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Meno web e più app, così pagano i Millennial

 
Scenari

Meno web e più app, così pagano i Millennial

di Massimo, Cerofolini - 21 Settembre 2018
Acquisti in rete che creano un senso di appartenenza tra coetanei, prestiti e altre forme di sharing economy che si oppongono al possesso di beni come status. La fotografia della Generazione Y nella ricerca di ComScore, raccontata da Fabrizio Angelini, tra i protagonisti del Salone ...
Quello che serve lo comprano online con grande disinvoltura. In strada, appena possono, il conto lo pagano con le app scaricate sul cellulare. E il grosso dei soldi lo spendono in vestiti, elettronica e, a sorpresa, libri cartacei. È la fotografia del rapporto tra Millennial e denaro scattata da ComScore, la società di ricerca internazionale che sonda le dinamiche del web e i comportamenti degli utenti. Nell’ultimo rapporto, di questa estate, emerge un quadro complesso della cosiddetta Generazione Y, quella nata tra i primi anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, giovani dai 18 ai 35 anni cresciuti tra i primi cellulari e l’era iperconnessa degli smartphone.
Le caratteristiche di questa Net generation si staccano da quelle dei padri e dei fratelli maggiori. E risulta difficile inquadrare le loro abitudini secondo i criteri tradizionali. A risorse economiche limitate, infatti, i Millennial rispondono spesso con una spiccata preferenza per gli acquisti online, soprattutto quelli che creano un senso di appartenenza tra coetanei. Senza disdegnare il noleggio, il prestito e le altre forme della sharing economy che si oppongono al possesso di beni come status, a cui tendenzialmente sono poco interessati.
Fabrizio Angelini, amministratore delegato di ComScore Italia, uno degli ospiti del Salone dei Pagamenti, sfoglia il fitto reticolato delle pagine Excel provando a dare una lettura complessiva di un fenomeno ancora poco studiato. “La prima cosa che colpisce – spiega – è il rapporto estremamente funzionale che i giovani sotto i 35 anni hanno col denaro. Manca, anche per le disponibilità ridotte, la cultura dell’accumulo, del mettere da parte, come facevano i loro genitori e i loro nonni, anche in epoche di ristrettezze. Gli acquisti per loro sono soprattutto un mezzo per fare le cose che garantiscono una migliore integrazione con gli altri”.
Sono, i Millennial, i più assidui utilizzatori di denaro elettronico, che considerano soprattutto un modo semplice e veloce per coltivare le proprie passioni. Vale a dire, beni e servizi che diventano attributi per consolidare il legame con la comunità e il gruppo sociale di riferimento. Dal vestito al gadget tecnologico. Inoltre, riporta l’indagine ComScore, usano lo smartphone non solo per gli acquisti tramite l’e-commerce, ma anche per pagare nei negozi fisici: “Se i padri si sentivano moderni a usare il Bancomat e i fratelli maggiori le carte di credito – ironizza Angelini – per loro il pagamento preferito coincide con l’oggetto da cui non si separano mai, il cellulare”.

Una tendenza interessante

Veniamo ai dati. In generale, in Italia vanno su Internet circa 35 milioni e mezzo di persone. Tra queste, una su tre (il 35,7%) paga online almeno una volta al mese. “Ma è curioso notare – sottolinea Angelini – come nella fascia oltre i 55 anni la quota di chi compra su Internet sia meno di una persona su quattro, mentre in quella tra i 18 e i 24 è di una su due, la metà. Un dato interessante riguarda poi la fetta di giovanissimi tra i 13 e i 17 anni. Per ovvie ragioni, contando solo sulla paghetta, non sono ai primi posti nella spesa online. Ma rispetto allo scorso anno, tra gli adolescenti, gli acquisti in rete fatti con il computer sono calati del 27%, mentre quelli con il cellulare sono cresciuti dell’83%. Un segnale di prospettiva su cui chi si occupa di finanza dovrebbe riflettere”.
Sempre sondando gli acquisti con il telefonino, spicca il riscontro sul bordo più maturo della generazione Y: tra i 25 e i 34 anni, 13 italiani su 100 pagano così almeno una volta al mese, con un aumento del 60% rispetto all’anno prima. Tanto per avere un paragone: tra gli over 55, la generazione del Baby Boom, appena 3 su 100 usano lo smartphone per qualche tipo di pagamento.

Anche i libri tra gli acquisti in rete

Sul commercio elettronico il rapporto ComScore parte dal totale di chi acquista qualcosa almeno una volta al mese: 12 milioni di italiani. Bene. Quasi la metà dei giovani tra i 18 e i 24 anni (44,9%) pratica questa abitudine. Tra gli ultracinquantacinquenni invece si scende a 1 su 5 (21,5%). Commenta Angelini: “E’ interessante osservare dove si concentrano i pagamenti elettronici dei Millennial, soprattutto quelli più giovani. Nel segmento 18-24 anni, il 18% riguarda il vestiario, il 14% l’acquisto di biglietti, il 12% l’elettronica. Ma il dato più sorprendente, che smentisce tanti stereotipi su questi giovani, è il 15 % riservato ai libri. Badate bene: libri cartacei, esclusi gli e-book. Un ritorno alla lettura lenta che lascia ben sperare sulla nostra società del futuro”.
Interessante infine la parte della ricerca che approfondisce l’uso del telefonino nel campo finanziario. Tra i circa dieci milioni di Millennial che hanno scaricato app, quasi uno su tre le usa per gestire il rapporto con la banca e altrettanti per fare trading online.

Giovani maturi

Dall’indagine, in sostanza, si delinea un universo, quello dei Millennial, profondamente a suo agio con le nuove tecnologie, autosufficiente negli acquisti, consapevole nelle scelte grazie alla capacità di usare i siti di comparazione e di informarsi sui social network, attento ai valori sociali delle aziende a cui si rivolgono, severi nel penalizzare gli interlocutori che non trasmettono autenticità e rispetto nei loro confronti.
“Dalle nostre ricerche negli Stati Uniti – precisa Angelini – viene fuori che alla domanda sul sito più frequentato la risposta non è Facebook o un altro social network. Ma Amazon. È questo fa capire come un negozio elettronico estremamente efficiente sia apprezzato proprio per la sua capacità di passare immediatamente da una dimensione fisica a una virtuale. Distinzione, quella tra online e offline, che per la Generazione Y ha poco senso”.
Già, perché un punto su cui fissare l’attenzione è qualcosa che può sembrare un dettaglio, ma che fa tutta la differenza. Le app più usate dai Millennial, infatti, sono quelle che vengono messe sull’home page del telefonino e a portata di pollice. In una sorta di fusione perfetta tra mondo fisico e digitale. In che modo le banche dovrebbero tenerne conto? Commenta Angelini: “Non basta convincere un giovane a scaricare l’applicazione, perché se questa non risponde alle sue abitudini d’uso del cellulare nel migliore dei casi verrà usata una volta al mese per controllare l’estratto conto o per fare un bonifico. Bisogna saper trovare forme nuove e allettanti per ingaggiare un coinvolgimento con la generazione sotto i 35 anni. È l’unico modo per sviluppare una frequenza di contatto con cui promuovere le proprie offerte e soprattutto tramite cui curare un vero rapporto di fiducia”
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