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05 Ottobre 2024 / 12:55
Ragazzi, attenzione al Financial divide

 
Scenari

Ragazzi, attenzione al Financial divide

di Mattia Schieppati - 22 Ottobre 2020
L’accelerazione della transizione verso i sistemi di pagamento elettronici pone una nuova sfida nei percorsi di formazione ed educazione di giovani e giovanissimi. Resa più complessa dal periodo emergenziale che sta vivendo tutto il sistema scolastico. Per Giovanna Boggio Robutti, Direttore generale della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, la chiave vincente è «parlare di denaro, di economia e di finanza ai ragazzi partendo dalla loro esperienza di vita quotidiana». Un dovere fondamentale in particolare in questa fase di disruption, quando «l’uso del fintech da parte dei giovani avviene senza le necessarie conoscenze e consapevolezze può diventare un fattore di pericolo». Questa la chiave dei format interattivi attraverso i quali FEduF anche quest’anno conivolgerà scuole e studenti in occasione del Salone dei Pagamenti.
L'edizione 2020 del Mese dell'Educazione Finanziaria, l’iniziativa organizzata dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e che si svolge in ottobre, cade in un momento particolare. Proprio il mondo dell'educazione e dell'istruzione dei giovani e giovanissimi è quello che più ha vissuto e sta vivendo l'incertezza portata dal covid-19, con il blocco delle lezioni che ha praticamente polverizzato il secondo quadrimestre dello scorso anno, e una ripartenza col fiato sospeso che le scuole (e milioni di famiglie) stanno vivendo in queste settimane. «In effetti lavorare con le scuole quest’anno è davvero complesso, dato che la situazione in continua evoluzione impone una notevole elasticità organizzativa» conferma Giovanna Boggio Robutti, Direttore generale di FEduF, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, impegnata anche in questa edizione con numerose iniziative in collaborazione con diverse banche italiane (qui tutti gli eventi).Se da un lato la complessità è data dall’emergenza pandemia, dall’altra non mancano i temi – sempre più urgenti e sempre più all’ordine del giorno – legati al tema dell’uso del denaro all’interno di uno scenario in profondo cambiamento: la spinta verso i pagamenti elettronici e al cashless che arriva anche da importanti provvedimenti del Governo costringe a nuove riflessioni con un impatto forte anche rispetto all’educazione alla conoscenza e all’uso dei nuovi strumenti.

Dottoressa Boggio Robutti, quanto questo contesto complesso ha influito sulle iniziative di quest’anno, e come siete "andati oltre" i vincoli – oggettivi – con cui si confronta tutto il mondo dell’istruzione e della formazione?

Il quadro è di sicuro complesso, ma non ci siamo fatti trovare impreparati. Grazie all’esperienza pilota fatta nei mesi di lockdown, durante l’estate abbiamo perfezionato la nostra offerta didattica che oggi, anche se con la speranza di tornare al più presto fisicamente nelle scuole, è completamente digitale. In questa trasformazione abbiamo avuto tre  grandi alleati: primo, l’introduzione dell’educazione civica, nell’ambito della quale l’educazione economica trova un buon collocamento, come materia curricolare; secondo, la disponibilità degli insegnanti ad aderire ai nostri eventi digitali e alle lezioni a distanza che si stanno moltiplicando velocemente e, infine, le banche che aderiscono alla nostra Fondazione: grazie all’unione di intenti e la concentrazione delle forze verso un unico obiettivo le iscrizioni ai nostri programmi sembrano essere allineate agli anni scorsi e per noi questo è un indicatore positivo. Come tutte le attività della FEduF, anche quelle digitali si inseriscono nella collaborazione con il Ministero, in questo caso con lo specifico protocollo per la realizzazione di iniziative a distanza a seguito dell’emergenza Covid 19.

Qual è il valore aggiunto che quest'anno FEduF porta alle scuole?

