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25 Aprile 2024 / 04:35
I pagamenti a Monopoli sono contactless

 
Pagamenti

I pagamenti a Monopoli sono contactless

di Igor, Lazzaroni - 7 Novembre 2016
Chi di noi non ha trascorso un pomeriggio intero con compagni di scuola e cugini a comprare a suon di bigliettoni lotti di terreno per costruire case e alberghi? Ebbene, lo storico gioco dice addio al contante per passare alle moderne carte di credito c-less. Un segnale importante dell’evoluzione del concetto di denaro e del ruolo chiave dell’educazione finanziaria tra i giovani. La Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio sarà presente al Salone dei Pagamenti con un ricco programma per parlare a famiglie e studenti dei pagamenti innovativi. Con giochi, didattica interattiva, role-play per stimolare la curiosità e mettere in guardia su alcuni rischi. Come il gioco online …
Il rapporto degli italiani con il denaro contante è storicamente idilliaco, tanto che la gente del Belpaese fatica e non poco ad abbandonarlo. Stipato sotto il mattone in cucina come nella memorabile scena del film "Totò, Peppino e la Malafemmina” o custodito nelle cassette di sicurezza, è di circa 150 miliardi di euro il totale del denaro liquido che foraggia il cosiddetto "nero”, luogo nel quale evasori fiscali e malavita organizzata trovano gli strumenti più adatti per regolare le loro transazioni, poiché di questo denaro non si conosce né la provenienza né tantomeno la destinazione. Per questa ragione, ad esempio, dal 2018 le banconote da 500 euro non saranno più emesse e i vari Governi stanno adottando politiche tese a incoraggiare l’uso dei pagamenti elettronici. Ma se da altre parti d’Europa questa cultura sembra già avere una base solida, gli italiani invece preferiscono ancora le banconote ai chip. Consideriamo infatti che un italiano effettua mediamente all’anno 30,1 operazioni con Bancomat o carta di credito. Questo dato ci piazza agli ultimissimi posti nell’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici: dietro di noi solamente Bulgaria, Grecia e Romania, con una media europea di 202,32 operazioni. L’utilizzo diffuso del contante costa agli italiani circa 9,5 miliardi di euro all’anno, pari allo 0,52% del Pil, includendo non solo i costi di emissione e gestione del denaro, ma anche quelli dei portavalori, i costi per gli istituti di credito di gestione degli Atm, i costi di vigilanza e, in fondo ma non ultimi per incidenza, i costi delle rapine, i costi per gli utenti connessi a furti o ai tempi necessari per l’approvvigionamento di contante o per l’esecuzione del pagamento con i diversi strumenti (contante, assegni e carte di pagamento).

Invertire la rotta con l’educazione finanziaria

Per cambiare queste linee di tendenza è necessario quindi agire sul fronte normativo e culturale. Per l’OCSE l’educazione finanziaria è "il processo attraverso il quale i consumatori e gli investitori migliorano la comprensione dei concetti e le competenze necessarie ad acquisire una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità finanziarie, al fine di compiere scelte informate, di sapere dove rivolgersi per aiuto e di intraprendere altre azioni concrete per migliorare il grado di benessere e di protezione finanziaria”, e uno dei passaggi fondamentali è avvicinare prima possibile i giovani a questi temi, fondamentali per tutto il ciclo della loro vita.

Arrivano le carte di credito a Monopoli

E così un’importante multinazionale ha pensato di modificare lo storico gioco del Monopoli, un’icona culturale presente nell’infanzia di ognuno di noi, immutabile ai cambiamenti sin dalla creazione nel 1935. Nella sua nuova edizione chiamata «Ultimate Banking», Monopoli dice addio al contante per passare alle carte di credito contactless, le stesse usate oggi per pagare nei negozi. Per le penalità o per regolare gli acquisti dei contratti dei terreni, delle case e degli alberghi si passa quindi dalle famosissime banconote colorate, prede di facili furti durante le interminabili partite natalizie, a una strisciata della carta magnetica o di qualsiasi altra carta del gioco, con una gestione automatizzata e on time del flusso di denaro. Da una parte quindi il gioco o la cosiddetta gamification, per coinvolgere le persone a provare più divertimento nelle attività quotidiane per far fronte a numerose azioni spesso ritenute noiose come il pagamento di tasse o l’economia e la finanza; dall’altra un’azione capillare nelle scuole con l’obiettivo di avvicinare i più giovani a materie tradizionalmente considerate noiose e difficili.

Feduf al Salone dei Pagamenti

Il Salone dei Pagamenti rappresenta per la Fondazione per l’Educazione finanziaria e al Risparmio (FEDUF) un’occasione unica sia per parlare di educazione finanziaria ai ragazzi attraverso strumenti innovativi come la lezione interattiva per scuole secondarie di II grado " Pay 2.0 – Il denaro del futuro ”: per scoprire le nuove forme di moneta e pagamenti elettronicideiMillenials, illustrando i processi collegati alla dematerializzazione del denaro e le innovative frontiere digitali del suo uso affinché ne siano consapevoli. Quindi giochi, didattica interattiva ma anche role-play per stimolare la curiosità verso l’educazione finanziaria. Con " No cash world ” gli studenti riflettono attivamente, grazie anche agli interventi degli esperti del Museo del Risparmio di Torino, sui pro e contro della diffusione degli strumenti di pagamento elettronici, approfondendo tre diversi punti di vista, quello del cittadino, dell’economia e della tutela della legalità.

