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08 Dicembre 2024 / 21:58
50 start-up per innovare le risorse umane

 
Banca

50 start-up per innovare le risorse umane

di Massimo, Cerofolini - 19 Giugno 2018
Dalle video-selezioni al sistema che compone la “migliore” squadra di lavoro, dalla formazione online e ai servizi digitali welfare. Avanzano anche in Italia le start-up digitali dedicate al mondo HR. Matteo Cocciardo di In-recruiting ha realizzato una prima mappa e racconta a Bancaforte principali tendenze e campi di applicazione
Mezzo miliardo di euro. È il valore complessivo, stimato per difetto, delle aziende italiane che sviluppano servizi digitali per la gestione delle risorse umane. A tracciare il perimetro di un campo ancora poco conosciuto è Matteo Cocciardo, giovane fondatore di In-recruiting, una piattaforma innovativa che, tramite algoritmi, supporta le aziende nella selezione di personale. Sua la prima mappatura dell’HR Tech italiano.
“A livello mondiale – spiega Cocciardo – sono oltre 2,4 miliardi i dollari investiti nelle tecnologie per la trasformazione digitale del mondo del lavoro. Da noi gli investimenti sono ancora scarsi, visto che appena un’azienda su quattro, tra quelle intervistate, ha ricevuto fondi da venture capital. Per questo stiamo lavorando per costituire un’associazione che riunisca tutti i protagonisti del comparto con l’obiettivo di fare rete e attirare finanziamenti”.

Quali sono i dati più significativi della ricerca?

Intanto la localizzazione delle imprese innovative: il 55% è tra Milano e Torino, di fatto la HR Tech Valley italiana. Poi la giovane età di queste aziende: il 60% è nato dopo il 2011, 18 su cento riportano addirittura come anno di costituzione il 2017. Percentuali che confermano l’interesse a innovare e che promettono una stagione carica di interesse. Il momento è propizio: sempre più piccole e medie aziende stanno infatti riorganizzando i processi interni legati alle risorse umane.

Per chiarezza, qual è la definizione più precisa di HR Tech?

Si tratta di aziende tecnologiche che offrono soluzione software o hardware per gestire la funzione Risorse umane. Restano fuori, dunque, i rivenditori di soluzioni di terze parti e le società di consulenza. In tutto, le aziende che abbiamo censito sono una cinquantina. E vanno dalla selezione di dipendenti e collaboratori, passando per la gestione del personale e il miglioramento dell’efficienza dei gruppi di lavoro, per finire con la formazione online e con i servizi originali di welfare.

Vediamo meglio nel dettaglio. Come cambiano le modalità di assunzione?

Fino a poco tempo fa per scegliere un nuovo dipendente si usavano soprattutto la carta e documenti di tipo statico. Quindi o i curricula o i fogli Excel e la posta elettronica. Ora le imprese cominciano a scoprire i vantaggi dei nostri servizi innovativi. C’è chi, come noi di In-recruiting o altri nostri concorrenti, centralizza i curricula in un unico ambiente dove è possibile, con soluzioni avanzate e algoritmi sofisticati, organizzare classifiche tra i candidati o fare una prima scrematura automatica su alcuni profili. Oppure è possibile coinvolgere i colleghi già assunti nell’iter di selezione. O ancora ricorrere ad applicazioni speciali per comunicare in modo più agile con gli aspiranti lavoratori.

Il digitale in pratica agevola la vita sia del selezionatore che del candidato…

Tantissimo. Comunicare a distanza, ad esempio, permette risparmi significativi di tempo e di denaro. E non ci sono soltanto le mail e le chat per farlo. Ma anche idee più particolari. Aziende come Employerland o Glickon, tanto per dire qualche nome, organizzano delle vere e proprie sfide con videogiochi che permettono di identificare caratteristiche importanti dei futuri dipendenti. Altre come Face4Job, Rec-right, Cving o Visiotalent organizzano i colloqui a partire da videocurriculum, in cui i candidati mettono in evidenza soprattutto le cosiddette soft skill, le competenze trasversali legate all’empatia, alla capacità di risolvere i problemi e di comunicare.

