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01 Dicembre 2025 / 14:51
 
Quarenghi (NTT Data): “Per le banche l’IA è una sfida culturale”

 
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Quarenghi (NTT Data): “Per le banche l’IA è una sfida culturale”

A cura della redazione - 1 Dicembre 2025
L'AI non è solo un driver di efficienza operativa e competitività ma, secondo Enzo Quarenghi, SVP e Head of Financial Services Institutions di NTT DATA Italia, è un fattore che cambia cultura, governance e strategia delle aziende bancarie.
Nel settore finanziario l'innovazione avanza veloce e richiede visione, competenze e capacità di integrazione. Con Enzo Quarenghi, SVP e Head of Financial Services Institutions di NTT DATA Italia, a margine del Salone dei Pagamenti 2025 abbiamo esplorato come le tecnologie digitali stiano ridisegnando modelli, servizi e relazioni tra banche, imprese e clienti.

L'avvento delle tecnologie di AI è stato rapido e recente. Da azienda leader nell'implementazione tecnologica, quanto e come la platea delle banche e delle realtà finanziarie italiane, secondo voi, si sono e si stanno dimostrando preparate (anche dal punto di vista culturale) a questo salto evolutivo, e quali le barriere ancora da superare?

Credo che il settore finanziario in Italia stia attraversando un momento di trasformazione reale e in evoluzione. Molte banche hanno già avviato iniziative con l'AI — soprattutto generativa — per snellire processi, automatizzare operazioni e migliorare la customer experience. Un recente report di NTT DATA "Intelligent Banking in the Age of AI" mostra che un numero significativo di istituti bancari considera l'AI come un driver di efficienza operativa e competitività. Tuttavia, la preparazione non riguarda solo la tecnologia, ma soprattutto cultura, governance e strategia. I pilastri su cui le banche stanno ancora lavorando potremmo dire sono:
  • Scalabilità oltre i POC: molti use case restano sperimentali. Bisogna ora tradurre i progetti pilota in processi core integrati su larga scala.
  • Governance dei dati e del rischio: l'AI richiede dati di qualità, controlli, trasparenza e capacità di tracciare le decisioni. Questo implica riorganizzare ruoli, responsabilità e flussi decisionali.
  • Capacità interne e change management: servono competenze ibride, non solo in tecnologia, ma anche in business, compliance, risk e operazioni. L'adozione culturale, cioè la capacità di cambiare mindset, è la sfida più sottile — e insieme la più determinante.
Direi dunque che le banche stiano spostando l'ago verso l'adozione dell'AI, ma il vero salto sarà culturale e organizzativo: chi saprà trasformare l'AI in una capability strutturale avrà un vantaggio competitivo significativo.

Anche all'ultimo Salone dei Pagamenti si è ragionato molto sul tema dell'Agentic AI. Quali sono le funzionalità più interessanti che queste tecnologie possono portare nell'ambito dei pagamenti, e quali i benefici per gli utenti?

All'ultimo Salone dei Pagamenti ho avuto modo di sottolineare che l'Agentic AI rappresenta la più grande rivoluzione nei pagamenti dei prossimi anni. Indicherei tra le funzionalità più interessanti:
  • Automazione intelligente dei pagamenti: gli agenti possono decidere quale metodo scegliere — carta, wallet, conto — in base a condizioni ottimali (costi, convenienza, contesto), gestire scadenze, rinnovi, dividere spese tra utenti.
  • Wallet evoluti e "advisor digitali": non più solo contenitori di carte, ma assistenti che segnalano anomalie, suggeriscono opportunità, aiutano a gestire budget, preferenze o regole personali.
  • Sicurezza e antifrode "dinamiche": grazie all'AI che valuta contesto, comportamento e dati, le frodi possono essere identificate in tempo reale con maggiore precisione, riducendo falsi positivi e migliorando la fiducia degli utenti.
Per gli utenti significa meno complessità, più fluidità e più sicurezza. Il processo di pagamento diventa così invisibile e l'utente non deve più preoccuparsi di gestire metodi, transazioni, scadenze: l'agente fa il lavoro, l'utente approva.

La velocità della trasformazione digitale deve fare i conti con i temi - fondamentali - della regolamentazione. Il framework normativo attuale è già pronto per accogliere l'implementazione di sistemi di Agentic AI da parte di banche e operatori dei pagamenti?

Il contesto normativo si sta evolvendo in modo significativo: con l'entrata in vigore di DORA - che richiede alle istituzioni di gestire rischi ICT e garantire resilienza operativa e con l'approvazione dell'AI Act - che inserisce regole stringenti e richiede alle banche governance, trasparenza e supervisione umana sui modelli cosiddetti "ad alto rischio", si definisce un ecosistema regolamentare che, se ben interpretato, può dare certezze e affidabilità a chi decide di adottare sistemi di Agentic AI. Dunque, chi adotta Agentic AI oggi deve farlo con un approccio "by-design": infrastrutture robuste, auditing, gestione dei dati, controllo del rischio, documentazione e trasparenza. In altre parole: il quadro è ancora in sviluppo, ma già sufficientemente maturo per accompagnare l'implementazione responsabile. Le istituzioni pronte a costruire progetti con innovazione, sicurezza e governance possono porsi come pionieri credibili di questa trasformazione.
 
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