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17 Maggio 2025 / 00:22
Iaconis (OSSIF): La sicurezza fisica? Si fa con dati, collaborazione, formazione e investimenti

 
Sicurezza

Iaconis (OSSIF): La sicurezza fisica? Si fa con dati, collaborazione, formazione e investimenti

di Mattia Schieppati - 16 Maggio 2025
Rapine in forte calo e accordi di collaborazione sempre più solidi per lavorare sulla prevenzione e sui processi investigativi. A pochi giorni dall'evento Banche e Sicurezza (il 27 e 28 maggio a Milano, vedi qui) Marco Iaconis, coordinatore di OSSIF, il Centro ricerca dell'ABI sulla Sicurezza anticrimine, fa il punto sui trend che riguardano la sicurezza fisica delle filiali ed evidenzia come il "modello" di approccio al tema costruito negli anni dalle banche sia diventato un riferimento per diversi settori. 
I numeri relativi alla sicurezza fisica delle dipendenze bancarie, periodicamente raccolti da OSSIF, il Centro di Ricerca dell'ABI sulla Sicurezza Anticrimine, mostrano una doppia tendenza: da un lato è significativo il progressivo e drastico calo delle rapine in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale (il 2024 si è chiuso con un -36,3% sul 2023, e i primi quattro mesi del 2025 confermano il trend, con un ulteriore -25%), dall'altro crescono invece gli attacchi agli ATM (+70% se si comparano i primi quattro mesi del 2025 con lo stesso periodo del 2024). Segno di uno spostamento delle attenzioni criminali, ma anche un richiamo al fatto che - rispetto all'ampio spettro delle attività di protezione e difesa - se da un lato le misure messe in atto stanno dando risultati decisamente concreti, non si può abbassare la guardia.
Secondo Marco Iaconis, coordinatore di OSSIF, prima si scendere nel merito sia delle statistiche, sia dei tanti progetti messi in campo dall'ABI nel campo della sicurezza fisica, bisogna mettere al centro del ragionamento una parola che è sia la chiave sia di quanto di positivo è stato fino a ora messo in campo, sia la base per tutte le strategie anticrimine presenti e future. "La parola-guida è collaborazione", dice Iaconis, "intesa nel senso più largo possibile: collaborazione con le aziende bancarie, con le Forze di Polizia, con gli organismi investigativi, ma anche con i tanti e diversi comparti del retail che sono sui territori e, come le banche, sono esposti al rischio di attacchi criminosi. Collaborazione che significa innanzitutto condivisione delle informazioni e dei dati, elemento fondamentale delle strategie di contrasto. Dati sulle modalità di attacco, sulla loro distribuzione territoriale, tutto quanto è utile per rendere sempre più mirata ed efficace l'azione investigativa e giudiziaria, e si traduce anche in un rafforzamento delle modalità di prevenzione". Ne parliamo anticipando alcuni dei temi che OSSIF porterà a Banche e Sicurezza, il prossimo 27 e 28 maggio a Milano (scopri l'evento qui).
Iaconis, quanto investono le banche nella sicurezza fisica?
Dall'analisi dei dati forniti dalle 119 banche che hanno partecipato alla realizzazione del "Rapporto sulle spese anticrimine del settore bancario" e del "Rapporto sulle difese anticrimine del settore bancario", rappresentative del 74% in termini di sportelli totali, emerge che complessivamente il settore bancario nel 2023 ha speso più di 420 milioni di euro, pari ad una media di quasi 21 mila euro a sportello. Se scendiamo nel dettaglio, vediamo che le spese sostenute per protezione delle filiali attraverso misure di prevenzione antirapina e antifurto (comprese le attività di formazione dei dipendenti) rappresentano la maggiore voce di costo con quasi 217 milioni di euro, pari al 51,5% del totale. Seguono le spese per la gestione del contante - trasporto e trattamento dei valori - pari ad oltre 171 milioni di euro (40,8%) e le spese destinate ai premi assicurativi, per i quali è stato sostenuto un onere superiore ai 32 milioni di euro (7,7%). Tra le spese finalizzate alla protezione delle proprie filiali, le banche hanno destinato il proprio budget prevalentemente per l'acquisto, l'installazione e la manutenzione degli impianti di sicurezza per un importo complessivo di oltre 131 milioni di euro (31,2% del totale). Per i servizi di vigilanza, sia con finalità antirapina che antifurto, è stata invece sostenuta una spesa complessiva di quasi 84 milioni di euro (19,9% del totale). Con riferimento, invece, alle attività dedicate alla gestione del contante prevalgono le spese destinate al trasporto dei valori (29,4%) seguite da quelle per il trattamento dei valori (13,9%).
