Innovazione e sostenibilità: le parole guida della seconda giornata del Salone
di Mattia Schieppati
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4 Novembre 2021
Per Giovanni Sabatini «sono due rivoluzioni gemelle, rispetto alle quali le banche e il settore dei pagamenti ha un ruolo guida. Ma devono essere inclusive». Dalle riflessioni sull’«algoretica», la nuova etica dell’era degli algoritmi, all’opentech come abilitatore di nuovi processi sostenibili, i temi al centro del dibattito
«L’innovazione e il cambiamento sono nel dna delle banche», esordisce Giovanni Sabatini, Direttore Generale dell'Abi, aprendo i lavori della seconda giornata del Salone dei Pagamenti 2021: «ciò che oggi è differente è la velocità con cui questo cambiamento avviene, che è diventata esponenziale. Ciò è immediatamente evidente nel settore dei pagamenti, che riguarda la quotidianità dei cittadini e delle imprese. La velocità del cambiamento fa i conti con due temi cruciali: le abitudini dei consumatori, che sono stimolo a creare innovazione per dare risposte, e le regole, il quadro di norme all’interno del quale l’innovazione si sviluppa. Il settore bancario e dei pagamenti hanno dimostrato di saper rispondere a questa accelerazione dell'innovazione sia sul lato dei prodotti e dei servizi, quindi rispetto alle attese dei clienti, sia su quello delle norme. Le direttive Psd prima e Psd2 poi, ora l’impegno sul fronte del cosiddetto Euro digitale, sono la dimostrazione di questa capacità di cogliere e guidare il cambiamento, in una prospettiva di apertura e collaborazione. Per oltre il 70% delle banche intervistate da ABILab, l’innovazione si basa su una collaborazione con le fintech; dirò di più, molte banche hanno oggi modelli che sono quelli delle fintech».
La sfida dell’euro digitale è un ulteriore step di questo percorso, per dirlo con le parole di Sabatini, sarà «un elemento fondamentale di cambiamento». Per questo, ribadisce il DG, «L’Abi ha una posizione di supporto allo sviluppo delle monete digitali a livello di Banche centrali, perché si tratta di elementi che possono garantire stabilità e sono un elemento di legalità. Certo, occorrerà fare grande attenzione alla definizione dell’infrastruttura sulla quale di baserà questa innovazione, e al suo modello distributivo. Anche per questo, come Abi ci siamo attivati per sviluppare dei casi d’uso, per dimostrare come la programmabilità apra nuove frontiere nell’offerta di servizi bancari. Ricordo, a questo proposito, che il settore bancario italiano è stato il primo ad applicare la tecnologia DLT a processi bancari».
Se sul fronte dell’innovazione, insomma, le banche come ecosistema sono “sulla frontiera”, questo va anche a beneficio del secondo elemento a tema della Plenaria, la sostenibilità. «La digitalizzazione e la trasformazione verso un’economia più sostenibile sono state definite “rivoluzioni gemelle”», osserva Sabatini, «sono cioè complementari e si possono rafforzare l’una con l’altra. Il settore bancario può svolgere un grande ruolo come facilitatore di questo processo ma – importante - all’interno di una strategia globale, dove siano ben chiare le attribuzioni di responsabilità. Abbiamo sicuramente un compito importante nel canalizzare i flussi finanziari verso una economia più sostenibile, ma deve essere un processo proporzionato e inclusivo, che tenga conto delle reali condizioni di partenza delle economie e dei settori economici. Che non lasci insomma indietro nessuno».
Perrazzelli: «Importante dare norme rapide e chiare al mercato»
«I sistemi di pagamento sono un motore importante di innovazione sia all’interno della dimensione finanziaria, sia al di fuori di essa, perché hanno una funzione importante di spinta al cambiamento», osserva Alessandra Perrazzelli, Vice Direttrice Generale Banca d’Italia. «Tutti gli operatori stanno cambiando il proprio modello di business e stanno andando verso formule di platformization, l’integrazione tra pagamenti e altre soluzioni. Questo apre ventagli nuovi di offerte ai clienti, dei vantaggi a livello di business, ma anche alla nascita di rischi nuovi che dobbiamo tenere in considerazione».
Si conferma e si consolida, anche secondo il punto di vista di Perrazzelli, «quel connotato tipico da sempre del settore dei pagamenti che si fonda su dinamiche di collaborazione tra soggetti diversi. Un modello interessante di coopetition che può essere esportato anche al di fuori del sistema dei pagamenti, ed è una dimensione che richiede un approccio diverso e nuovo della regolazione e della vigilanza del mercato. Per Banca d’Italia e per le altre Banche centrali, oggi, la necessità è dare risposte rapide e chiare, indicazioni che siano immediatamente comprensibili ed applicabili dal mercato. Le regole rappresentano in questo momento un tema cruciale per creare un mercato che sia innovativo, attrattivo, ma che sia innanzitutto sicuro».