Il nostro valore aggiunto è portare ai ragazzi competenze di vita indispensabili, che a scuola e in famiglia oggi è difficile reperire. Parlare di denaro, di economia e di finanza ai ragazzi non sarebbe possibile se non avessimo individuato una modalità divulgativa in grado di coinvolgerli partendo dalla loro esperienza di vita quotidiana. Il nostro segreto è quindi quello di dialogare con loro di cose concrete, collegando informazioni e ragionamenti a situazioni che loro stessi sperimentano in prima persona. I nostri materiali sono costruiti con una metodologia che si basa sul dialogo, il coinvolgimento, la sperimentazione e il divertimento. Imparare a muoversi nel mondo economico non deve essere noioso e noi cerchiamo di usare linguaggi e modalità informali che attirino l’interesse dei ragazzi. L’accoglienza da parte degli insegnanti e degli studenti è generalmente molto buona, anche grazie all’intervento di tanti colleghi delle banche che insieme a noi portano nelle scuole la loro esperienza professionale, aprendo una finestra anche sul mondo del lavoro.

Quali sono i bisogni emergenti rispetto ai temi dell'educazione finanziaria che state incontrando da parte dei ragazzi, e che rappresentano magari delle novità?

I giovani sono fortissimi nell’uso dei dispositivi digitali e hanno quindi una enorme facilità di accesso alla gestione dematerializzata del denaro. Parlo delle app di pagamento, ma osservo anche un crescente interesse verso le piattaforme digitali che consentono di avvicinarsi al trading online. Questo fatto, che potrebbe sembrare un segnale positivo per il mondo fintech, apre un fronte critico: in un periodo in cui tutti si concentrano sul digital divide io mi preoccupo per il financial divide, fattore di potenziale pericolo se l’uso del fintech da parte dei giovani avviene senza le necessarie conoscenze e consapevolezze. Mai come ora, quindi, l’educazione finanziaria ha un ruolo fondamentale nello sviluppo delle competenze di base e la nostra attività nelle scuole si prepara a dare risposta anche a questa esigenza.

La forte spinta che anche a livello governativo si sta dando al tema del cashless trova un'Italia preparata a questo cambiamento? Quali sono ancora i vincoli, e quali invece i segnali che consentono di essere ottimisti?

Esattamente un anno fa abbiamo presentato, in occasione del Salone dei Pagamenti, un’indagine Doxa Kids sull’uso degli strumenti di pagamento da parte dei giovani. Un risultato che mi ha sorpreso è stato scoprire che i giovani conoscono e spesso possiedono app di pagamento, ma nella pratica le usano poco perché non si fidano. Da un lato, quindi, i ragazzi sono evoluti tecnologicamente e riconoscono l’utilità dei pagamenti digitali, dall’altro restano fortemente legati all’uso del contante, che vedono come maggiormente controllabile e sicuro. Con il Covid la situazione è certamente cambiata, anche perché tutti abbiamo dovuto usare strumenti digitali per acquistare online, ma io sono quasi sicura che questo legame non si sia affatto spezzato e nella vita di tutti i giorni si faccia ancora ampio ricorso a monete e banconote. Quindi siamo ottimisti, ma c’è ancora molto lavoro da fare!

Le competenze digitali delle giovani generazioni possono aiutare questo cambiamento?

Sicuramente sì, ma è fondamentale che i ragazzi siano consapevoli dei rischi che si corrono se si utilizza il fintech – nelle sue varie forme – senza conoscerne bene dinamiche e contenuti

Il tema del cashless sarà centrale all'ormai prossimo Salone dei Pagamenti, il 4, 5 e 6 novembre. Quali saranno le iniziative che porterete come FEduF?

Presenteremo il nuovo programma per le scuole superiori Pay like a Ninja realizzato con il supporto di NEXI e lanceremo il nuovo digital live talk Posso pagare con carta?, realizzato dai divulgatori scientifici di Taxi1729, storici partner di FEduF e pionieri nel collegamento tra l’educazione finanziaria e i meccanismi delle scelte. Questo format ha sempre un enorme successo e inaugurarlo al Salone dei Pagamenti è sicuramente il miglior battesimo. Offriremo inoltre l’evento digitale Non ci casco!, organizzato insieme al Museo del Risparmio, focalizzato su truffe e sicurezza online con testimonianze di esperti che illustreranno i meccanismi di frode online più comuni, in crescita con la diffusione della pandemia e dell’utilizzo degli strumenti digitali, e forniranno strumenti e indicazioni per evitarle, anche attraverso la narrazione di casi di truffe da manuale. Anche questo evento prevede un’interazione diretta con i ragazzi che saranno coinvolti in una divertente sfida a squadre in “stile FEduF”.
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