Una volta dentro, l’offerta dell’HR Tech si sposta sulla gestione del personale. Qui cosa sta avvenendo?

Avviene che le soluzioni digitali non riguardano più soltanto la gestione anagrafica, l’organigramma e le buste paga. Ma la capacità di sviluppare una maggiore interazione tra i colleghi, di monitorare l’andamento dei progetti attraverso un coinvolgimento di chi fa parte del gruppo di lavoro. Ci sono sistemi per valutare l’efficienza di un team in modo preciso, come fa l’azienda italo-spagnola TeamEq, che mette in contatto il responsabile con i membri del gruppo seguendo l’andamento dei progetti. Oppure sistemi per comporre, attraverso test mirati, le migliori squadre di lavoro, in termini di diversità di competenze, affiatamento e caratteristiche personali: penso in questo caso a EggUp.

Un altro elemento importante nell’innovazione è l’aggiornamento professionale.

Questo è un campo decisivo. Un’azienda che non forma i propri dipendenti e che non li tiene costantemente al passo con le nuove competenze è destinata a soccombere. Qui le realtà interessanti sono varie. Si va da Docebo che crea corsi personalizzati su misura, anche con l’aiuto delle intelligenze artificiali, per passare a Skilla o Together, mentre Fluentify è specializzata sull’apprendimento online delle lingue straniere.

Non c’è il pericolo che tutta questa tecnologia finisca per rubare il lavoro ai recruiter? Sarebbe strano che proprio loro favoriscano l’ingresso di soluzioni che in un futuro prossimo possano renderli un peso morto?

Non credo che le soluzioni digitali potranno mai sostituire il compito di un essere umano nella selezione del personale. Nella gran parte dei casi, gli strumenti a disposizione sono un supporto su quei compiti più ripetitivi e meccanici, che consente poi agli umani di concentrarsi su attività con maggiore valore aggiunto, come i colloqui diretti, o di prendere decisioni più accurate in minor tempo. Anche i software più sofisticati, quelli dotati di intelligenza artificiale, modelli predittivi e machine learning, non possono togliere l’ultima parola all’uomo.

Qual è la vostra esperienza su questo aspetto?

Positiva. Con il nostro Applicant Tracking System un recruiter può risparmiare tempo e focalizzare le energie per valutare quale sia il miglior candidato, anziché affogarsi nelle attività di routine come la scrematura iniziale, il caricamento dei curricula nel database o l’invio di comunicazioni ai candidati. Incombenze che con le nuove tecnologie possono essere affidate a un algoritmo.

Forum HR, a Milano il 26 e 27 giugno

L'ABI e ABIServizi rinnovano l'appuntamento dell'evento dedicato a banche e mondo del lavoro, a Milano il 26 e 27 giugno (Centro Congressi Olona). Tema centrale di quest’edizione la rivoluzione digitale, la sua accelerazione e tutte le sue possibili declinazioni nel mondo HR. Particolare attenzione sarà dedicata ai nuovi modi di fare impresa, alle strategie in corso di realizzazione dalle banche aziende anche nei confronti dei nuovi competitor e possibili partner nello scenario internazionale; agli impatti che l’evoluzione digitale determinerà sui modelli organizzativi, nella gestione delle risorse umane e nello sviluppo delle professioni.
Tra i temi principali:
- Scenari economici e evoluzione del mercato del lavoro
- Strategie digitali e impatti sulle risorse umane
- Sharing economy, Gig e on demand economy, Algocrazia – Flessibilità e contaminazione: come cambiano i paradigmi del lavoro
- Welfare e Bilateralità: esperienze di successo nel settore bancario
- Il ruolo dell’HR manager nell’era digitale
- Bisogni formativi e nuove tecniche di apprendimento nell’era digitale
- Recruitment e selezione del personale nel III millennio
- Le età del lavoro e le politiche di genere
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