Paolo Benanti: «Bisogna fondare una nuova algoretica»
Il discorso sulle norme ne apre uno ancora più ampio e articolato, che riguarda nel suo complesso la fondazione di una nuova etica adatta al nuovo mondo digitale che si va configurando. A portare quyesta suggestione tra gli “addetti ai lavori” del Salone è Paolo Benanti, frate francescano e Docente di Etica e Bioetica Pontificia Università Gregoriana. Il suo contributo si può riassumere n due righe, ma apre un mondo vastissimo di riflessioni. Dice Benanti: «L’innovazione tecnologica rischia di trasformarsi in una “algocrazia”, una dittatura dell’algoritmo. L’impegno deve essere quindi quello di elaborare una adeguata “algoretica”, una nuova etica che ci consenta di guidare la tecnologizzazione della società secondo regole umane e condivise. Quando guardiamo un’innovazione tecnologica, infatti, dobbiamo sempre essere capaci di vedere quale struttura di potere, quale ristrutturazione sociale impone». Si tratta di un campo di impegno che riguarda anche le banche, in quanto – sottolinea Benanti - «il soggetto bancario porta da sempre con sé un valore di trusting, di fiducia, che sta a monte e deve guidare qualsiasi progresso tecnico o tecnologico». Buoni segnali ci sono. «L’idea che l’Europa stia mettendo al centro della propria azione i diritti delle persone è una forma di algoretica. Poi, certo, come dicevano i latini “lex sequitur vita”, le norme arrivano sempre dopo quel che la realtà impone».
Alec Ross: «Pagamenti protagonisti di una rivoluzione in 18 mesi»
Uno sguardo extraeuropeo, globale, è quello che porta al Salone di quest’anno
Alec Ross, uno dei più efficaci osservatori della trasformazione digitale - «che è anche e soprattutto trasformazione sociale», sottolinea – della contemporaneità. Docente, già consulente del Dipartimento di stato durante l’Amministrione Usa di Barack Obama, Ross sottolinea come «quella in corso non sia un’evoluzione, ma una rivoluzione. Negli ultimi 18 mesi, sul fronte della digitalizzazione della vita delle persone, è successo quel che avevamo previsto sarebbe successo in 8-10 anni. Soprattutto, è successa una cosa: non esiste più il settore tecnologico, tutti i settori sono digitali e hanno tra loro un’integrazione sempre più forte. Il settore dei pagamenti è senza dubbio uno dei protagonisti sia di questa digitalizzazione, sia di questo processo di integrazione» (
vedi qui la videointervista di
Bancaforte TV ad Alec Ross).
Opentech, innovazione, sostenibilità: la tavola rotonda
La tavola rotonda che ha seguito gli interventi dei keynote speaker ha chiamato alcuni tra i principali game changer del settore dei pagamenti sul tema che dà il titolo alla Sessione, Le sfide dell’Opentech tra innovazione e sostenibilità.
«Tra opentech e sostenibilità esiste più di un legame: è un rapporto di circolarità», osserva Romano Stasi,Segretario Generale ABI Lab. «Parlando di open data, bisogna uscire dalle categorie settoriali, uscire dal perimetro delle banche. Le banche possono rappresentare e supportare uno scambio informativo tra tutti gli attori di un ecosistema, che include i cittadini e le imprese, ai fini della sostenibilità. In questo modo, il settore finanziario può essere davvero un abilitatore e un promotore di una transizione green. Attraverso le informazioni che cittadini e imprese possono mettere a disposizione e condividere è possibile abilitare nuove logiche di innovazione».
Per Erika Fattori, Group Brand Strategy Director e Brand & Communication Director Nexi, «la sostenibilità per noi è progresso, progresso per la società e per l’individuo, e in questa direzione mettiamo a disposizione le nostre competenze e le capacità di investimento. La chiave per arrivare a questo obiettivo è fare innovazione su filoni cross-industry e cross-company, in questo senso il concetto di opentech porta a un miglioramento continuo».
Uno scenario di apertura che è ormai un dato acquisito. Per Paolo Zaccardi, CEO Fabrick, «siamo già, come approccio, oltre la PSD2, possono essere già integrati sulle piattaforme molto dati, e possono essere dati impiegati anche per individuare strategie che vadano nella direzione della sostenibilità. L’open finance mette a disposizione di tutti gli attori dell’ecosistema una grande ampiezza di informazioni che possono essere usate in maniera molto più innovativa e fantasiosa di quanto abbiamo fatto fino a oggi. Per esempio, usare i dati per costruire dei rating esg che siano molto mirati. O costruire meccanismi di crowdfunding completamente dedicati alla green economy. La parola chiave, perché questo si concretizzi, è partnership: è importante che fintech e banche collaborino».
Secondo Silvia Ghielmetti, Direttore Generale CRIF, «ci sono le premesse per arrivare a grandi trasformazioni, anche se ancora ci scontriamo con legacy tipiche del mondo bancario che rendono l’adozione di queste innovazioni meno dirompenti di quel che si ipotizzava. A due anni dall’ingresso della PSD2 possiamo dire che per un’applicazione di successo della PSD2 è fondamentale essere capaci di accompagnare il cliente in un processo che sia chiaro, ben spiegato, semplice. Bisogna affiancare la clientela, non solo puntare sulla tecnologia».
Uno spunto che viene condiviso da Renato Miraglia, Responsabile prodotti e servizi di UniCredit, che conferma: «Un ruolo importante che come banche possiamo giocare in questo ambito è quello educativo, ruolo che le nostre reti possono dare a supporto della clientela, singoli e aziende. Quando dalla teoria passiamo all’applicazione dei dati in direzione della sostenibilità, vediamo ancora uno scollamento. Compito delle banche e di chi opera nei pagamenti è rendere i clienti consapevoli delle scelte di investimento in termini di sostenibilità. È insomma un mestiere educativo, culturale, che va al di là di fornire applicazioni digitali».