Pagamenti innovativi, il futuro è contactless
di Flavio Padovan e Maddalena Libertini
-
17 Aprile 2020
Sempre più italiani pagano con smartphone e wearable: lo scorso anno 3,1 miliardi di euro di transazioni sono state eseguite con questi device, il 109% in più rispetto al 2018. Ma cresce a doppia cifra anche l'uso della carta contactless: 1,5 miliardi di transazioni (+67%) per complessivi 63 miliardi di euro, merito anche dell'aggiornamento della rete di accettazione POS, ora al 90% abilitata al c-less. Una spinta che però non ci fa recuperare terreno nei confronti degli altri Paesi europei: i 270 miliardi di euro di transazioni con carte registrate nel 2019, anche se in aumento dell'11% in 12 mesi, ci relegano ancora al 23° posto nella classifica continentale per uso di moneta elettronica. La fotografia del settore nel rapporto dell'Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano
Sarà la tecnologia contactless a far decollare definitivamente i pagamenti digitali in Italia? I numeri presentati nell'ultima indagine dell'Osservatorio Innovative Payments fanno pensare che sia questa la soluzione più promettente per ridurre l'uso del cash. Anche perché si tratta di dati relativi al 2019, e che quindi non registrano ancora quella spinta all'utilizzo di carte e dispositivi contactless derivante dalle preoccupazioni sanitarie legate all'emergenza Covid-19. Secondo i ricercatori lo scorso anno i pagamenti c-less hanno toccato complessivamente i 63 miliardi di euro, contro i 40,5 miliardi di euro del 2018, e le transazioni hanno fatto un balzo del 67%, arrivando a circa 1,5 miliardi.
In diminuzione, da 45 euro a 42 euro lo scontrino medio, un dato che, sottolinea Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments, “dimostra che la crescita del contactless non è solo una cannibalizzazione dei pagamenti con carta tradizionali, ma anche una sostituzione dei pagamenti di minore importo, solitamente effettuati in contante”. Un altro fattore che infatti sta facendo diminuire lo scontrino medio di questo strumento è il suo uso per acquistare i biglietti sui mezzi di trasporto pubblico, trend iniziato nel 2018 a Milano e Treviso e che si è ampiamente consolidato nel 2019 in diverse città italiane, tra cui anche Roma.
Innovative payments
Ma il trend potenzialmente più interessante è quello legato ai cosiddetti “innovative payments”, categoria che comprende una gamma ampia di modalità: dal mobile payment al wearable payment, allo smart object payment e Device-free payment. Insieme, hanno fatto registrare nel 2019 i 3,1 miliardi di transato in Italia, con un incremento del 109% rispetto al 2018. Ovviamente la quasi totalità delle operazioni di questa categoria è legata al mobile payment (97%), essendo le altre tipologie ancora quantitativamente poco significative, anche se con prospettive di sviluppo interessanti.
Lo smartphone sta rapidamente scalando posizioni nelle preferenze degli italiani anche per i pagamenti: rispetto al 2018 è triplicato il numero di chi lo utilizza anche per saldare gli acquisti in negozio ed è triplicato anche il volume del transato, che ha sfiorato lo scorso anno quota 1,83 miliardi di euro, per un totale di 58 milioni di operazioni. Un risultato a cui hanno contribuito sia i servizi di pagamento NFC come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay, sia quelli account-to-account come Satispay.
POS, terminali sempre più contactless e smart
A questo sviluppo ha dato un forte contributo l'ulteriore ampliamento e l'evoluzione tecnologica della rete di accettazione. Nel 2019 i terminali POS installati sono arrivati a 2,17 milioni, contro i 2,08 milioni dell'anno precedente. Altra buona notizia è che ormai il 90% dei POS è abilitato ad accettare transazioni contacless. L'indagine dell'Osservatorio sottolinea, inoltre, che per la prima volta lo scorso anno gli Smart POS hanno fatto registrare volumi rilevanti: i 15 mila terminali di questo tipo installati hanno gestito 1,1 miliardi di transato. E i merchant cominciano a utilizzare anche le app che il sistema Android consente di far girare sullo Smart POS, anche se – sottolineano i ricercatori - rimangono però da sviluppare pienamente i marketplace di applicazioni a corredo del servizio di acquiring. Bene i Mobile Pos, che hanno avuto un balzo in avanti del 50% rispetto al 2018 raggiungendo quota 280 mila. Anche se il loro transato totale, appena superiore ai 2,2 miliardi, pari a 8 mila euro annui per terminale, dimostra che si tratta di device utilizzati in business con bassa frequenza di acquisti con carta.
Per quanto riguarda il 2020 l'emergenza Covid-19, sta avendo un impatto anche su questo comparto, ovviamente. Marco Rizzoli, Ceo di Pax Italia, ha sottolineato innanzitutto l'importanza della gestione da remoto dei terminali android, che consentono di evitare gli interventi tecnici presso gli esercenti, diminuendo così i rischi sanitari. Ma ha anche fatto notare come la nuova attenzione verso le relazioni di prossimità con le persone, può portare l'Italia a recuperare il ritardo nel campo dei device unattended, in particolare nei chioschi self-service, favorendo una loro evoluzione e l'utilizzo di pagamento digitali e contactless.
