11 libri per l'estate (e per leggere il mondo)
di Mattia Schieppati
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3 Agosto 2023
Il tempo rilassato dell’estate è il momento ideale per tuffarsi in letture che diano chiavi di lettura per comprendere il presente e leggere il futuro. Ecco i migliori titoli che esplorerà ad agosto la redazione di Bancaforte. Buona lettura e… buone vacanze!
“Lasciateci leggere e danzare. Due divertimenti che non potranno mai fare del male al mondo”
Voltaire
Rispetto al 2020, nel 2022 gli italiani hanno acquistato 13 milioni di libri in più. E il primo semestre del 2023 sembra confermare questa tendenza. Vero è che tra il comprare e il leggere c’è spesso di mezzo il mare, questo numero importante ci dice una cosa netta: nonostante l’invasione dei social, degli YouTuber, di Netflix, di Spotify e delle varie e arrembanti piattaforme di streaming, la lettura di un buon libro continuano a essere un’abitudine e un piacere che non teme la rivalità di altri tipi di intrattenimento.
È molto probabile che il “momento giusto” per mettere mani e occhi sui volumi acquistati durante il turbinìo dei mesi lavorativi sia proprio quello delle vacanze estive, quando il tempo si dilata, gli impegni all’improvviso scompaiono dall’agenda, il dolce far nulla diventa padrone delle nostre giornate e affinché il tempo libero non sia tempo vuoto ecco che un libro trova la sua perfetta collocazione.
Certo, l’arietta che rinfresca sotto l’ombrellone e la risacca del mare in sottofondo conciliano pagine di svago, d’amore e di avventura, e quindi largo alle super star e alle nuove promesse delle narrativa. Ma è anche vero che l’estate, quando i neuroni del cervello si svuotano dai pensieri e dalle ansie quotidiane, è il momento ideale per fare un po’ di “benzina intellettuale”, arricchire le proprie basi e conoscenze di pensiero centellinando le chicche della saggistica che ci aiutano ad allargare i nostri orizzonti, a trovare chiavi di lettura per il presente e accendere lampadine utili a leggere il futuro.
Ecco, dalla redazione di Bancaforte, 11 titoli che attraversano i principali temi di attualità: saranno la nostra “benzina estiva” e ci auguriamo siano anche per voi suggerimenti utili per ritrovarci a settembre con qualche spunto di conversazione in più. Li abbiamo suddivisi in 4 aree tematiche, ma siete liberi di mischiare le carte (il pensiero, si sa, quando è di qualità fatica a stare in confini troppo rigidi).
Perché 11 libri e non 10, numero tondo che funziona meglio come titolo? Semplice, perché ci piacciono tutti, e non riuscivano a decidere quale buttare dalla torre. A voi la scelta.
Clima, sostenibilità, salute del Pianeta
Gaia Vince, Il secolo nomade, ed. Bollati Boringhieri
Ma che cosa significa, in pratica, l’etichetta “climate change”, che ricorre ormai nella maggior parte dei discorsi sul futuro del Pianeta (e dell’uomo?). Significa, per esempio, che entro i prossimi cinquant’anni - se la tendenza resta quella attuale - temperature più elevate unite a un’umidità più intensa faranno sì che vaste aree del pianeta saranno inabitabili per 3 miliardi e mezzo di esseri umani. In fuga dai tropici, dalle zone costiere e dalle terre un tempo coltivabili, enormi masse di persone dovranno cercare nuovi luoghi in cui poter vivere; e tutti noi o saremo tra di loro o tra coloro che li dovranno accogliere. Secondo Gaia Vince, giornalista scientifica britannica e ricercatrice all’University College di Londra, quello che si sta per aprire è insomma “il secolo nomade”, una nuova era per l’umanità che rivoluzionerà geografie ed esistenze.
Sadiq Khan, Respirare. Fermiamo insieme l’emergenza climatica, ed. Egea
L’autore non è un ambientalista-antagonista, ma è nientemeno che il sindaco di Londra, una città-metropoli-stato che è al contempo una delle capitali finanziarie globali (quindi, dove si decidono le politiche di lungo termine che cambiano il mondo, in bene o in male), sia una delle città che più di una volta nella storia ha fatto da guida a trasformazioni epocali. Sadiq Khan, primo sindaco musulmano di una capitale europea, si è affermato come uno degli attori più attivi – e seguiti – nella lotta all’inquinamento urbano e il cambiamento climatico. Le sue politiche hanno cambiato il volto della City, ispirando molti a cercare di fare lo stesso. Il libro è il racconto della sua battaglia che non è solo ideale, ma si misura ogni giorno con i vincoli e le difficoltà di chi ha la responsabilità di guidare una città da quasi 9 milioni di abitanti. Un ottimo bagno di concretezza e di confronto con il “cambiamento possibile”.
