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08 Dicembre 2024 / 15:27
Spunta, la blockchain può essere una rivoluzione

 
Fintech

Spunta, la blockchain può essere una rivoluzione

di Ildegarda Ferraro - 25 Giugno 2020
“La Spunta oggettivamente rappresenta una pietra miliare nel panorama della Dlt, perché si tratta della prima iniziativa di industrializzazione di questa tecnologia, almeno a livello europeo. Parliamo di molti milioni di transazioni e di un’intera comunità bancaria coinvolta”. Chi parla è Savino Damico, Head of Fintech Ecosystem Management and Monitoring di Intesa Sanpaolo. Insomma, è già una rivoluzione, tanto più efficace quanto meno si vede. “Saremo molto bravi – aggiunge Damico – se le modifiche tecnologiche risulteranno trasparenti per gli utenti (consumer o aziende), pur abilitando nuove funzionalità, significative riduzioni di costi e nuovi modelli di business. Per l’utente finale è importante il risultato, non la tecnologia sottostante”
Dal contante alle carte, fino ai sistemi più innovativi, i pagamenti sono nelle sue corde da sempre. Ha seguito passo passo tutta l’evoluzione che ha cambiato il nostro modo di vivere. Ha avuto uno sguardo attento su quanto succedeva qui da noi e anche fuori. Savino Damico, Head of Fintech Ecosystem Management and Monitoring di Intesa Sanpaolo, è allenato a cogliere i semi del cambiamento. sarà per questo che si è appassionato alla blockchain e ai crypto-assets e ha seguito Spunta Banca Dlt, il progetto promosso dall’ABI e coordinato da ABI Lab.

Il mondo è cambiato profondamente e lei questa mutazione l’ha vista da vicino. I pagamenti hanno modificato anche il modo di relazionarci. Che considerazioni ne trae?

L’aspetto positivo è certamente rappresentato dal fatto che molti pagamenti garantiscono una user experience (Ux) ossia una esperienza dell’utente semplice e piacevole e dobbiamo riconoscere che ciò è stato in parte dovuto alle soluzioni messe a disposizione da alcune fintech, che hanno certamente ispirato alcune banche (la maggior parte delle quali più tradizionalmente attenta ad aspetti di compliance insieme a quelli di Ux).
Occorre però sottolineare due elementi altrettanto importanti: nell’ambito dei pagamenti per rendere semplice e sicuro lo scambio di denaro, è necessario un enorme sforzo di tutti i player che concorrono a fornire il servizio. Occorre quindi uscire dall’equazione: semplice uguale facile e quindi gratuito. Nel caso dei pagamenti questo di solito equivale a fare dumping. Ogni servizio prevede una certa quantità di lavoro e quindi va remunerato. In genere se qualcuno ci offre un servizio gratuito, come la storia recente ha confermato, meglio diffidare, significa molto probabilmente che sta traendo la propria remunerazione con altre modalità (che in qualche caso potrebbero essere a nostro detrimento).   

L’accelerazione nel cambiamento è ora maggiore. Questa velocità come si gestisce?

Specialmente per le grandi organizzazioni la velocità rappresenta una sfida tutt’altro che banale, perché deve essere combinata con una serie di altri elementi che tendono a rallentare, giustamente, ma naturalmente,  l’introduzione di nuove tecnologie. Una delle modalità per accorciare il time-to-market è ovviamente rappresentato dall’adozione di soluzioni fintech disponibili sul mercato e già pronte a scalare. Il vero segreto però non è solo la selezione e l’identificazione delle soluzioni; risulta infatti fondamentale non stravolgerle con una personalizzazione spinta, perché questo tende a dilatare significativamente tempi e costi, riducendo il vantaggio apportato dall’adozione di una soluzione “buy“.

La blockchain, anche nella sua fisionomia private permissioned, è un cambio di paradigma sostanziale. Come la valuta?

Non è stato semplice rileggere la gestione dei servizi finanziari con la lente della blockchain, ma il passaggio dalla blockchain pubblica (che presenta peraltro anche dei rilevanti vantaggi) a quella privata a me è parso subito più consono alle esigenze dell’industria finanziaria, soprattutto per le caratteristiche di scalabilità, privacy e compliance che la contraddistinguono rispetto alla blockchain di bitcoin.

