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29 Aprile 2024 / 01:39
Manca (Visa): Le Fintech, un patrimonio che ci fa crescere

 
Fintech

Manca (Visa): Le Fintech, un patrimonio che ci fa crescere

di Mattia Schieppati - 30 Novembre 2023
In occasione dell’evento conclusivo del Visa Innovation Program Europe Italy Edition, una riflessione a tutto tondo sul ruolo e sul valore che l’ecosistema delle fintech genera per il sistema dei pagamenti, e per le imprese.
Un coinvolgente confronto tra storie d’impresa, idee, ambizioni e anche tanti suggerimenti e consigli da parte di chi ha già macinato diverse esperienze nel mondo dell’innovazione, e ha qualche buon suggerimento da mettere in circolo. È stata una mattinata intensa quella che, lo scorso 24 novembre - nell’ambito del Salone dei Pagamenti -, ha concluso il Visa Innovation Program Europe Italy Edition, il programma promosso da Visa, in collaborazione con Talent Garden e Hackquarters, per accelerare lo sviluppo e l'adozione di soluzioni e servizi di pagamento innovativi e, allo stesso tempo, aiutare le fintech italiane a crescere e scalare il proprio business.
Un mondo, quello del fintech, che si conferma un bacino di innovazione importante per tutte le aziende che operano nell’ambito dei pagamenti. E viceversa: la forza e le competenze delle grandi aziende, come per esempio Visa, sono sempre più fondamentali per creare ambiti all’interno dei quali le startup possano strutturarsi, crescere e mettere a terra tutta la propria forza competitiva. Ne abbiamo parlato, a margine dell’evento, con Filippo Manca, Fintech and Digital Partnerships BD Director Italy di Visa.

Qual è oggi il grado di maturità dell’ecosistema delle fintech, e che cosa significa collaborare con questo tipo di imprese nascenti?

L’ecosistema FinTech oggi include circa 600 aziende attive in Italia. Nel 2022, includendo nel conteggio anche gli "undisclosed deal", il mercato FinTech in Italia ha superato un totale di 882 milioni di euro con una crescita del 240% degli investimenti effettuati da Venture Capital rispetto all'intero volume di finanziamenti distribuiti nel 2021. La definizione stessa di FinTech non è univoca, ma credo che si possa concordare su qualcosa di simile a un'impresa "più giovane" e dirompente che opera nell’ambito dei servizi finanziari con un’offerta prevalentemente basata sulla componente tecnologica. Le FinTech stanno cambiando radicalmente il modo in cui effettuiamo transazioni, risparmi, prestiti e investimenti. Utilizzano la tecnologia per migliorare o semplificare i servizi finanziari, rendendoli più accessibili, efficienti, fluidi e focalizzati sul cliente. Nel mondo di oggi, sono questi gli attori che possono aiutare noi player del settore dei servizi finanziari a migliorare la nostra offerta, con modelli di servizio che possono aprire nuovi segmenti e mercati poco serviti e, in ultima analisi, garantirci la capacità di continuare a soddisfare le esigenze in evoluzione dei clienti e favorire l’inclusione. In Visa crediamo nel valore delle partnership. Collaborando con le FinTech, possiamo combinare la nostra scala, il nostro marchio e la nostra rete globale con la loro agilità. Questa combinazione può abilitare prodotti e servizi migliori per i nostri clienti. Allo stesso tempo siamo impegnati a sostenere le FinTech, con diverse iniziative: Visa Innovation Program Europe, in questo, ci pare essere un buon modello.

Verso quali ambiti del mondo dei pagamenti vede gli sviluppi più interessanti?

Se inizialmente queste aziende si posizionavano principalmente come alternativa al sistema finanziario tradizionale, oggi un numero crescente di FinTech invece opera, e si relaziona con gli intermediari finanziari tradizionali, in "una logica di ecosistema". Questi ultimi player, sempre più spesso, integrano la loro offerta con quella di fintech partner per offrire prodotti/servizi specializzati, ampliare i canali con sistemi di distribuzione innovativi o intercettare nuovi segmenti di clientela. La collaborazione tra istituzioni finanziarie cosiddette tradizionali e FinTech è quindi uno dei fenomeni che caratterizzano il settore, che evidenzia come i modelli collaborativi abbiano maggiori possibilità di generare valore e sinergie rispetto a modelli alternativi. La tendenza a collaborare con le FinTech è stata alimentata anche dal crescente interesse mostrato dagli incumbent per una fonte di innovazione, con cui attivare sinergie, che sia libera dai vincoli di piattaforme tecnologiche legacy.

Quale impatto hanno le innovazioni prodotte dalle, o con, le fintech sul tessuto delle piccole imprese?

Le FinTech sono sempre più importanti come fornitori diretti di servizi alle imprese, di cui riescono a soddisfare esigenze non coperte dai player tradizionali. La maggior efficienza con cui offrono questi servizi rappresenta una potenziale minaccia di disintermediazione per i player tradizionali. Queste FinTech stanno alzando il livello dell'esperienza dell'utente e al contempo spingono l'innovazione. L'avvento delle FinTech ha “democratizzato” l'accesso ai servizi finanziari, rendendo possibile alle piccole imprese di competere con le grandi aziende. Sono diversi i modi in cui il FinTech sta influenzando le piccole imprese: per citare gli aspetti più evidenti, direi in generale una progressiva maggiore digitalizzazione della gestione finanziaria, facilità delle transazioni (pensiamo ad esempio all’invoice trading, alla riconciliazione automatica dei flussi anche grazie all’Open Banking), più scelta, semplicità e tempestività nell’accesso ai finanziamenti, un generale miglioramento dell'esperienza cliente, e ovviamente l’apertura di opportunità sui mercati internazionali (e in alcuni casi globali). La partnership tra le FinTech, le banche tradizionali o le imprese non finanziarie, rappresenterà sempre più una strategia per perseguire la crescita, massimizzare l'impatto commerciale e accelerare il go to market. Il nostro ruolo sarà sempre quello di lavorare per il successo dei nostri clienti e partner, creando connessioni, facilitando la scalabilità e condividendo conoscenze e accesso alla nostra rete e al mercato.
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