Natalie Whittle, La città dei 15 minuti, ed. Il Margine
Anche in questo caso, come nel precedente, la chiave che scegliamo per affrontare il grande tema dello sviluppo sostenibile è quella della città. E non per caso. I centri urbani sono responsabili dell’80% delle emissioni globali di gas serra, e consumano l’80% dell’energia prodotta. L’equilibrio climatico dipende insomma in buona parte da quanto lecito sapranno diventare sostenibili. Non solo. i grandi e piccoli centri urbani sono degli hub in cui si sperimentano dinamiche sociali, economiche e di comportamento che possono cambiare il mondo. Il saggio di Natalie Whittle, giornalista delFinancial Times, parte da un’evidenza: le grandi città europee condividono una serie di problemi che tendono ad assomigliarsi, dai costi delle abitazioni alla complessità del traffico, dall’inadeguatezza dei servizi (per esempio, il numero di posti all’asilo nido rispetto alla domanda esistente) alla sicurezza. Tutte questioni che si riassumono in una: la progressiva invisibilità delle città. L’autrice affronta il tema della “città in 15 minuti”, teorizzata dall’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno, e lo traduce nella realtà fatta di storie, dati e informazioni che mostrano come alcune città europee stiano cercando di risolvere questi problemi, attraverso grandi e piccole soluzioni replicabili ed esportabili. Il libro ha il ritmo di un reportage, senza retorica, concreto, a tratti anche divertente.
Economia e persone
Alessandro Giraudo, Quando il ferro costava più dell’oro. Storie per capire l’economia mondiale, ed. Add
Capire l’economia leggendo la storia. E viceversa. È una piacevole e curiosissima galoppata quella attraverso la quale ci conduce Alessandro Giraudo, partendo da quando nei mercati assiri il ferro costava otto volte più dell’oro, e guidandoci nel tempo e nello spazio. Raccontando per esempio che la Casa di San Giorgio, una delle prime banche centrali, nacque per superare la sostanziale bancarotta delle finanze genovesi, che il tesoro inglese impose una tassa sulle finestre per finanziare le guerre contro Luigi XIV, e che Napoleone fu anche capo di un’impresa di falsari intenzionata a distruggere i nemici attraverso l’inflazione. Guerre, religioni, serendipità (la “scoperta” di Colombo) o coraggio cocciuto (Magellano), carestie e abbondanza non sono che gli elementi perennemente in movimento di un contrappunto senza fine.
Martha C. Nussbaum, Creare capacità. Liberarsi dalla dittatura del Pil, ed. Il Mulino
Non è un libro del 2023 (la prima edizione è del 2012), ma merita comunque un “ripescaggio” perché propone una lettura delle dinamiche finanziarie, economiche e sociali sempre attuali e anzi sempre più urgenti via via che la tecnologizzazione (e quindi la disumanizzazione) dell’economia impone regole e metodi. Le domande sono apertissime: è la crescita economica l'unico obiettivo a cui deve mirare una politica pubblica? O il fine dello sviluppo non è piuttosto quello di mettere in grado le persone di vivere un'esistenza piena? La “capacità" cui fa riferimento il titolo è quello spazio che possa consentire a ognuno di realizzarsi e di vivere la propria vita all'insegna della pari dignità umana. È questo l'approccio delle capacità che Nussbaum propone come nuovo paradigma per misurare la ricchezza di uno stato sulla base dei bisogni soddisfatti e delle opportunità realmente offerte ai cittadini.
Vittorino Andreoli, Lettera a un vecchio (da parte di un vecchio), ed. Solferino
Ce lo siamo detto e ripetuto nei mesi difficili della pandemia da Covid-19: d’improvviso l’uomo si è accorto di non essere invincibile, di non aver domato la natura che pensava sottomessa, e che siamo e rimaniamo un organismo in pericolo. Poi, finita l’emergenza, ecco che rimettiamo nel cassetto la consapevolezza della nostra fragilità e proseguiamo come se nulla fosse. Lo facciamo, però, in una società (quella italiana e quella europea in particolare) che non può più fingere di non fare i conti con un tema determinante: quello dell’invecchiamento della popolazione. Un fatto anagrafico e personale che diventa fatto sociale ed economico: una popolazione anziana costringe a ripensare le architetture sociali come le abbiamo disegnate nei secoli scorsi: la sanità, il welfare, le reti sociali… Ma anche la riscoperta, dopo decenni di marginalizzazione, della virtù e dell’utilità degli “over”, come sostegno indispensabile alle famiglie e come risorsa per le comunità. È questo scenario “macro” che fa da sfondo alla delicata e intelligente Lettera che lo psichiatra 83enneVittorino Andreoli scrive ai suoi coetanei per informarli che sono approdati in una straordinaria fase della vita. Una lettura utile per gli anziani, utilissima per i giovani e i “diversamente anziani”.