Quanto può influire sulle nostre consuetudini ed anche sulla vita di tutti i giorni?

In questo caso voglio dare una riposta un po’ più disruptive: saremo molto bravi se le modifiche tecnologiche risulteranno trasparenti per gli utenti (consumer o aziende), pur abilitando nuove funzionalità, significative riduzioni di costi e nuovi modelli di business. Per l’utente finale è importante il risultato, non la tecnologia sottostante. La blockchain è soprattutto un tool infrastrutturale. Passeranno ancora diversi anni prima che si possa parlare di una tecnologia consolidata, ma ritengo che uno degli elementi che risulteranno vincenti (insieme alla capacità e alla volontà politica di investire risorse su tale  tecnologia – si pensi al Fintech Action Plan della Commissione Europea) sia costituito dalla capacità di abilitare nuove stream di ricavo, mentre sinora si è assistito quasi esclusivamente alla sostituzione di servizi esistenti con servizi basati sulla Distributed Ledger Technology (Dlt). 

Il mondo bancario in Italia con la Spunta si è dotato di una sua autostrada blockchain. È un risultato non di poco conto.

Si tratta di un risultato eccellente, che rischiamo di sottovalutare per un approccio che, più o meno consapevolmente, tende sminuire i risultati delle iniziative nazionali. La Spunta oggettivamente rappresenta una pietra miliare nel panorama della Dlt, perché si tratta della prima iniziativa di industrializzazione di tale tecnologia, almeno a livello europeo. Parliamo di molti milioni di transazioni e di un’intera comunità bancaria coinvolta. Dobbiamo essere fieri di tale risultato e cercare di capitalizzare sullo stesso nel breve termine, sia per sfruttare il vantaggio competitivo nei confronti di altre community, sia per estrarre valore da un’infrastruttura che servirà molteplici finalità.

Che prospettive vede per i prossimi passi? Che cosa ci si potrà far transitare sui binari della Spunta?

Più che svelare i potenziali oggetti, credo sia molto più importante parlare delle caratteristiche che devono avere i progetti che possono essere portati sulla blockchain nazionale. La gestione di un grande numero di transazioni, di dati e interazioni molti a molti, corredati dall’importanza di una riconciliazione “by design”, offerta nativamente dalla Dlt, possono alimentare diversi use case molto interessanti in termini di vantaggi indotti, molti dei quali potrebbero anche essere esportati ad altre comunità nazionali.

Il Progetto Spunta è anche un gruppo di persone, l’impegno a mettere a fattor comune un obiettivo. Che iniezione di fiducia può dare la riuscita di un progetto?

È stato possibile raggiungere un risultato di valore assoluto grazie a una fortissima coesione e determinazione di ABI, ABI Lab, Sia, Ntt Data e tutte le banche Pilota; per fare ciò abbiamo anche adottato un nuovo modo di gestire la governance, in parte dettato dall’architettura distribuita della Dlt stessa, ma che ha anche ricalcato l’approccio di co-opetition che abbiamo dovuto mettere in campo a livello europeo quanto abbiamo creato la Sepa.
Vorrei cogliere quest’occasione per ringraziare tutti le Colleghe e i Colleghi di Intesa Sanpaolo che, ciascuno per la propria area di competenza, hanno saputo mettersi in gioco per reinterpretare il proprio ruolo nell’ambito della Dlt. Non si è trattato di un esercizio semplice, ma, anche sulla base dei molti feed-back positivi ricevuti, ritengo si sia trattato di un’esperienza di crescita rilevante, che ha svelato una grande capacità innovativa dei nostri colleghi, indipendentemente dalla propria collocazione organizzativa. È  naturale concludere quindi che un progetto simile abbia senza dubbio contribuito ad accrescere la consapevolezza di saper gestire con successo progetti complessi e innovativi.      
Spunta è il progetto delle banche, coordinato da ABI Lab e promosso dall’ABI, per risolvere la rendicontazione dei conti reciproci tra le banche con una blockchain permissioned. La rubrica "Le Voci di Spunta” raccoglie le opinioni e le posizioni di tutti i protagonisti che lavorano a una Dlt del mondo bancario in Italia. Qui tutti gli articoli della rubrica 
 
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