo a disposizione degli asset manager funzionalità che vanno dal What if scenario al Business plan predittivo, sistemi di gestione industrializzata di alcune tipologie di credito e nuovi workflow di processo, oltre a sistemi evoluti di onboarding, dal momento che anche nel campo degli UTP si sta sviluppando un mercato di cessione e servicing. Sottolineo in particolare l’importanza delle tecnologie di AI applicate alla definizione del Business plan: non più uno strumento statico, rispetto al quale l’asset manager inserisce delle previsioni di recupero fatte sulla base dell’esperienza, ma uno strumento analitico, che sia di supporto all’attività del gestore e sia in grado di suggerire alcune decisioni.
Questa dinamica tra banche e servicer richiede anche sistemi di onboarding evoluti…
ENRICA COZZINI. In Dedagroup lavoriamo da quasi trent’anni nell’ambito della trasformazione del dato finalizzata alla migrazione di sistemi informativi. Abbiamo realizzato un engine specialistico e abbiamo uno storico di oltre 300 progetti di migrazione. Negli ultimi due anni – con l’ingresso d RAD Informatica all’interno del Gruppo – come Dedagroup Business Solutions abbiamo realizzato l’Onboarding Platform, una piattaforma specializzata sul mondo NPL e UTP, che ci consente di rispondere con qualità, efficienza e velocità alle esigenze degli operatori, banche e servicer, in un mercato complesso, nel quale ogni portafoglio può essere composto da più cedenti, che spesso forniscono dati difficili da interpretare, che richiedono onerose attività di enrichment. Il valore e la forza di questa piattaforma si basano sulla profonda competenza sui dati di Dedagroup Business Solutions – dalla governance alla business intelligence fino alla loro migrazione – integrata con il solido know how di RAD Informatica nell’ambito dei crediti deteriorati. Una sinergia che porta ad una piattaforma innovativa, che prima non esisteva sul mercato, e che supporta tutto l’ecosistema del Credito: banche, servicer, legali e tribunale. Il nostro valore aggiunto, oltre alla tecnologia, sta nella capacità di accompagnare la banca e il servicer lungo tutto il percorso, dialogando con entrambi i “fronti”: con la banca che cede, e ci chiede di fare l’estrazione del dato, e con il servicer che acquisisce. Gestire bene questi passaggi è fondamentale per evitare strascichi nei mesi successivi: se l’acquisizione non viene fatta bene, se il dato non è preciso, se non si considerano gli aspetti anche contabili collegati al processo, i tempi di messa a regime del portafoglio diventano lunghissimi.
BOLANDRINI. Per rispondere al meglio a queste esigenze evolute, abbiamo fatto crescere internamente ed acquisito dall’esterno competenze legate al trattamento intelligente dei dati: data analist ed esperti in algoritmi e in sistemi di AI. Senza dubbio poter contare sulla capacità di mettere a sistema le diverse competenze e specializzazioni del Gruppo è un valore aggiunto fondamentale.
Le banche sono capaci di farsi accompagnare in questi percorsi?
COZZINI. Nell’ambito degli istituti di credito nostri clienti, con cui abbiamo continuativo rapporto di collaborazione su queste tematiche, abbiamo sempre trovato grande disponibilità nel delegare l’intero processo, con fiducia. Ciò è favorito senza dubbio dalla consapevolezza di banche e servicer che per gestire bene questi processi è necessario disporre della necessità di competenze e tecnologie consolidate ed evolute. È proprio questo approccio che garantisce qualità della migrazione e rapidità del processo di onboarding, che in questo mercato è fondamentale: siamo in grado di portare a bordo un portafoglio in meno di 2 mesi.