Trasformazione e innovazione
Manifesto del cambiamento. Parola ai giovani, a cura di Giovanni Caccamo, ed. Treccani Libri
È stato curato da Giovanni Caccamo, multiforme artista siciliano (musicista, pittore, scrittore) “scoperto” da Franco Battiato, questo volume importante anche nelle dimensioni e per la qualità estetica (è edito da Treccani in collaborazione con i Musei Vaticani e il museo MAXXI), si propone come un “manifesto culturale, creato dai giovani per la società del futuro”, e raccoglie 60 testimonianze «che mi auguro possano aiutare chiunque si trovi in un periodo di impasse a ritrovare la bussola interiore riuscendo a essere scintilla di un cambiamento», scrive Caccamo. Sessanta giovani sognatori disegnano un futuro in evoluzione, tra esperienze personali e riflessioni sui grandi temi globali, rispondendo a una domanda, uguale per tutti: “Cosa cambieresti della società in cui vivi e in che modo? Qual è la tua parola di cambiamento?”. Il volume ha come prefazione un’inedita lettera ai giovani di Papa Francesco, e accoglie opere inedite di grandi artisti come Arnaldo Pomodoro, Emilio Isgrò, Fabrizio Plessi, Ferdinando Scianna, Francesca Cataldi, Giulia Napoleone, Guido Strazza, Mario Ceroli, Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Jodice, Mimmo Paladino.
Chiara Valerio, La tecnologia è religione, Einaudi
Un saggio breve ma radicale sulla trasformazione della tecnologia in una sorta di religione pagana. «Che differenza c’è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo?» si chiede e ci chiede provocatoriamente l’autrice. «In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l’intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo». Norbert Wiener, matematico, sottolineava, già negli anni Cinquanta del Novecento, la pericolosa e facile identità tra religione e tecnologia. È dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network.
Massimiano Bucchi, Confidenze digitali. Vizi e virtù dell’innovazione, ed. Il Mulino
Bucchi, professore di Scienza, Tecnologia e Società all'Università degli Studi di Trento, parte da un assunto consolidato: le tecnologie di oggi pervadono e condizionano ogni gesto quotidiano, ogni relazione personale e in generale il modo in cui ciascuno di noi vive. Abbiamo imparato a sentirci dare del tu dai colossi del web e dagli assistenti virtuali, e siamo assuefatti dalla ricezione di baci e abbracci nei messaggi anche da persone con le quali non abbiamo molta confidenza.Confidenze digitalianalizza il nostro rapporto con l’innovazione tecnologica e con il nostro tempo (per farci ri-comprendere quale sia il confine tra virtù e vizio).
Orizzonti
Sietze Norder, Il mondo in miniatura. La vita sulla Terra raccontata attraverso le isole, ed. Add
Che cosa sono la Rete, il web, le piattaforme dei social, se non dei potentissimi strumenti che connettono quei miliardi di isole che sono le singole persone? E allora forse, stando nella metafora, per capire una po’ di più questo mondo digitale fatto di isole e connessioni è divertente immergersi in questo saggio che analizza le isole (quelle fisiche, pezzi di terra in mezzo ai mari) che sono da sempre formidabili centri di scambio di persone, merci, specie e idee, con un ruolo fondamentale nella storia del mondo. Banchi di prova per l’evoluzione, hanno fornito alla natura le condizioni ideali per gli esperimenti più selvaggi e per questo, nonostante la piccola superficie totale, hanno contribuito in enorme misura alla diversità biologica e culturale globale, suggerendo a scienziati come Charles Darwin, Jared Diamond e Edward Wilson le loro intuizioni sull’origine e sulla distribuzione della vita sulla Terra. Sietze Norder, sulla base delle proprie esperienze e delle intuizioni scientifiche della biogeografia, ci conduce in questo mondo affascinante, illustrandoci i cambiamenti ecologici e sociali determinati dalle isole e mostrandoci come, ancora oggi, siano in grado non solo di darci informazioni sulle radici storiche delle sfide globali contemporanee, ma di indicarci reali prospettive per un futuro sostenibile.
Roman Krznaric, Come essere un buon antenato. Un antidoto al pensiero a breve termine, ed. Edizioni Ambiente
Questa, si sa, è l’epoca in cui nella nostra società vige la tirannia dell’istante. Ogni cosa – dalle reti di comunicazioni all’economia, dai cicli politici sempre più ravvicinati alle tecnologie per comprimere spazi e tempi – è fatta per farci dimenticare che il nostro agire ha conseguenze per i secoli a venire. L’ossessione per l’immediatezza rischia di travolgere noi e le generazioni future, dato che sono alla base delle grandi crisi della nostra epoca, quella ambientale e quelle sociali ed economiche. Eppure, è ancora possibile acquisire e rafforzare quella capacità, tipica del genere umano, di immaginare e pianificare le conseguenze future delle proprie azioni, grazie alle tradizioni antiche e all’innovazione usata con il cervello (e non solo con il pollice e l’indice sullo schermo di uno smartphone).