D&I in Finance 2024: la diversità come motore dell’impresa
di Mattia Schieppati
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8 Febbraio 2024
Il 6 e 7 marzo la seconda edizione dell’evento promosso dall’ABI sui temi sempre più strategici della diversità e inclusione nelle aziende, a partire dalle banche. Un momento di confronto su esperienze e buone pratiche che dimostrano come un approccio inclusivo al business è oggi una leva strategica che trasforma la cultura aziendale e amplia le opportunità di mercato
C’è una correlazione molto stretta tra cultura della diversità e dell’accessibilità e lo sviluppo di nuove le leve strategiche e di business: la capacità di essere inclusivi e di valorizzare le diversità è un elemento ormai cruciale e imprescindibile per garantire la solidità economica ed etica delle aziende, sia in termini di risorse umane che di performance di brand e di mercato.
Guidano in questa direzione i principi 5, 7 e 10 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile dell’Onu, è sottolineato dagli standard ESG che oggi misurano le performance delle aziende di ogni settore, e lo conferma la pratica quotidiana di piccole e grandi imprese, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei processi interni, sia sul fronte delle relazioni con gli utenti.
La crescita, in azienda, di una cultura inclusiva non è insomma solo una questione di forma, ma una leva strategica e una modalità nuova di costruire relazioni e di leggere opportunità di crescita, promozione e comunicazione del valore. Un arricchimento di cui beneficiano tutti, aziende, dipendenti, utenti e più in generale le comunità nelle quali la banca si trova a operare.
È su questi elementi di progressiva consapevolezza diffusa - e di ostacoli ancora da rimuovere - che si articolano i percorsi e le occasioni che ABI sta sviluppando da tempo, insieme alle banche, al mondo dell’università e della ricerca, agli ordini professionali, le associazioni dei consumatori, su temi hanno subito saputo esprimere una forte capacità di innovazione e di trasformazione, modificando - in maniera positiva - il clima aziendale e il valore percepito di un’azienda da parte della clientela.
Ha preso le mosse da questa constatazione e convinzione il percorso che, dopo il lavoro svolto nel 2023/24 dall’Osservatorio D&I in Finance che ha visto la partecipazione di un panel ampio banche, vivrà una tappa importante
il prossimo 6 e 7 marzo (a Milano, presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo) con la
seconda edizione dell’evento D&I in Finance. Un’occasione che si pone come punto di riferimento per mettere a confronto banche, altri operatori finanziari (assicurazioni), autorità (istituzioni) e altre imprese, e realtà del terzo settore per un approfondimento sulla relazione positiva tra la cultura della diversità e dell’accessibilità e nuovi modelli di approccio all’operatività e al business (scopri l’evento e
iscriviti qui).
“Quello che stiamo sviluppando su questi temi, complessi ed estremamente attuali, è un percorso evolutivo, una crescita culturale, un impegno quotidiano a far evolvere il punto di vista sui fenomeni, cogliendo stimoli e contributi in maniera aperta, perché solo con questa apertura si può creare un avanzamento culturale reale, solido, condiviso. Capace di diventare pratica aziendale e leva strategica. L’Osservatorio e, il 6 e 7 marzo, le due giornate di evento, ma anche la campagna di informazione e comunicazione lanciata nei mesi scorsi sul contrasto alla violenza economica (
vedi qui), e i corsi di formazione per i Diversity manager sono pensati per costruire, passo dopo passo, una community che favorisca il confronto e il dialogo, e diventi promotrice di un approccio sempre più costruttivo sui temi della diversità, dell’inclusione e dell’equità”, spiega
Chiara Mambelli, Responsabile Ufficio Rapporti con i consumatori ABI. “Constatiamo, via via che questa community cresce e si rafforza, come la diversità sia sempre più considerata un elemento arricchente sia per le imprese, nelle loro dinamiche interne, sia per il ruolo che le imprese, a partire da quelle bancarie, svolgono all’interno delle comunità di riferimento”.
