Spunta, la blockchain è una cosa semplice
di Ildegarda Ferraro
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2 Ottobre 2020
«La Blockchain sarà utile soprattutto in quei processi dove la fiducia tra le parti è una componente fondamentale». Chi parla è Massimiliano Ugolini, Responsabile Process Innovation di Banca Mps e qui voce di Spunta. «Andando più nel concreto – dice Ugolini - tra i maggiori ambiti applicativi troviamo i pagamenti, il data & document management, il trade finance, il mercato dei capitali e il know your customer. Un capitolo a parte lo potremmo dedicare invece alle cosiddette Central Bank Digital Currency, che giocheranno un ruolo molto importante negli equilibri finanziari e politici mondiali». Ugolini fa il punto su molti temi. Accenna anche all’Intelligenza artificiale, che «avrà un peso rilevante e in crescita, e aiuterà le banche nella trasformazione digitale di tutti i suoi processi».
Si capisce che è una persona concreta anche se si occupa di cose astruse. Faccio un giro in rete per capire un po’ di più di Massimiliano Ugolini, Responsabile Process Innovation di Banca Mps e qui voce di Spunta, uno di quelli che con “fil di ferro e mollette” ha contribuito a costruire la Dlt per la riconciliazione dei conti reciproci delle banche. «Er cinema se fa co’ mollette e fil de fero», secondo le regole auree delle maestranze romane di Cinecittà. E ognuno ha le sue mollette e il suo fil di ferro…
Massimiliano Ugolini, quindi. Riporto testuale da un suo profilo di qualche tempo fa, «collabora con il CNR per la realizzazione di modelli simulativi indirizzati alla comprensione dell’evoluzione degli artefatti e delle società in genere. I suoi ambiti di interesse vanno dall’evoluzione culturale al processo di scambio in economia». Da note più recenti emerge che ha seguito le attività di sviluppo delle strategie multicanale, in particolare nel disegno dei servizi, la massimizzazione dell’innovazione, la customer experience cross canale, l’elaborazione di modelli di business per l’online banking. Ma qui viene il bello: «Attualmente si occupa di innovazione di processo mediante l’adozione della metodologia Lean Six Sigma (almeno Wikipedia ve la devo
vedi qui) e di sistemi basati sulla Robotic process automation, l’Intelligenza artificiale e la Blockchain». Poi, a margine del suo profilo LinkedIn, trovo la chiave di volta della concretezza e semplicità nei suoi hobby: musica, suona il sax, canta gospel e ama il trekking. Ergo è uno concreto e semplice. Ma veniamo a noi.
Blockchain. Cominciamo da un grande classico: permissioned o permissionless?
È vero, questa domanda è un classico e siccome effettivamente sono una persona che ama la concretezza e la semplicità la risposta in questo caso non può che essere “dipende”. Dipende dai casi d’uso, e quindi concreti, che pensiamo di affrontare con queste tecnologie. Nell’industria finanziaria ritengo che la maggior parte dei processi siano indirizzabili su reti permissioned, così come è avvenuto per la Spunta e come sta accadendo con altre iniziative di sistema. Ma, in linea di principio, non possiamo escludere neppure le reti permissionless, o quelle ibride, dove una parte dei dati rimangono sulla rete privata, mentre altri dati sono registrati in una rete pubblica.
Come entra nella sua vita e che cosa rappresenta per lei?
La blockchain è entrata nella mia vita cinque anni fa, quando mi sono capitati tra le mani alcuni articoli, attraverso i quali ho potuto intuire la vastità degli ambiti di applicazione e gli impatti nell’economia e nella società. La curiosità e la passione per l’innovazione tecnologica hanno fatto il resto. Ho iniziato quindi ad approfondire la blockchain sia sotto il profilo tecnologico che sotto il profilo dei possibili ambiti di applicazione, facendo emergere così uno scenario con delle potenzialità di trasformazione radicale per l’intera società. Insomma, la blockchain si è affiancata ad un altro mio pallino, quello dell’intelligenza artificiale ed insieme sono diventate il carburante per una nuova visione di cambiamento e digitalizzazione dei processi.
