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08 Dicembre 2024 / 02:53
Spunta, con i regolatori un dialogo fertile

 
Fintech

Spunta, con i regolatori un dialogo fertile

di Ildegarda Ferraro - 12 Maggio 2020
"I regolatori si stanno interrogando su come disciplinare la blockchain". Silvia Attanasio, Responsabile Ufficio Innovazione dell’ABI, è una "Voce di Spunta", una dei protagonisti del progetto per una blockchain del mondo delle banche in Italia. "L’Ocse – aggiunge Attanasio - con il Blockchain Expert Policy Advisory Board, punta a un set di raccomandazioni che orienti i governi nel regolamentare questo fenomeno, assicurando un certo grado di omogeneità, perché si tratta di mondi che si prestano poco ai confini". Banca d’Italia è sicuramente all’avanguardia – dice Attanasio - sta studiando il fenomeno blockchain ad ampio spettro e da tempo. Non ci ha mai fatto mancare suggerimenti e possibili indicazioni prospettiche”. E si comincia a pensare di portare Spunta in Europa.
 Questa volta parto da fiabe e leggende. C’è un legame sottile tra Cenerentola e Spunta, il progetto per una blockchain di settore delle banche in Italia. Perché il processo di spunta è sempre stato una Cenerentola. Almeno così lo spiegava al pubblico anglofono Silvia Attanasio, Responsabile Ufficio Innovazione dell’ABI, un anno e mezzo fa (vedi qui). La spunta interbancaria, ossia la riconciliazione dei conti reciproci tra le banche, è sempre stata sottotraccia. Nulla di primo piano. Mettere a posto rapporti reciproci non ha uno spot di luce. È appunto un po’ una Cenerentola. A Cenerentola le cose vanno come vorrebbe e diventa principessa. Anche la spunta ha trovato la sua via, salendo agli onori della cronaca dell’innovazione.
Sarà per i figli piccoli, oppure perché viene facile così, Cenerentola resta nelle tracce di Silvia. E così un po’ dopo, per raccontare in un workshop come in un progetto il vestito deve essere costruito su misura, ricompare Cenerentola e la scarpetta di cristallo che alle sorellastre non va…. E diciamocelo una blockchain non puoi piazzarla dappertutto per qualunque cosa.
Ora vorrei essere chiara, non sto rivelando nulla di riservato. Ho solo fatto incetta di informazioni sul web. LinkedIn va benissimo come fondaco di notizie. E così scopro che quando la sfida è più dura Silvia si sente “sottosopra”, come Topsy, la cugina di ultimo grado di Mary Poppins (vedi qui). In realtà è un segugio di quelli tosti e non molla l’osso per nulla al mondo.
Vabbè, dopo averla rovinata per bene veniamo a noi. Ma ormai si sa queste interviste sono un po’ così, non sai mai che cosa ti puoi aspettare…

Perché una blockchain per la spunta interbancaria?

La spunta è una sistemazione di libri mastri, di ledger, che soffrivano di una scarsa trasparenza dovuta al meccanismo dello scambio di chi ne ha il controllo: quando il conto è nostro, io vedo tutto e tu niente, quando il conto è loro, noi non vediamo più nulla. Mettendo la spunta su un registro distribuito, le due banche controparti sono certe che “quello che tu vedi è quello che io vedo”. È accaduta insomma un po’ la stessa rivoluzione che abbiamo visto nelle filiali di nuova generazione: si è passati da un approccio frontale, tipico dell’asimmetria informativa, ad avere due persone che guardano lo stesso schermo contemporaneamente. L’approccio private permissioned assicura allo stesso tempo certezza dell’interlocutore e riservatezza delle informazioni.

La riconciliazione dei conti reciproci è proprio un processo di nicchia.

Siamo partiti da un processo molto piccolo, di nicchia, poco conosciuto, il processo di spunta. In alcuni casi occorreva addirittura capire nelle banche chi se ne occupasse. Partendo da questo elemento così rassicurante, è stata costruita una struttura che domani potrà ospitare altri casi. C’è quindi una doppia visione. Da una parte un processo piccolo e poco rischioso e allo stesso tempo il lavoro per gettare le basi per poter fare altro, per costruire un’infrastruttura che possa essere utile alle banche. Una struttura appunto delle banche, non di un operatore o di una struttura specifica. Un conto reciproco è detenuto contemporaneamente da due banche. C’è il punto di vista di uno e dell’altro, la classica partita doppia. Una banca comunica le scritture e l’altra fa la stessa cosa e queste scritture devono essere accoppiate. Per spuntarle appunto. Tre grandi esempi di che cosa va in spunta. I conti reciproci all’interno dei gruppi bancari. L’idea è: siamo tra di noi, possiamo anche tenere un livello della granularità diverso dell’operazioni. Un secondo campo è quello delle operazioni multiple: un solo accredito per pagare tante cedole a tanti azionisti, importi spezzati e altre tecnicalità. Poi le operazioni in valuta diverse dall’euro con tassi di cambio lievemente diversi tra banche. Insomma, la spunta è un processo molto piccolo, senza grandi rischi, nessun impatto sui clienti. L’ABI è il soggetto che regola questo processo. La spunta è regolata dall’Accordo interbancario del 1978, la madre di tutti gli accordi, che a un certo punto è stato rinnovato.

Perché attraverso l’ABI?

