Spengo la luce
di Ildegarda Ferraro
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5 Marzo 2021
L’energia ha certamente un profilo internazionale, non può essere una questione autarchica. Le scelte sovranazionali contano. Nel micro, da un punto di vista privato, anche le nostre decisioni singole hanno il loro peso. Molto è sempre nelle nostre mani. Perché possiamo fare la differenza. Anche spegnendo la luce
«Ricordati di spegnere la luce». Il massimo dell’innovazione è nella vecchia frase di mia madre. Che non vuol dire non usare tutta l’energia che serve, ma che se non occorre è buona regola non sprecare. Se lo dicono i Paesi del Nord Europa deve essere così, non c’è che dire.
L’Enea insieme alla Ong Green Cross ha messo a punto da tempo un
decalogo per il consumo intelligente. Usare responsabilmente e in maniera abile l’energia è sano e saggio. E qui le regole sono sostanzialmente quelle che raccomandava mia madre: spegnere se non serve, chiudere la porta del frigo, non lasciare apparecchi in standby. Fare le scale vedo che è nel decalogo ed era uno dei suoi capisaldi, perché fai movimento e non usi energia.
Nelle cronache di questa pandemia c’è l’uso minore di energia da un punto di vista macro. Ma ognuno di noi a casa c’è stato molto di più e quindi ne ha usata di più.
I consumi domestici sono cresciuti tra smart working e didattica a distanza.
Energia è anche economia circolare, uso sano delle risorse, fonti alternative.
Leggo che a breve avremo tutti batterie dove stoccare l’energia che produrremo sul tetto o dove possibile. Anche in questo caso la prospettiva sarà globale, perché il profilo energetico di un’area o di un paese sarà un piccolo tassello in un puzzle molto più grande. Ma la declinazione sarà nelle nostre mani. Io sono pronta a immagazzinare tutta l’energia possibile.
E visto che i tempi sono complicati lascio tre pezzi di consolazione. Perché c’è sempre un lato positivo. E anche tanta gente che da sempre si occupa del nuovo che avanza e, in attesa delle batterie nel sottoscala, spegne comunque la luce per non sprecare. C’è
Daniele Silvestri. Il buon vecchio
Lucio Dalla e
Liana Orfei nel 1965. E anche io spengo la luce e me ne vado.