Sinceramente, lei ci credeva che sarebbero state le banche italiane a mettere insieme per prime una Dlt?
Sarò sincero. Non credevo che sarebbero state proprio le banche italiane a fare un lavoro del genere. Però, devo dire che dopo i primi incontri, si è venuto a creare un clima particolarmente collaborativo e di grande determinazione. Non erano più le riunioni tra banche del passato, ma qualcosa di nuovo, dove si respirava un’aria diversa. Grazie alla conduzione dei lavori di Abi e Abi Lab siamo diventati un team coeso, con competenze trasversali e soprattutto unito verso un obiettivo. Tutti insieme abbiamo inaugurato un nuovo modo di fare innovazione, non più uno sforzo frammentario o individuale di una singola banca, ma il frutto di una intensa e nuova forma di collaborazione. E di questo se ne sono accorti anche all’estero, visto che The Banker ha attribuito al progetto il riconoscimento per la più innovativa joint venture tecnologica.
Che prospettive vede? Che applicazioni?
Questa tecnologia accompagnerà molti cambiamenti, in diversi ambiti della società, inclusa ovviamente la nostra industry, dove già oggi si contano a livello internazionale oltre il 40% dei progetti. In linea generale la Blockchain sarà utile soprattutto in quei processi dove la fiducia tra le parti è una componente fondamentale, oppure dove gli asset possono essere tradotti in token per consentire la gestione di nuovi mercati in maniera più efficiente e con costi ridotti, come ad esempio il mercato del credito. Andando più nel concreto, tra i maggiori ambiti applicativi troviamo i pagamenti, il data & document management, il trade finance, il mercato dei capitali e il know your customer. Un capitolo a parte lo potremmo dedicare invece alle cosiddette Central Bank Digital Currency, che giocheranno un ruolo molto importante negli equilibri finanziari e politici mondiali. Ma, tornando ai tuoi riferimenti iniziali di Cinecittà, questo tema è tutto un altro film.
Crede che possa esserci una estensione nel Paese anche a strutture pubbliche?
Vedo grandi opportunità nella estensione della rete alle strutture pubbliche. Il primo esempio concreto potrebbe venire delle fideiussioni digitali, un’altra iniziativa di sistema promossa dal Cetif, SIA e Reply, dove più di 30 realtà bancarie, assicurative, della pubblica amministrazione e delle imprese stanno collaborando per sperimentare una piattaforma in grado di offrire maggiore efficienza, trasparenza e certezza lungo tutto il processo di gestione delle fideiussioni, oltre a ridurre le potenziali frodi.
Lei si occupa di Intelligenza artificiale. Quanto peserà nelle banche?
Ho iniziato ad occuparmi di intelligenza artificiale (IA) alla fine degli anni ’90 e in tutto questo periodo di tempo ho visto dei cambiamenti impressionanti. L’incremento della potenza di calcolo dei computer, la maggiore disponibilità di dati e una ricerca scientifica sempre più prolifica, hanno reso l’IA più pervasiva e con applicazioni concrete in molti processi aziendali. Si pensi ad esempio agli assistenti virtuali o chatbot, all’elaborazione delle immagini e dei dati, all’elaborazione del linguaggio e ai sistemi di raccomandazione utilizzati per fini commerciali. Quindi, l’Intelligenza Artificiale avrà un peso rilevante e in crescita, e aiuterà le banche nella trasformazione digitale di tutti i suoi processi.
Spunta è il progetto delle banche, coordinato da ABI Lab e promosso dall’ABI, per risolvere la rendicontazione dei conti reciproci tra le banche con una blockchain permissioned. La rubrica "Le Voci di Spunta” raccoglie le opinioni e le posizioni di tutti i protagonisti che lavorano a una Dlt del mondo bancario in Italia. Qui tutti gli articoli della rubrica