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24 Aprile 2024 / 04:49
Segnalazioni, l'importanza della qualità

 
Banca

Segnalazioni, l'importanza della qualità

di Gian Marco Muratori (Partner di Studio Informatica) - 4 Maggio 2020
L’evoluzione continua degli obblighi di comunicazione ha un impatto rilevante sugli intermediari finanziari. Un’attività di “collaborazione” delicata e complessa che richiede risorse umane specializzate e strumenti evoluti. E che presenta un quadro sanzionatorio tutt’altro che morbido in caso di mancata o errata comunicazione. Ne parla Gian Marco Muratori di Studio Informatica
Gli intermediari finanziari sono tenuti a osservare obblighi di comunicazione verso le Autorità e in special modo verso l’Agenzia delle Entrate per dar modo all’Agenzia stessa di acquisire informazioni fondamentali per valutare, tra l’altro, il comportamento fiscale dei contribuenti.
Grazie a questa massa di informazioni che gli intermediari finanziari, nella loro funzione di “collaboratori” dell’Autorità forniscono, l'Agenzia delle Entrate può tracciare un quadro esaustivo della posizione fiscale di ogni singolo soggetto.
Agenzia delle Entrate valuta tutte le informazioni ricevute e può chiedere di procedere a un’indagine finanziaria. Perché l’autorizzazione sia concessa, essa deve essere ampiamente motivata e sorretta da validi elementi indiziari.
Questa prassi, che tutela il cittadino ponendolo al riparo dalla  discrezionalità dell’Autorità, palesa con chiarezza quanta importanza rivestano le comunicazioni fornite dagli intermediari finanziari. È infatti grazie, soprattutto, a questi dati che l'Agenzia delle Entrate può tracciare un profilo del cittadino/contribuente e valutare quali indizi sussistano di una eventuale scorrettezza fiscale.
La posizione degli intermediari finanziari quali “collaboratori” dell’Autorità (il termine collaboratori è utilizzato dalla norma che, tra l’altro, permette agli intermediari di superare le restrizioni imposte dall’Autorità della Privacy) ha valore altissimo, a patto naturalmente che le informazioni trasmesse siano qualitativamente ineccepibili.
La quantità di comunicazioni obbligatorie e la complessità di ogni singola comunicazione fanno sì che gli operatori finanziari debbano dotarsi di risorse umane e strumenti tecnici non indifferenti, anche in considerazione del fatto che l’obbligatorietà delle comunicazioni sfocia, per necessità di legge, in un quadro sanzionatorio, in caso di mancata o errata comunicazione, tutt’altro che morbido.
È evidente che le norme che riguardano la compliance debbano comprendere un quadro sanzionatorio. E anzi, dal nostro punto di vista, gli operatori che dovessero, per dolo o per incuria grave, rendersi responsabili di comunicazioni errate o addirittura non effettuate, sarebbero da sanzionare in modo severo. A maggior ragione se pensiamo che comportamenti scorretti su queste materie possono risultare dannosi non solo all’attività della Agenzia delle Entrate, ma anche alla attività della Magistratura.
Va sottolineato che in questi anni l’atteggiamento dell'Agenzia delle Entrate è sempre stato volto più al raggiungimento di una sempre migliore qualità dei dati piuttosto che a una applicazione automatica delle sanzioni. Questo ha significato un colloquio continuo tra l’Autorità e gli intermediari.
È però altrettanto evidente che è interesse sia dell’Autorità sia della stragrande maggioranza degli intermediari finanziari giungere a una collaborazione sempre più approfondita e proficua.

Un'ulteriore ragione a supporto della qualità

La cosiddetta “precompilata” è ormai entrata nella vita degli italiani e andrà sempre più espandendosi in un prossimo futuro.
Risulta quindi chiaro che, da una parte, il ruolo di collaboratori per gli operatori finanziari diviene ancora più importante e delicato e, dall’altra, il cittadino, qualora si trovasse a fare i conti con una precompilata non corretta, si rivolgerebbe alla sua banca chiedendo spiegazioni.
Questo nuovo aspetto dà valore aggiunto alla collaborazione tra mondo finanziario e Autorità, presentando un aspetto di immediato ed evidente interesse anche per il cittadino. Che, in qualche senso, diviene, anch’egli collaboratore dell’Autorità, esercitando un controllo sugli istituti finanziari.
Articolo scritto per Bancaforte da Gian Marco Muratori, Partner di Studio Informatica
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