Banche: il futuro inizia adesso
di Mattia Schieppati
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2 Marzo 2021
Nel Banking Industry Outlook di KPMG le tre tendenze che guideranno l'industria bancaria nel 2021: sostenibilità, regolamentazione e trasformazione digitale. Sono le leve di riflessione e di (possibile) sviluppo per continuare a essere motore del sistema
Il 2021 rappresenta un anno cruciale per il futuro dell’industria bancaria. Lo statement con cui KPMG apre la presentazione del suo Banking Industry Outlook 2021, il documento che fotografa la situazione del mercato bancario italiano nel contesto europeo e internazionale e indica le tendenze in atto nel prossimo futuro non lascia margini di incertezza. Assorbito lo shock della fase emergenziale della pandemia, e imparato a convivere con un mondo che non può più essere quello di 12 mesi fa, ecco che secondo gli analisti della società di consulenza i temi in agenda che chiamano in causa il ruolo delle banche sono molteplici:
«In questo scenario così incerto e complesso, le banche sono chiamate più che mai a riscoprirsi partner di imprese e famiglie per un ruolo sistemico a sostegno del rilancio della nostra economia», spiega Giuseppe Latorre, Partner KPMG, Head of Financial Services. «Secondo aspetto, le banche sono a un punto di svolta: la trasformazione digitale e i cambiamenti socio-comportamentali dei consumatori italiano chiamano al ripensamento di tanti approcci consolidati. Le banche oggi devono dimostrarsi in grado di evolvere per rispondere a un contesto in profondo mutamento: si tratta di un’opportunità straordinaria per continuare a giocare un ruolo centrale nel sistema economico italiano. I dati dicono che le banche italiane oggi presentano tutte una capitalizzazione molto più robusta e il peso dei NPL è sicuramente molto più sotto controllo rispetto a qualche anno fa».
Gli elementi di contesto sono contrastanti. «Le incognite che il Paese sta vivendo in questa fase di emergenza sanitaria prolungata sono tantissime, ma le opportunità che potrebbero nascere da una trasformazione così radicale ci sono, e bisogna essere pronti per coglierle», spiega Latorre. «Le risorse che l’Italia riceverà con il Recovery Fund sono quasi quattro volte quelle di cui beneficiammo con il Piano Marshall nel secondo dopoguerra: i nostri nonni sono stati in grado di far fruttare quei fondi, noi oggi dobbiamo saper fare lo stesso».
Gli elementi chiave del mercato
Relativamente al contesto di mercato, l’analisi di KPMG evidenzia 4 elementi che devono entrare nella riflessione allargata degli istituti. Il primo è la riduzione della redditività: siamo in un contesto di mercato caratterizzato da una marcata persistenza di bassi tassi di interesse, con continuo impatto negativo sulla redditività dell’attività caratteristica delle banche commerciali e livelli di efficienza operativa non ottimali; secondo aspetto, il consolidamento: posizioni di capitale maggiormente solide con processo di consolidamento nel settore bancarioche potrebbe interessare altri players sia TIER I che TIER II; quindi “l’effetto pandemia”: il Covid-19 ha indotto un’ulteriore significativa riduzione della presenza fisica nelle filiali e un potenziale rischio di ripresa dei trend NPLs, ad oggi significativamente ridotti; infine, l’avanzata dei newcomer, con la nascita e l’affermazione di nuovi operatori altamente specializzati.
Le 3 tendenze che guidano lo sviluppo
In questo panorama di contesto, l’Outlook di KPMG evidenzia 3 trend rilevanti che nel corso del 2021 faranno la differenza.
1. Il ruolo degli ESG e il fattore sostenibilitàNel dicembre 2019, la Commissione Europea ha presentato l’European Green Deal, una roadmap che ha l’obiettivo di cogliere le sfide poste dai cambiamenti climatici per assicurare la transizione ecologica dell’Ue, e che vede mille miliardi di euro di risorse destinate a supportare il piano di investimenti alla base della transizione ecologica. «Complessivamente, a livello globale, gli investitori sono sempre più attenti alla sensibilità e agli impegni concreti delle aziende nelle quali investono rispetto alle tematiche di sostenibilità. Si aprono nuove opportunità derivanti dalla possibilità di intercettare i nuovi bisogni degli investitori, e la sostenibilità è già ora un driver reale del cambiamento che può dare una spinta alla competitività nel settore bancario», spiega Latorre.
Secondo KPMG, si aprono nuove opportunità anche dalla possibilità di riposizionarsi a livello reputazionale, divenendo maggiormente efficaci nel processo di creazione di posti di lavoro e nel sostegno all’economia reale nel più ampio contesto di implementazione del Recovery Plan.
Gli stessi regulator «sono incredibilmente presenti sulle tematiche di sostenibilità e impongono che tali elementi rientrino tra gli indicatoti di valutazione del rischio. Le recenti normative spingono le imprese a gestire e rendicontare le performance di sostenibilità e gli investitori ad integrare valutazioni dei rischi ESG nei loro processi», spiega Latorre.
2. L’aspetto regolatorioIl ruolo delle autorità di vigilanza è sempre più presente. Tra i temi centrali per il regolatore, KPMG evidenzia il costo del rischio, anche alla luce delle aspettative sui deterioramenti del credito attesi a causa della pandemia. La crisi economica indotta dal Covid potrebbe infatti dare luogo a un improvviso incremento degli NPL non appena le misure di sostegno verranno rilassate (“Cliff Effect”). In parallelo a questo, vi è attenzione sull’adeguatezza degli accantonamenti a fronte del rischio di credito
Cresce l’attenzione del regolatore anche rispetto alla sostenibilità del business model degli istituti, e – nel caso – a favorire cambiamenti nella direzione del consolidamento.
«Dopo la crisi del 2007/2008 c’è stata un’evoluzione dei sistemi di regolamentazione, un trend che non terminerà e anzi andrà a intensificarsi, anche se la richiesta delle banche europee va nella direzione di rallentare l’entrata in vigore di nuove norme», osserva Latorre: «lo Stress Test 2021 sarà un check-point cruciale per tutto il sistema bancario».
3. La Digital TransformationCi sono alcuni indicatori importanti che sottolineano come la trasformazione digitale sia un percorso necessario per le banche. «Una nostra survey ha evidenziato, per esempio, come il 40% degli italiani abbia dichiarato di aver effettuato acquisti online regolarmente, aumentando del 10% la propensione all'acquisto online rispetto all'era pre-Covid; il 41% degli italiani ammette di aver ridotto l'uso del contante a fronte di un aumento nell'uso della carta di credito e del digitalwallet; il 39% dei lavoratori continuerà a lavorare con forme agili/smart nei prossimi 24 mesi. Sono tutti numeri che ci dicono una cosa: il mondo non sta cambiando, ma è già cambiato. E le banche pure».
Secondo KPMG, le banche hanno sperimentato sul digitale modalità di lavorare che in condizioni normali difficilmente avrebbero sviluppato. Non solo: i nuovi comportamenti dei clienti che operano via smartphone e dei dipendenti che lavorano da remoto in smart working rappresentano per il settore una discontinuità destinata a diventare la nuova normalità del “fare banca”.