Chiamale emozioni
di Ildegarda Ferraro
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7 Giugno 2024
L’esperienza nella valutazione delle scelte di acquisto fa la differenza. E le emozioni conquistano la prima linea. Concentrarsi sull’essere esperienziale è quello che conta. È quanto evidenziano le prospettive più avanzate. E anche la campagna di è cultura! per il 2024 si attesta sulle emozioni
Il
Corriere economia ha dedicato alla tendenza un ricco e dettagliato servizio a firma di
Dario Di Vico. “Boom dell’economia delle «esperienze»: meglio investire in benessere che nella nuova tv” (
qui). Non è una sensazione, ma una tendenza suffragata dai fatti. Meno beni durevoli, più servizi, badando all’esperienza che genera emozioni.
Di Vico cita una ricerca Confcommercio – Censis, che tocca anche il tema meno beni più esperienze. E soprattutto si chiede: “Ma la domanda più originale, se vogliamo, che ci si può porre in questa fase è se queste minori decisioni d’acquisto non siano legate solo alla strettissima congiuntura e non riflettano invece un cambiamento delle priorità di spesa degli italiani, della loro gerarchia dei consumi. Un cambiamento che ha caratteristiche in parte inedite e che mette in secondo piano il possesso rispetto invece a quella che possiamo definire come l’esperienza. Meglio un weekend fuori che il divano nuovo, per dirla con una battuta”.
L’esperienza e
l’economia dell’esperienza hanno ormai un suo spazio ben riconosciuto, con alla base la forza di generare emozioni nel consumatore. Il Covid ha prodotto un rimbalzo, ma forse c’è di base una componente più strutturale: meglio vivere ed emozionarsi. Vecchia storia di “essere o avere”.
Per quanto riguarda possibili numeri Di Vico dice che “Un barlume viene da un dato riferito alla voce «ricreazione e cultura» che dal ‘19 al ‘23 fa segnare un aumento dell’11,8% e ricalcolata sul 2007 dà come risultato addirittura +17%. Se poi prendiamo la voce «servizi» (evidentemente molto larga) possiamo annotare come nel 2023 ci sia stato il sorpasso: nelle proporzioni con la spesa per beni l’acquisto dei servizi si insedia in testa con il 50,8% contro il 49,2 per cento”.
Spazi fisici che emozionano
Si punta su spazi fisici che emozionano, perché il digitale non basta più. Lo hanno raccontato su Il Sole 24 Ore Giampaolo Colletti e Fabio Grattagliano. “I brand puntano su luoghi esclusivi per attrarre appassionati e fidelizzare la clientela, perché la dimensione digitale non è più distintiva”. E citano
Howard Schultz, il fondatore di Starbucks, che commentando i dati negativi ha chiesto di “essere esperienziali” e di non basarsi solo sui dati. E nel profilo LinkedIn di Schultz il messaggio è forte e chiaro “The stores require a maniacal focus on the customer experience, through the eyes of a merchant. The answer does not lie in data, but in the stores” (
vedi qui). Insomma, è la customer experience che fa la differenza.
è cultura! e lo spirito del tempo
La campagna 2024 ha “catturato” il clima per questo nuovo anno di
è cultura!, il Festival che ha il suo focus nella settimana dal 5 al 12 ottobre, ma accompagna le esperienze di tutto l’anno sul
portale e la newsletter (
qui per iscriversi). E invece che sugli oggetti, sulle opere d’arte, sui luoghi si focalizza sulle emozioni delle persone. Sorpresa, emozione, divertimento…chi più ne ha più ne metta. Perché la cultura è essere.