Quali sono gli ambiti ancora su è importante ora concentrare gli sforzi?
Bisogna ulteriormente rafforzare la collaborazione con i fornitori di sicurezza. E, in questo ambito, riflettere su tutte quelle soluzioni che le innovazioni nel campo della gestione dei dati e dell'intelligenza artificiale possono portare nel campo della sicurezza fisica. Questo è uno dei temi che porteremo a Banche e Sicurezza, coinvolgendo nella discussione anche aziende tecnologiche specializzate in questo: come l'intelligenza artificiale ci può aiutare a mettere a valore i tanti dati che abbiamo a disposizione, a integrare le nuove soluzioni di videosorveglianza per rendere più efficaci le fasi post evento, di indagine e di indentificazione degli autori del reato.
Possiamo dire che le banche hanno fatto da apripista su tanti temi legati alla sicurezza fisica?
Le banche sono state le prime a vivere certe problematiche, e quindi hanno elaborato strategie che poi sono diventate pratiche diffuse anche per altri settori. Dal 2008, con l'istituzione dell'Osservatorio Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria costituito da OSSIF con il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno, e che vede oggi la partecipazione di Poste Italiane e di Italiana Petroli, nonché delle associazioni di categoria più sensibili al tema (Assovalori, Confcommercio, Federazione Italiana Tabaccai, Federdistribuzione, Federfarma e Unem-Unione Energie per la Mobilità), questa esperienza e gli strumenti che via via sono stati elaborati sono diventati un valore condiviso. Oggi quasi tutti i settori, dalle poste alle catene dei distributori di carburante, hanno una guida antirapina e  sottoscrivono protocolli di collaborazione con le Forze di Polizia. 
Questa condivisione di best practice riguarda anche un tema fondamentale, quello della formazione...
Informazione e formazione del personale sono un binomio inscindibile, come confermano anche gli investimenti che costantemente le banche fanno sulla formazione. Come OSSIF, abbiamo pubblicato di recente la nuova edizione del volume "Antirapina - Guida alla sicurezza per gli operatori di sportello" (si veda qui), che viene ormai considerata una best practice a livello di informazione del personale. La nuova edizione della Guida conferma l'approccio multidisciplinare con l'analisi psico-sociologica della rapina, le interazioni rapinatore-vittima, le conseguenze derivanti dall'esposizione all'evento criminoso, le misure di sicurezza attivate dalle banche seguendo le indicazioni del Protocollo Anticrimine ABI-Prefetture. In aggiunta, come elemento utile per gli operatori del settore, c'è un elenco aggiornato dei referenti delle Forze di Polizia di tutte le Province italiane.
Quanto, negli anni, è cresciuta anche tra i cittadini una cultura della sicurezza rispetto agli eventi criminosi? Ci sono strategie di educazione finanziaria che vanno anche in questa direzione?
Proprio di recente, a marzo, l'ABI ha sottoscritto un Protocollo d'intesa con il Ministero dell'Interno che riguarda il tema della prevenzione delle truffe che coinvolgono gli anziani, i soggetti più deboli e le persone dotate di bassa educazione finanziaria. In particolare, vengono indicate precauzioni specifiche da adottare all'interno e all'esterno degli uffici bancari mentre si svolgono operazioni di prelievo o versamento contanti e di altre operazioni finanziarie, ma anche suggerimenti per gestire in sicurezza l'internet banking e le altre modalità di contatto con la banca (telefonia mobile e atm), indicando le precauzioni da adottare. Ma anche, più semplicemente, vengono indicati i numeri di emergenza e soccorso utili cui rivolgersi in caso di emergenza, quando si è vittime di un evento criminoso, sia fisico che digitale. Molte banche hanno favorito la comunicazione di questi strumenti, con locandine affisse nelle filiali o usando come strumento di comunicazione, per esempio gli estratti conto che vengono mandati ai propri clienti.
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