Per Dario Scacchetti, amministratore delegato di Ingenico Italia, questo periodo particolare di emergenza contribuirà ad aumentare ulteriormente nel 2020 la rete di accettazione dei pagamenti digitali. La necessità da parte di esercenti tradizionali e micro-merchant di far fronte alle richieste di consegne a domicilio in sicurezza, senza contatto e scambio di contanti, sta facendo aumentare l'uso dei terminali di pagamento portatili o soluzioni digitali, che peraltro già nel 2019 avevano avuto un incremento significativo (+50% di mPOS e +350% di pagamenti con wallet). Al momento, fa notare Scacchetti, lo scontrino medio risulta comunque troppo elevato, anche se in diminuzione, e denota un uso non quotidiano dei pagamenti digitali.
Pagamenti con carta: +11% in un anno. Ma l'Italia resta agli ultimi posti in Europa
Nel 2019 i pagamenti con carta in Italia sono saliti a 270 miliardi di euro, con una crescita annua del +11%. Un andamento sicuramente positivo, ma che, ha fatto notare Alessandro Perego Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, “non risulta però sufficiente per permettere all’Italia di scalare la classifica continentale e andare oltre la 23° posizione (su 27) nella quale già si trovava, ben lontana dai paesi più performanti come Danimarca, Svezia e Finlandia, che registrano oltre 300 transazioni pro capite all’anno”.
Conforta, però, la crescita delle transazioni pro capite (83 nel 2019 rispetto alle 71 dell’anno precedente, +17%) e il calo del valore medio di ogni transazione, intorno ai 53,7 euro, circa 3 euro in meno rispetto al 2018.
Aumenta la conoscenza delle soluzioni digitali
“È stata condotta un'indagine quantitativa su un campione di 2.000 individui, rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 64 anni, utenti di Internet ” afferma Flora Bova, Client Manager – Customer Experience - Insights Division di Kantar “Il 93% degli intervistati dichiara di avere almeno un conto corrente, la quasi totalità del campione ha una carta di pagamento. Il 78% di chi non possiede un conto, infatti, utilizza una carta prepagata. Ogni intervistato possiede mediamente oltre 2 carte di pagamento (2,3), nel 62% dei casi si tratta di carte di debito. Il 94% degli intervistati possiede uno Smartphone e il 40%, dichiara di essere in possesso di un dispositivo abilitato all’utilizzo dell’NFC per effettuare pagamenti Contactless. Inoltre, il 74% degli intervistati usa lo Smartphone per effettuare pagamenti (soprattutto per ricariche telefoniche e pagamento di bollettini). Anche gli oggetti “connessi” sono ormai entrati nella vita degli italiani in particolare grazie alle Smart TV e agli Smart Speaker. Sono tuttavia i Wearable quelli più usati per i pagamenti: un quarto di chi li possiede ha già effettuato un pagamento Contactless e il 53% del campione si dichiara propenso ad utilizzare il Wearable per pagare nel 2020.”
Collaborazione fattore vincente
Tutte le iniziative di successo che si stanno sviluppando hanno un elemento in comune: la collaborazione fra i diversi player. Che in molti casi è coopetizione tra soggetti concorrenti come, ad esempio, tra operatori bancari e non, tra fornitori di servizi ed esercenti, tra produttori di device e startup.
Se in un primo momento le banche del mondo occidentale hanno offerto soluzioni NFC in autonomia tramite sistemi cloud all’interno dei propri wallet o delle proprie app bancarie, in seguito hanno privilegiato soluzioni terze offerte in partnership con i grandi attori tecnologici basate sull’hardware del device o sui sistemi operativi. La collaborazione, per ora, risulta vincente per tutti: da un lato le banche offrono ai loro clienti servizi di pagamento facili da utilizzare, dall’altro i produttori di device hanno fidelizzato i propri clienti o ottenuto nuovi ricavi derivanti dalle fee applicate ai pagamenti.
Un’ulteriore spinta alla già esistente coopetizione è data dall’entrata in vigore della normativa PSD2, che aprendo l’accesso ai dati finanziari e all’offerta di servizi di pagamento a tutti gli attori in possesso di una determinata licenza ha favorito la collaborazione tra le banche e le aziende appartenenti ai settori più disparati.
“Dal lato della user experience, qualsiasi oggetto connesso e intelligente già oggi può potenzialmente abilitare un pagamento: oggetti indossabili, elettrodomestici, altoparlanti, automobili. In questi casi, saranno i produttori a giocare un ruolo fondamentale nei prossimi anni, realizzando applicazioni ad hoc per integrare i diversi sistemi di pagamento”, commenta Ivano Asaro, Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments. I sistemi “invisibili” in grado di evitare il classico passaggio alla cassa in negozio utilizzando telecamere per il riconoscimento facciale o autorizzando le transazioni con altri parametri biometrici (come l’impronta digitale) sono stati già testati in Cina, Stati Uniti e Russia, mentre in Europa si è ancora alle fasi di sperimentazione. "Le difficoltà maggiori, oltre alla necessità di costruire una nuova infrastruttura di lettori, sono da imputare - continua Asaro - a problematiche di privacy e di sicurezza dei dati sensibili utilizzati. Ma si sta già lavorando per creare standard nazionali ed internazionali che abilitino queste tipologie di pagamento”.