Cena di lavoro? Sì, però…
di Ildegarda Ferraro
-
6 Dicembre 2021
Nella speranza che la nuova normalità sia finalmente tra noi riappaiono le cene di lavoro. Tra regole e buon senso per garantire sicurezza. E non ci eravamo accorti che ci mancavano
«Poche parole per ringraziarvi davvero della bella serata», aggiungo un po’ di commenti concreti legati all’evento e mando. In questo stop-and-go, tra varianti che ci ribloccano e avvio ogni volta di nuova normalità, riappaiono le cene di lavoro. E sarà che finanche quelle ci mancavano, certo è che me ne sono capitate tre di fila in settimana. Per cena lavoro. L’incredibile è che mi sono divertita e ho rivalutato appieno questi momenti d’incontro… E mi fermo qui: pensate come stiamo messi… Insomma, ringrazio tutti i partecipanti che non sanno e non sapranno mai che sto raccontando di questo. In una finestra di opportunità, tra la variante Delta e quella Omicron, mi fa ben sperare la disponibilità a mettersi in gioco per una sera, a rafforzare la rete di contatti, anche perché la prospettiva che possa esserci un nuovo stop ci rende forse più propensi a non sprecare le opportunità.
A una cena di lavoro ti rivendi tutto quello che hai messo da parte di recente. All’alto funzionario che ha deciso di provare una nuova vita, di ritirarsi ancora giovane in anticipo dal lavoro, ma che certo come dire non è in una zona di serenità, propino la teoria di un collega sugli stadi di passaggio dopo aver smesso di lavorare. «Mi dicono fonti attendibili che c’è una prima fase in cui ci si sente un dio, segue un momento più o meno lungo di depressione, poi se uno regge e si trova altro da fare si ritorna a stare bene».
In un’altra occasione tra i commensali era presente un generale e sua moglie, un alto ufficiale e un commercialista. Una collega mi dice: «E ovviamente ti sei trovata benissimo». «Beh certo». Vengo da una vecchia famiglia di militari. E anche lei ha nel suo passato un po’ di caserme e come fai a non trovarti a casa.
Tavolo di signore in una riunione quasi totalmente maschile. Solo un collega per garantire la quota azzurra. Beh, devo dire serata davvero divertente. Gente allegra Dio l’aiuta, che è vero in genere ma ancor di più alle cene di lavoro.
E poi ci sono le regole che imperversano in rete. Da prendere ovviamente con un minimo di buon senso, perché va da sé meglio evitare di bere troppo o di vestirsi in maniera inappropriata, ma questo consiglio che circola di condividere le vivande mi lascia davvero perplessa. È probabilmente una consuetudine di alcuni paesi che mi pare da noi non abbia molta fortuna. E meno male… anche alla luce del distanziamento sanitario.
I più precisi e che non lasciano nulla al caso al solito sono gli anglosassoni: vestitevi in maniera appropriata; arrivate in tempo; preferite una conversazione leggera; ricordatevi lo scopo della cena; sedete in maniera corretta, da noi si direbbe siate composti; mangiate quando tutti hanno ricevuto; siate cortesi con i camerieri; seguite l’esempio del vostro ospite; esprimete gratitudine, insomma ringraziate. E poi visto che pare tutto questo possa non bastare ci sono tutta una serie di suggerimenti spicci: cerca di essere consapevole di quello che ordini, e se ancora non fosse chiaro il consiglio è di scegliere qualcosa che si possa mangiare facilmente con la forchetta. E non finisce qui. Silenziate il telefono, occupatevi delle bevande, prendetevi i giusti tempi, sistemate il cibo in maniera corretta, usate bene il tovagliolo; chiedete di passarvi ciò che può servirvi (anglo
galateo per le cene di lavoro).
Vi risparmio le regole di etichetta per le interviste di lavoro durante i pranzi o le cene…ma avrete chiaro che ci sono veri e propri capitoli ad hoc.
Anche da noi circolano ricchi vademecum con focus soprattutto su come vestirsi (
donna e
uomo). Devo dire che molti sono davvero divertenti, dando specifiche su cene di Natale, sulla grandezza delle perle da indossare, o anche che ci si può vestire totalmente in nero ma scarpe e borse devono essere di un diverso colore (
leggi qui e anche
qui).
Sono quasi certa che i miei commensali non abbiano avuto tra le mani questi decaloghi eppure tutto è andato per il meglio.