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13 Giugno 2025 / 10:38
AI in Finance: è tempo di un cambiamento culturale

 
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AI in Finance: è tempo di un cambiamento culturale

A cura della redazione - 11 Giugno 2025
Secondo il Gruppo Fibonacci e altermAInd è fondamentale abbracciare l'intelligenza artificiale, per guidare la trasformazione del mondo finanziario. 
Abbracciare l'intelligenza artificiale, per guidare la trasformazione del mondo finanziario. È chiara la visione del Gruppo Fibonacci, hub leader a livello europeo nel settore del software finanziario, con oltre 1.500 dipendenti specializzati e un fatturato che supera i 210 milioni di euro.
"L'innovazione, al pari della solidità garantita dall'esperienze pregresse, è nel DNA del Gruppo: di conseguenza, l'AI non può che essere al centro dei nostri progetti attuali e futuri" dichiara Andrea Pettinelli, CEO del Gruppo Fibonacci, spiegando come si tratti di un approccio trasversale ai servizi offerti, oltre che integrato nell'organizzazione aziendale. 
In termini di offering, un passaggio fondamentale è stata la costituzione, a fine 2024, di altermAInd in partnership con illimity: il nuovo player è destinato a giocare un ruolo cruciale nell'integrazione dell'AI e delle tecnologie avanzate nei servizi bancari. Ma l'intelligenza artificiale viene applicata all'intera offerta del Gruppo, che si sviluppa in tre differenti business line: Corporate Solutions, Consumer Finance, Banking Services. Per citare alcuni casi concreti, l'AI viene efficacemente implementata nel mondo factoring e leasing, ma anche in diversi processi del credito al consumo.
"Il mercato italiano mostra significativi segnali di crescita nell'adozione dell'intelligenza artificiale. Tuttavia, rispetto ad altri Paesi europei, abbiamo ancora ampi margini di miglioramento. In realtà, questa non è una peculiarità esclusiva del mondo finanziario" spiega Pettinelli, facendo riferimento agli ultimi dati dell'Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano. Nonostante il mercato dell'AI in Italia abbia raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 58% rispetto al 2023, il Bel Paese è infatti ancora indietro rispetto ad altre nazioni del continente: solo il 59% delle grandi imprese italiane ha un progetto AI attivo, contro una media europea del 69%. "La nostra esperienza quotidiana ci conferma che la regolamentazione e la cultura aziendale giocano un ruolo chiave nel frenare il ritmo di questa trasformazione".
Il Gruppo Fibonacci ha invece già ampiamente abbracciato la rivoluzione. "Oltre ad applicarla nei nostri servizi, sfruttiamo l'intelligenza artificiale per migliorare l'efficienza e la qualità dei processi interni del Gruppo e, non in ultimo, per promuovere lo sviluppo e la formazione delle competenze delle nostre persone".

L'esperienza di altermAInd

Parte del Gruppo Fibonacci, altermAInd opera con la mission di unire innovazione e compliance, attraverso l'offerta di un ecosistema di piattaforme e servizi AI-native, progettati soprattutto per aziende che operano in contesti complessi e regolamentati. Tra i prodotti principali, vi sono:
  • Gravity, la piattaforma di AI Governance che rende l'adozione dell'AI sicura, trasparente e controllabile.
  • Nebula, per il monitoraggio SLA in ambienti cloud mission-critical.
  • Aurora, un agente AI modulare e no-code.
  • Slash, per l'assessment delle competenze AI.
"Ci caratterizza un approccio concreto: costruiamo soluzioni che funzionano già in produzione, con clienti reali, perché crediamo che l'AI non debba solo impressionare, ma anche risolvere problemi veri" commenta Filipe Teixeira, Ceo di altermAInd.
Questo, in uno scenario in cui le banche AI-first, sono ancora lontane. "Siamo all'inizio di un percorso. In Italia esistono già realtà bancarie con una forte vocazione all'innovazione, ma parlare di approccio "AI-first" significa mettere l'intelligenza artificiale al centro di ogni processo strategico e operativo. Non è solo questione di tecnologia: serve un vero cambio di mentalità. Un'AI-first bank ripensa modelli, competenze e metriche, abbandonando approcci tradizionali per abbracciare logiche iterative, integrate e intelligenti. Il cambiamento culturale è la vera sfida, ma anche la condizione necessaria per un'adozione efficace dell'AI".
La transizione è possibile, dunque, ma necessita di una strategia efficace, sicura e compliant. Che, secondo Teixeira, si deve fondare su quattro fondamentali pilastri: "governance, trasparenza, controllo e responsabilità. L'intelligenza artificiale non può essere adottata come un "add-on" tecnologico. Va governata end-to-end: dall'onboarding dei modelli alla gestione dei dati, dall'audit dei processi decisionali fino al rispetto delle normative come l'AI Act o il GDPR. Serve una piattaforma di orchestrazione centralizzata, che garantisca visibilità e tracciabilità dei modelli AI in uso, e che abiliti i controlli necessari per operare in settori regolamentati come il banking".
In questo scenario, si inserisce anche la tanto discussa Agentic AI. "Gli AI Agent stanno rapidamente evolvendo da assistenti verticali a sistemi agentici complessi, capaci di collaborare, prendere decisioni autonome e adattarsi in tempo reale. Il futuro che vediamo è fatto di ecosistemi di agenti che dialogano tra loro, integrandosi con sistemi legacy e nuovi stack, ottimizzando processi, riducendo costi e aumentando l'efficacia operativa. L'importante sarà costruire agenti affidabili, auditabili e facilmente personalizzabili per i diversi contesti d'uso. In questo senso, la nostra direzione è chiara: portare agenti AI dalle demo alla produzione, con sicurezza e scalabilità" conclude Teixeira.
 
 
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