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24 Novembre 2024 / 00:24
Banche, tutto quanto fa cultura   

 
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Banche, tutto quanto fa cultura  

di Ildegarda Ferraro - 6 Novembre 2019
Grande partecipazione di pubblico all’ultimo Invito a Palazzo, l’appuntamento di l’apertura delle sedi e dei luoghi delle banche. Le imprese del credito sono anche operatori culturali. Curano, custodiscono e si fanno carico di un patrimonio importante, anche composto dagli edifici in cui operano. E l’innovazione conta. Per esempio nei musei. Le banche riflettono e riversano i grandi cambiamenti in atto anche in ambito culturale. Anche di questo si parlerà al Salone dei Pagamenti nell’appuntamento di giovedì 7 novembre che sarà dedicato all’innovazione nelle banche anche al servizio della cultura
L’immagine sul soffitto affrescato è nitida. I disegni appaiono chiari, come sarebbero stati se effettivamente fossero stati dipinti trecento anni prima. Ma quegli affreschi non sono mai stati realizzati. Sono stati trovati i bozzetti e le nuove tecnologie consentono di proiettare l’immagine dove sarebbe stata se l’intero lavoro fosse stato completato. Anche questo è cultura. Anche questo è Invito a Palazzo.
I numeri parlano da soli: 100 luoghi in 60 città che si stima abbiano avuto circa 50 mila visite. Sono i dati del gradimento della manifestazione che, come ogni anno, il primo sabato di ottobre vede aperti luoghi e sedi antiche e moderne delle banche e fondazioni bancarie. In primo piano cittadini, appassionati e turisti che, per tutta la giornata, visitano luoghi che vengono aperti al pubblico, resi accessibili e illustrati con guide gratuite. E chi spiega e racconta spesso è giovane, come gli studenti delle scuole, che si mettono alla prova come guide per un giorno.
Questo 2019 Invito a Palazzo ha compiuto diciotto anni. Come ha ricordato il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli “Quando si arriva a diciotto edizioni della stessa manifestazione, si può affermare che l’idea è buona e il risultato è apprezzato. Invito a Palazzo rappresenta un giorno di festa della cultura, in cui vengono messi al centro la passione e l’impegno con cui tutti ci adoperiamo per rendere migliore il tempo e il luogo in cui viviamo. Un impegno, quello delle Banche e delle Fondazioni, che si rinnova ogni giorno. Rendere accessibili luoghi che vengono conservati con sensibilità culturali e passione civile e sociale anche quando sarebbe economicamente più conveniente abbandonare le “storiche“ sedi e trasferirsi in nuove. Questa iniziativa è un’occasione per valorizzare un significativo patrimonio storico artistico.”

Impresa è cultura

D’altra parte, il nesso tra impresa e cultura è sempre più chiaro. Lo ha sottolineato Antonio Calabrò, Vicepresidente di Assolombarda e Direttore della Fondazione Pirelli, parlando di Museimpresa, l’Associazione italiana archivi e musei d’impresa, fondata da Assolombarda e Confindustria, di cui è Presidente. “Fare impresa – dice Calabrò – è la sintesi di grandi scelte culturali. Anzi, proprio l’impresa contemporanea, attiva e aperta, suggerisce di passare dal binomio impresa e cultura ad un altri, l’impresa è cultura”. Insomma, un luogo di memoria e di futuro, come racconta Il Sole 24 Ore.
E le imprese del credito non fanno eccezione. “Le banche – dice Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista – non sono solo operatori finanziari, ma possono essere considerate a tutti gli effetti degli operatori culturali. Durante l’anno organizzano centinaia di iniziative, conferenze, eventi e anche mostre. E poi perché curano e custodiscono un patrimonio culturale notevole, che è anche costituito da luoghi e sedi in cui svolgono la propria attività”. D’Orazio aggiunge che “Il patrimonio culturale italiano è straordinario, unico al mondo, e le banche da protagoniste responsabili cercano di conservarlo e di valorizzarlo il più possibile nel segno della crescita delle comunità locali in cui operano quotidianamente”.

Cultura e creatività – l’impresa che cresce

La cultura è economia. Come ha chiarito una ricerca di Boston Consulting presentata da Dario Franceschini, Ministro per i Beni e le Attività culturali, i musei statali muovono 27 miliardi, ma si può arrivare a 40 come potenziale economico ancora inespresso (leggi qui). La cultura fa bene all’economia.
Intesa Sanpaolo e Mediocredito hanno tracciato la mappa delle imprese del bello e della creatività. Imprese piccole, spesso molto giovani, che hanno fame di investimenti. E possono crescere. Leggi qui.

Il museo del futuro

Un posto a sé ha certamente il museo da guardare con occhi nuovi, perché cambia e si trasforma. Diventa ancora di più un’emozione entrare in un’opera invece che ammirarla soltanto (leggi qui). E poi c’è il web, dove le opere possono essere guardata, studiate e vissute, senza snaturare la funzione originaria di conservazione, tutela e diffusione.
Anche di questo si parlerà al Salone dei Pagamenti giovedì 7 novembre in un workshop dedicato all’innovazione delle banche anche al servizio della cultura (qui tutte le info).
 
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