La blockchain non è matura, ma cresce di giorno in giorno
di Ildegarda Ferraro
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27 Febbraio 2019
Piccoli costanti passi avanti. Certo ancora non si può certificare la maturità della Distributed Ledger Technology, ma il processo di crescita va avanti. E ciò è tanto più vero per le esperienze applicate al mondo bancario, dove la mediazione culturale tra il confine più avanzato del fintech e l’esperienza di chi è molto regolato e vigilato può dare un profondo arricchimento reciproco. Intanto Spunta Project, la sperimentazione della blockchain applicata alla spunta interbancaria, procede nella lunga marcia verso la produzione
La blockchain non è matura. La considerazione è costantemente ripetuta. Forse solo nel caso della catena dei blocchi alla base del sistema Bitcoin il processo è più sviluppato. In realtà è la vecchia storia del bicchiere mezzo vuoto, che visto da una diversa prospettiva è mezzo pieno. Perché se è vero che non è matura, la blockchain cresce comunque di giorno in giorno.
La maturità arriverà
Un lustro o poco più. È questo il confine temporale per passare ad un’età più adulta. Almeno a quanto dicono coloro che studiano le prospettive generali della blockchain. Un’analisi di Capgemini, “Does blockchain hold the key to a new age of supply chain transparency and trust?” (
clicca qui e
vedi anche qui) fa riferimento al
2025 come data topica.
Riduzione dei costi, crescita della tracciabilità e della trasparenza sono tra gli aspetti che più spingono per gli investimenti in blockchain.
Nella gran parte di casi si è ancora in una fase sperimentale. Nell’87% si è ancora davvero all’inizio, nel 10 in uno stadio pilota e solo nel 3% dei casi è stato dato il via alla implementazione.
Ciò non toglie che prima di arrivare ad una fase più avanzata ancora molta acqua deve passare sotto i ponti. Ma ci si arriverà. E noi siamo tra quelli che fanno da battistrada. Le esperienze più avanzate sono in Uk (22%), Usa (18%) e Francia (17%). Noi siamo subito dopo.
In cerca di un passaporto legale
E poi si è in cerca di una quadratura giuridica del fenomeno. Se ne parla con sempre maggiore frequenza. I temi sul tappeto sono molti. Per il riconoscimento di una validazione “qualificata” le regole europee richiedono particolari requisiti. E poi resta il problema del valore da riconoscere allo
smart contract, che è un atto serializzato. L’argomento è complesso e tutto da declinare (si veda per esempio
qui sul Sole 24 ore). In questo scenario l’Unione Europea cerca di definire quadri regolamentari che diminuiscano l’incertezza. I singoli paesi si stanno muovendo con loro specifiche strategie, come la Francia o come Malta, che sta lavorando per dar vita sull’isola ad un centro dedicato alla blockchain.
Il crollo dei bitcoin non ha intaccato la blockchain
Con piccoli passi si va avanti. E così anche la fase negativa che ha colto il bitcoin non ha influito sui lavori e le sperimentazioni sulla blockchain (l
eggi qui).
Non solo moneta virtuale
Quello che ormai è agli atti è che la Distributed Ledger Technology (Dlt) ha una sua ragion d’essere di là dalle criptovalute. Le possibili applicazioni sono sempre più estese. Non solo quindi bitcoin, ma processi e prodotti che possono aver bisogno di una tracciatura e di una validazione oltre ogni ragionevole dubbio possono trovare una risposta efficace proprio nella catena dei blocchi. Dal pollo, al bicchiere di vino al caffè si può conoscere il viaggio certificato. E questo può anche significare maggiore protezione del consumatore e tutela delle frodi per il Made in Italy. Nella logistica le merci passano da diversi attori e la blockchain può garantire una immagine chiara dei passaggi. Le sperimentazioni sono ormai centinaia.
C’è anche chi vede nella blockchain l’innesco per una nuova, seconda era di Internet. Si tratterebbe della base per aumentare il valore di servizi, prodotti e aziende. Sono di questo avviso, per esempio, Don e Alex Tapscott, che hanno dedicato alla prospettiva un libro, “
Blockchain Revolution: How the Technology Behind Bitcoin Is Changing Money, Business, and the World” e costanti approfondimenti divulgativi (
guarda qui).
Spunta banca Project va avanti
A piccoli passi va avanti anche
Spunta Project, il lavoro di applicazione della Dlt alla spunta interbancaria, per riconciliare con una procedura nuova, semplice, trasparente e più efficace posizioni non collimanti. Va avanti quella che i colleghi di ABI Lab e delle banche che stanno seguendo il progetto chiamano “la lunga marcia verso la produzione”. Che vuol anche dire gestire la relazione tra chi segue la tecnologia più avanzata con pochi confini normativi e aziende invece molto regolate e vigilate come le banche. L’arricchimento reciproco può essere evidente, come anche la necessità di mediazione culturale. Per chi si occupa del profilo tecnologico vuol anche dire porsi le domande un po’ più da grandi, superare una fase di pura sperimentazione e entrare nel mondo reale (per approfondimenti
leggi qui e
guarda il video).
Nella lunga marcia verso la produzione c’è anche il lavoro che si sta facendo per gestire la spunta infragruppo, creare report validi per i revisori, rivedere l’algoritmo di matching. Piccoli tasselli che servono ad avere un quadro completo. Che arriverà.