La gestione consapevole del denaro

La rete e la dematerializzazione del denaro sono però due elementi che sebbene abbiano un ruolo centrale nella vita economica delle nuove generazioni, fanno cambiare radicalmente la percezione e il valore "vissuto” del denaro: i soldi escono dal muro attraverso il bancomat o consentono di comprare con un veloce passaggio della carta di credito. Gli strumenti di pagamento alternativi al contante cambiano radicalmente il nostro stile di vita, nasce una nuova e positiva relazione quotidiana con il denaro basata su praticità, disponibilità h24, sostenibilità ambientale, sicurezza, legalità. Ma il valore virtuale del denaro porta con sé anche una grande incognita: le nuove generazioni saranno in grado di gestire responsabilmente e consapevolmente questa nuova interazione con la propria capacità di spesa?
"Il valore del denaro nell’era virtuale rappresenta una sfida per i genitori”, commenta Barbara Forresi , psicologa e psicoterapeuta esperta di infanzia e adolescenza. "Come cambia la percezione del denaro in assenza di uno scambio "tangibile” di banconote e monete? Come insegnare l’utilizzo del denaro dematerializzato ad un bambino, la cui mente e le cui competenze cognitive, tra queste il pensiero astratto, sono in via di maturazione? Si tratta di questioni di grande attualità perché la moneta elettronica e i pagamenti online stanno rivoluzionando i percorsi di educazione finanziaria che avvengono nelle famiglie: la paghetta, il risparmio, l’autorizzazione ad un acquisto interessano sempre più spesso carte di credito e mondo del web. Il persistere del denaro contante, così significativo nel nostro Paese, dipende solo in parte da fattori razionali ed è invece ampiamente determinato da resistenze di tipo percettivo e affettivo – pregiudizi, timori, insicurezze, attaccamento ad un valore simbolico – che, presenti nei genitori, rischiano di ricadere sull’educazione dei figli. Comprendere meglio questi fattori è indispensabile, come lo è incoraggiare il superamento dei pregiudizi a favore di una migliore comprensione della moneta dematerializzata, dei pagamenti online e dei loro aspetti di rischio, ad esempio spese incontrollate e gioco d’azzardo”.

I rischi del gioco online

Sono proprio questi i quesiti ai quali si risponde con il gioco didattico del Salone dei Pagamenti dedicato a adulti e famiglie " Il valore del denaro virtuale: i giovani lo perdono di vista ?” ( guarda il programma ). Le nuove forme di denaro elettronico trovano infatti ampio utilizzo anche in ambiti meno positivi come quello dei giochi online. Gli ultimi dati sono abbastanza allarmanti: la spesa complessiva annuale in Italia è di oltre 800 milioni di euro e gli italiani che dichiarano di piazzare almeno una giocata sono 1,56 milioni. La grande maggioranza è composta da uomini, seppur si possa notare una piccola crescita dell’utenza femminile negli ultimi anni. I due terzi dei giocatori sono residenti al Centro-Sud, quasi il 60% ha un’età compresa tra i 25 ed i 44 anni e spende in media circa 50 euro al mese. Questo importo, già molto alto, cresce di anno in anno, anche perché si moltiplicano le occasioni che propongono di trovare soldi facili giocando, basti pensare ai casinò games che ci tentano con le slot online, le roulette, i dadi o il blackjack. Ed è sempre più facile, soprattutto per i più giovani, giocare anche dal divano di casa attraverso i dispositivi mobili come gli smartphone o i tablet che fanno spendere da soli agli italiani circa oltre 150 milioni di euro in giochi online. Nel gioco d’azzardo perdere i propri soldi è matematico, i numeri non danno scampo. Quando giochiamo, prima o poi, il nostro bilancio andrà senza dubbio in negativo, e quel "prima o poi” dipende in parte dal caso e in buona misura dal gioco cui stiamo giocando. Con l’incontro del Salone " Denaro online, non giocartelo ”, dedicato a adulti e famiglie, FEDUF fa il punto su questa tendenza evidenziando anche le trappole cognitive in cui è facile cadere quando si gioca d’azzardo, evidenziando le buone pratiche messe in atto anche dalle banche per contrastare l’espandersi di questo fenomeno. "Purtroppo, anche tra i minorenni il gioco d’azzardo è sempre più un’abitudine”, commenta Forresi. "Per alcuni adolescenti più vulnerabili il gioco d’azzardo può arrivare a rappresentare una strategia per ricercare stati emotivi desiderati o, al contrario, per fronteggiare ansia e tristezza, trasformandosi in una vera e propria dipendenza patologica, con gravi danni relazionali e familiari oltre che economici. Il rischio, al di là delle sale giochi, riguarda pc e smartphone, liberamente accessibili dai ragazzi. Su questi temi è necessario favorire una maggiore preparazione, a partire dai contesti familiari, scolastici e di aggregazione giovanile: se l’industria del gioco punta a ridurre i tempi di riflessione e a favorire decisioni guidate dall’emotività, una maggiore informazione e sensibilizzazione sul gioco d’azzardo, sul pensiero magico, sugli errori cognitivi e su come le emozioni possono influenzare le nostre scelte rappresentano una valida soluzione preventiva”.
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