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23 Aprile 2024 / 18:26
Credito alle Pmi: che cosa insegna il successo delle fintech

 
Credito

Credito alle Pmi: che cosa insegna il successo delle fintech

di Maddalena Libertini - 5 Marzo 2020
Tecnologia, dati, AI, algoritmi e analytics: sono i principali strumenti sui quali hanno fatto leva le fintech del credito per costruire modelli di business agili e customer centric, che producono redditività tenendo sotto controllo i rischi. Da questa esperienza un'indagine BCG trae cinque lezioni che il mondo bancario può sfruttare per accelerare l’innovazione dell’offerta di credito per le imprese
Fare credito è nel DNA della banca ma, oggi che la tecnologia ha aperto la strada a molti nuovi operatori innalzando moltissimo il livello della competizione, è il momento di rivedere i modelli tradizionali e imparare dalle esperienze sul campo dei nuovi player. Le direttrici del cambiamento sono sintetizzate in cinque lesson learned nell’indagine “The future of SME lending: What banks can learn from fintech” di Boston Consulting Group (BCG), realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano. Lo studio si è concentrato sul credito alle imprese, in particolare piccole e medie, che in questi anni ha registrato minor digitalizzazione e automazione rispetto al credito al consumo.
Di seguito i 5 insegnamenti che le banche possono trarre dalle esperienze di successo delle fintech:
  • È tempo di ridurre la complessità. Si possono realizzare profitti con value proposition semplici, mirate a segmenti di clientela accuratamente selezionati.
  • Manualità al minimo. Soluzioni STP (Straight-Through Process) integrate rappresentano la nuova normalità per le fintech e riducono drasticamente i tempi di approvazione.
  • Basta con lo scetticismo. Le fintech stanno dimostrando che l'uso innovativo dei dati – tradizionali e non – può accorciare il processo decisionale, migliorando al contempo l'accuratezza dei modelli di valutazione del rischio.
  • Sfruttiamo al massimo le nuove tecnologie. Basta un click per ricavare insight creditizi.
  • Infrastrutture IT basate su moduli, API e Cloud. Sono ormai il pane quotidiano delle fintech.
“Il mondo del prestito alle imprese è impattato da tecnologie che stanno aprendo nuove opportunità ma, di pari passo, crescono le sfide per gli operatori tradizionali", ha commentato Matteo Coppola (nella foto), Managing Director e Senior Partner di BCG, uno degli autori dello studio. "Il mercato, infatti, è costellato da nuovi player – pensiamo alle fintech e alle challenger bank – che sfruttano le opportunità offerte dalla tecnologia per guadagnare un vantaggio competitivo rispetto alle banche. Banche che possono, però – ha sottolineato Coppola - sia imparare molto dai nuovi attori sia fare leva sulle loro competenze specifiche attraverso partnership e acquisizioni”.
Il modello operativo delle Fintech, rimarca il report, non può infatti essere replicato direttamente dalle banche. Pesano la differenza di volumi, scalabilità, gamma di prodotti e clienti così come la legacy IT o la mancanza di talenti digitali all’interno degli istituti di credito. Per questo le banche si stanno orientando verso due tipi di approccio, uno incrementale e uno di trasformazione. Nel primo caso si preferisce intervenire su singoli passaggi del processo del credito; nel secondo, dedicato in particolare alle PMI di taglia minore, si crea ex novo su una infrastruttura IT separata un servizio interamente digitale (web e app) basato su advanced analytics e con un elevato grado di automazione decisionale.
Un'altra decisione a cui le banche sono chiamate è procedere internamente allo sviluppo di iniziative digitali o privilegiare partnership mirate con fintech o risktech. Entrambe le scelte si sono dimostrate efficaci anche se lo studio enfatizza come la collaborazione con le FinTech non debba esimere gli istituti di credito dal portare avanti la propria trasformazione digitale.
La ricerca ha infatti rilevato che, indipendentemente dalla scelta fatta, i casi di successo sono generalmente dovuti a una strategia digitale chiara e audace, una solida architettura dati, un'infrastruttura IT più aperta (ovvero basata su API) ma soprattutto sulla volontà di impegnarsi nel cambiamento.
L’indagine di BCG, realizzata da Matteo Coppola, Gennaro Casale, James Mackintosh, Jörg Erlebach, Lucas Du Croo De Jongh e Filippo Fioravanti, si è basata sull’analisi sistematica di oltre 15 mila fintech operanti nei pagamenti, nel credito, nelle assicurazioni, nel trading e negli investimenti, e poi su una interazione diretta con un gruppo più selezionato specializzato nel credito alle PMI.
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