Prima di tutto ABI è il regolatore del processo. E poi perché viene bene farlo come Associazione, come gruppo di professionisti che ha nel proprio Dna un quadro complessivo delle banche, trovando soluzioni che possano essere accettate in maniera spontanea da tutti. È parte dell’identità di chi lavora nell’Associazione essere un facilitatore. Tutto questo è stato accelerato dalla presenza di ABI Lab, il Centro di ricerca e innovazione per la banca, come incubatore e coordinatore dell’iniziativa in stretta sinergia con L’ABI. Una componente molto importante di un progetto Dlt è la sua governance: una tecnologia distribuita chiama un processo decisionale distribuito anch’esso, di gestione dei cambiamenti, di scelta. ABI Lab ha coordinato il tavolo. Abbiamo creato un team di eccellenze, un gruppo di persone che ha fatto la differenza: ognuna delle 18 banche ha investito grandi professionalità e competenze, Ntt ha portato una competenza applicativa verticale sul mondo Dlt che ci ha dato un grande vantaggio e Sia, come campione di infrastrutture, ha portato la sua competenza di rete nel senso più esteso del termine. Questa squadra di professionisti, o meglio questa “falange oplitica”, ha avuto bisogno di un metodo di lavoro, di una governance per procedere spedita verso la meta.

Come vedono i regolatori questo passaggio?

Abbiamo sempre parlato con i regolatori, sin dall’inizio, in un processo di dialogo e di comunicazione. Per esempio, abbiamo sentito costantemente la Banca d’Italia per tenerla sempre aggiornata su quello che stavamo facendo, sui nostri dubbi, sulle questioni aperte. C’è sempre stato ascolto attento. Non sono mai mancati i suggerimenti e le possibili indicazioni prospettiche. Come dire, se in futuro pensate di portare un processo regolato su questa infrastruttura allora occorre tener conto di tutto questo e mettere a punto questi aspetti. L’obiettivo è quindi stato quello di costruire un’infrastruttura che fosse sin dall’inizio in linea con i punti di attenzione e gli indirizzi che ci sono giunti. 

Banca d’Italia sta studiando questo fenomeno con grande accortezza?

Banca d’Italia è sicuramente all’avanguardia, sta studiando il fenomeno ad ampio spettro e da tempo. Per quelle che sono le mie conoscenze è sicuramente una delle banche centrali europee con maggiore esperienza concreta sul campo, grazie all’occhio attento con il quale ha seguito e accompagnato diverse iniziative dotate di visione prospettica e di valore per l’intero mondo bancario.

Quali altri regolatori si sono interessati al Progetto Spunta e come?

Il progetto Spunta è stato un apripista e per questo ha incontrato e felicemente superato diversi ostacoli, tecnici e non solo. Nelle fasi più complesse, abbiamo chiesto chiarimenti  per essere certi di interpretare correttamente i principi della regolamentazione e di fare tesoro della storia di episodi precedenti. In quelle fasi, c’è stato un confronto fra regolatori a livello europeo: molti hanno guardato con interesse a un progetto così ampio che ha potuto anche beneficiare di un dialogo attivo con R3, che ha realizzato la piattaforma Corda che usiamo per Spunta.

Che regolamentazione c’è attualmente sulla blockchain?

Blockchain è un mondo vasto ed estremamente variegato: i regolatori si stanno interrogando su come governare il fenomeno delle blockchain, delle Ico (Initial Coin Offering, vedi qui), delle criptovalute, senza inibire un nuovo mondo che sta nascendo. È molto interessante a questo riguardo il lavoro che si sta conducendo in sede Ocse, tramite il Blockchain Expert Policy Advisory Board recentemente costituito e di cui sono parte. L’obiettivo è realizzare un set di raccomandazioni che orienti i governi nel regolamentare questo fenomeno, assicurando un certo grado di omogeneità: si tratta di mondi che si prestano poco ai confini.

Qual è stata l’attenzione da un punto di vista internazionale?

Abbiamo avuto davvero tanta attenzione: ogni banca estera con la quale abbiamo parlato era davvero sorpresa del gran lavoro fatto dalle banche italiane. Il lavoro sulla governance ha in sé qualcosa di unico ed è anche estremamente apprezzato che si sia trovato accordo fra tutte le banche italiane pur essendo in concorrenza. Esserci mossi come un ecosistema ci porta grandi benefici.

Quali sono i prossimi passi?

In questi mesi siamo stati concentratissimi sul passaggio in produzione: da inizio marzo le prime banche sono in produzione. Siamo stati puntualissimi su un calendario stabilito 9 mesi fa! Ora, fra maggio e ottobre, migreranno tutte le altre banche. Ma la sfida maggiore è far nascere altri vagoni. Per via della Spunta, abbiamo creato un’infrastruttura (ABILabChain, i binari), che può ospitare più applicazioni (i vagoni). Alcuni di questi saranno di nuovo promossi in sede ABI, ma vorremmo che il mercato iniziasse a portare avanti iniziative dotate di una governance diversa. È così che si testa la bontà del modello.

Si parla di Spunta Estero, come sarebbe costruita e in che tempi?

Ecco, questo è un bellissimo progetto che vogliamo portare avanti. Ho detto prima che la Dlt non ha confini e vorremmo davvero che la Spunta possa portare i binari a livello europeo. Certo, occorre adattare l’applicazione, perché la spunta in Italia si basa sui conti reciproci (uno dei tanti unicum della penisola), mentre all’estero si usano i conti di corrispondenza. Il primo passo quindi è costruire un tavolo di lavoro di livello europeo per disegnare insieme i requisiti, replicando il modello virtuoso seguito in Italia.
Spunta è il progetto delle banche, coordinato da ABI Lab e promosso dall’ABI, per risolvere la rendicontazione dei conti reciproci tra le banche con una blockchain permissioned. La rubrica "Le Voci di Spunta” raccoglie le opinioni e le posizioni di tutti i protagonisti che lavorano a una Dlt del mondo bancario in Italia. Qui tutti gli articoli della rubrica 
 
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