Euro digitale, cripto-attività e finanza tech: la strategia di Banca d’Italia per l’autonomia digitale europea
di Flavio Padovan
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29 Luglio 2025
Dall'intervento di Chiara Scotti in Parlamento, un quadro completo delle sfide e delle scelte per rafforzare sovranità monetaria, innovazione regolata e inclusione digitale
"Una risposta all'altezza della trasformazione tecnologica in atto", per garantire pagamenti sicuri, inclusivi, accessibili e rafforzare la sovranità monetaria europea. È con questa visione strategica che la Vice Direttrice Generale della Banca d'Italia, Chiara Scotti, ha tracciato le direttrici dell'azione dell'Istituto in materia di euro digitale, cripto-attività e finanza digitale, nel corso dell'audizione parlamentare del 24 luglio 2025 davanti alla Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
Un intervento di ampio respiro, che ha illustrato lo stato dell'arte e gli obiettivi delle iniziative in corso - a partire dall'euro digitale - e che ha sottolineato la necessità di una regolazione evoluta, coordinamento internazionale e dialogo con il mercato per governare un cambiamento ormai ineludibile.
Euro digitale: una moneta pubblica per l'era digitale
Nel cuore della trasformazione dei sistemi di pagamento, l'euro digitale rappresenta una delle iniziative più strategiche dell'Eurosistema. L'obiettivo è offrire uno strumento di pagamento pubblico e gratuito, accessibile a tutti i cittadini dell'area euro, che affianchi il contante senza sostituirlo.
"Il contante - spiega Scotti - sta progressivamente perdendo terreno, mentre i pagamenti digitali, spesso offerti da attori non europei, guadagnano spazio. L'euro digitale servirebbe a contrastare la dipendenza da questi soggetti, rafforzando la resilienza e l'autonomia del sistema europeo".
Il progetto risponde a tre priorità fondamentali: sovranità monetaria e autonomia strategica nei pagamenti; integrazione dei mercati e inclusione digitale; continuità operativa anche offline, in caso di blackout o emergenze.
Concepito come moneta non remunerata e soggetta a un tetto massimo per utente, l'euro digitale mira anche a preservare la stabilità finanziaria e il ruolo delle banche, che continueranno a offrire credito e servizi a valore aggiunto.
Benefici per cittadini, imprese e banche
Il progetto è pensato per generare vantaggi trasversali che Scotti ricorda suddividendoli per i principali destinatari.
Per i cittadini: semplificazione dei pagamenti, tutela della privacy (equiparabile al contante per i pagamenti offline) e piena accessibilità, anche tramite supporto alla cittadinanza meno digitalizzata.
Per i commercianti: costi di accettazione più bassi e maggiore potere negoziale rispetto ai circuiti privati, grazie a commissioni regolamentate per legge.
Per le banche: nuove opportunità di business e servizi su una piattaforma europea condivisa."La disponibilità di un'infrastruttura pubblica aperta rafforzerà la competitività degli operatori europei rispetto alle big tech", ha sottolineato Scotti.
Strategia partecipativa e comunicazione pubblica
Consapevole della portata trasformativa del progetto, la Banca d'Italia ha avviato un Tavolo nazionale sull'euro digitale con banche, fintech, commercianti e associazioni dei consumatori. A livello europeo, la BCE ha coinvolto oltre 70 soggetti in sperimentazioni mirate su casi d'uso, inclusione e programmabilità.
È in fase di elaborazione anche un piano di comunicazione paneuropeo, che punta a rafforzare la fiducia dei cittadini e contrastare la disinformazione.
Le tappe del progetto: verso la decisione finale nel 2025
Dopo la fase investigativa, il progetto è oggi nella fase preparatoria: entro fine anno saranno definite le regole operative, le infrastrutture tecnologiche e il limite massimo di euro digitale per utente.
La Banca d'Italia partecipa con altre banche centrali allo sviluppo della piattaforma di base. Al termine della fase preparatoria, il Consiglio direttivo della BCE - in coordinamento con il legislatore europeo - deciderà se avviare la fase di realizzazione.
Cripto-attività: regolazione, rischi e vigilanza
Il secondo pilastro dell'audizione ha riguardato le cripto-attività, con un focus sulle stablecoin. Definite da Scotti come "strumenti potenzialmente utili, ma non esenti da rischi sistemici", le stablecoin possono comportare effetti distorsivi sulla stabilità finanziaria e la sovranità monetaria, soprattutto se emesse da soggetti non regolamentati.
Nonostante rappresentino solo il 7% della capitalizzazione cripto globale, la loro ampia diffusione - oggi ancorata per il 99% al dollaro - potrebbe alterare gli equilibri monetari, specie nei Paesi più vulnerabili.
Per questo, ha spiegato Scotti, l'Europa si è dotata del Regolamento MiCAR, mentre in Italia Banca d'Italia e Consob condividono i compiti di vigilanza, rispettivamente su stabilità patrimoniale e trasparenza.
Lotta al riciclaggio e cooperazione internazionale
La Vice Direttrice ha evidenziato i rischi legati all'uso illecito delle cripto-attività: "Nel 2024, oltre 6.000 segnalazioni sospette sono giunte all'UIF, con un +25% rispetto all'anno precedente". È in corso l'introduzione di presidi forensi specifici e la Banca d'Italia ha esteso le regole AML anche ai crypto-asset service provider (CASP).
Ma "solo un'azione coordinata a livello internazionale può mitigare il rischio derivante da giurisdizioni meno vigilate", ha avvertito Scotti, sottolineando il ruolo guida che l'Europa può e deve giocare.
Finanza digitale: monitoraggio, dialogo e regole evolute
Il terzo asse dell'intervento si è focalizzato sull'ecosistema fintech e sulla digitalizzazione dell'intermediazione finanziaria. L'Istituto promuove due leve di intervento:
Indagini periodiche sui soggetti vigilati e sulle realtà fintech non vigilate;Dialogo continuo con il mercato tramite il Canale Fintech, il centro di innovazione Milano Hub e la Sandbox Regolamentare.In particolare, l'ultima indagine sulle fintech ha evidenziato una crescente domanda di chiarezza normativa, soprattutto per le startup B2B e techfin, e l'importanza di semplificare l'accesso alla sperimentazione.
Una visione di sistema: innovazione inclusiva, non deregolata
Nelle sue conclusioni, Scotti ha chiarito che "la sola leva regolamentare non basta. Serve una visione sistemica e lungimirante", che accompagni l'innovazione, senza subire la disintermediazione delle autorità pubbliche.
"Non si tratta di sostituire il mercato, ma di creare un ecosistema aperto e interoperabile, dove l'innovazione tecnologica sia messa al servizio della collettività".
Infine, ha rilanciato l'impegno su un tema centrale: l'educazione finanziaria. "Cittadini informati sono più protetti e più pronti a cogliere i benefici del cambiamento".
Una trasformazione da guidare, non da inseguire
L'intervento di Chiara Scotti ha offerto una sintesi autorevole e concreta delle linee guida strategiche della Banca d'Italia in un'epoca di profonde trasformazioni. L'euro digitale - se sostenuto da una volontà politica chiara e da una regolazione efficace - potrà diventare il perno di un sistema di pagamenti europeo più resiliente, autonomo e inclusivo. Ma il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità di conciliare innovazione, tutela e visione strategica. La Banca d'Italia ha delineato con chiarezza la sua rotta. Ora tocca all'Europa decidere la velocità del viaggio.