La governance della diversità e dell’inclusione, gli impatti sul mercato delle scelte aziendali inclusive, la regolamentazione per favorire l’inclusione, gli standard e gli strumenti per misurare l’impegno aziendale sui temi dell’inclusione, la valorizzazione dell’esperienza della clientela in una logica inclusiva (a partire dall’importanza del linguaggio inclusivo), le nuove figure professionali necessarie per favorire la cultura aziendale della diversità: i temi che ricorrono
nell’agenda dell’evento (
qui il programma) sono la dimostrazione più efficace di come dietro al dittico “Diversità e Inclusione” si apra un mondo di temi, di sensibilità e di buone pratiche attuate e potenziali che davvero consentono di leggere la vita delle imprese, la loro visione e la loro missione da un punto di vista nuovo.
C’è il tema della parità di genere, certo, ma diversità e inclusione comprende anche l’impegno avviato dalle imprese bancarie, finanziarie e assicurative rispetto a ragionamenti nuovi sui temi delle differenze generazionali, della nuova platea delle giovanissime generazioni che si affacciano alla bancarizzazione così come alle esigenze di una popolazione anziana in crescita, alle differenze culturali e sociali, alle disabilità intese come risorsa, e non come problema.
“Allargando lo sguardo, come facciamo nelle sessioni di D&I in Finance, il ragionamento su diversità e inclusione ci porta a riflettere sul fatto che - con l’accelerazione dei salti generazionali - oggi in un’azienda si trovano a collaborare più generazioni, con skills tecnologiche diverse, e quindi con una diversa capacità di essere protagonisti dei processi di innovazione, tema reso cruciale dall’avvento dei sistemi di intelligenza artificiale”, spiega Maria Teresa Ruzzi, Responsabile di ABIEventi. “Dall’altro lato, vediamo anche come, al di là delle specializzazioni, assumono un ruolo sempre più rilevante le competenze creative, che fanno dell’unicità del singolo e anche della sua diversità un elemento di forza a beneficio dell’azienda e della comunità aziendale. Stanno insomma emergendo fenomeni nuovi, e lo spirito del percorso che abbiamo costruito va nella direzione di aiutare le banche a comprendere, favorire e mettere a valore queste novità”.
“Proprio considerando l’ampiezza di questo scenario e la particolarità di ogni singolo filone tematico, ci è stato da subito evidente che il nostro ruolo come ABI è quello di mettere in relazione esperienze, esigenze e modelli di risposta, fare rete per creare occasioni di dialogo tra mondi diversi, le banche associate, le istituzioni, il terzo settore, perché questa nuova visione inclusiva si costruisce insieme”, prosegue Mambelli. “Lavoriamo per creare reti virtuose di alleanze su un tema che è multistakeholder e rispetto al quale solo l’unione può fare la forza e ottenere risultati concreti. In questo senso, l’evento di marzo è un’occasione unica per mettere a confronto le tante buone pratiche in atto non solo nel mondo bancario, ma anche negli altri settori industriali, e che diventano uno stimolo alla sperimentazione pratica, ma anche uno stimolo intellettuale a leggere la mission dell’impresa in un’ottica nuova”.
“Nel programma dell’evento abbiamo inserito due affermazioni a corollario delle sessioni: Si può fare e Mi riguarda”, conclude Ruzzi: “Due concetti che chiamano in causa il coinvolgimento e la responsabilità di ciascuno. Vogliamo evidenziare che questi temi, anche quando ci sembrano lontani dalla nostra esperienza personale, ci riguardano invece da vicino, muovono il cambiamento in cui siamo immersi, e quindi dobbiamo cogliere come sfida positiva il mettere al centro della nostra agenda queste tematiche come elementi chiave per lo sviluppo delle nostre aziende e della nostra società”.
Guarda qui i temi e i relatori di D&I in Finance 2024 e iscriviti gratuitamente qui all’evento del 6-7 marzo.