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23 Aprile 2024 / 16:44
RTP: un’occasione per le banche

 
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RTP: un’occasione per le banche

di Mattia Schieppati - 9 Marzo 2021
Il nuovo schema paneuropeo della Request-To-Pay rappresenta una rivoluzione destinata a incidere profondamente sulle trasformazioni in atto nell’ambito dei pagamenti digitali. Oltre che un’opportunità per le aziende bancarie di rafforzare la relazione con i clienti. All’evento organizzato da PPI, il Segretario Generale dell’EBA Thomas Egner conferma l’attesa per i vantaggi della nuova soluzione
A dettare il percorso è un’agenda di scadenze strette, che danno ormai l’idea di quella che è l’accelerazione in corso verso un traguardo vicino. Lo scorso 30 novembre 2020, a seguito di una fase di pubblica consultazione iniziata nel giugno 2020, l’EPC (European Payment Council) ha emanato il SEPA Request-to-Pay Scheme Rulebook, prima versione del documento in cui sono definite l’insieme di regole che andranno a normare il nuovo schema paneuropeo delle Request To Pay (si può scaricare qui). A febbraio si è conclusa la fase di “call for change” e per la metà di giugno è previsto l’avvio operativo del nuovo strumento che rappresenta un anello di congiunzione importante (e ancora rimasto nel mondo “fisico”) tra invoicing e la fase di payment, ovvero di un processo che ormai viaggia completamente in digitale. Non un sistema di pagamento, quindi, ma un framework di servizi di messaggistica, sviluppato da EBA Clearing, che permette ad un beneficiario, tramite un insieme di regole operative ed elementi tecnici, di richiedere una somma di denaro ad un pagatore per regolare una transazione, mediante uno schema di pagamento Sepa Credit Transfer (SCT) o Sepa Credit Transfer Instant (SCT Inst). In pratica, quando il beneficiario effettua una richiesta di pagamento, il pagatore riceve informazioni sull'importo, la descrizione dello scopo della transazione e le informazioni sul beneficiario. A questo punto può decidere di approvare o rifiutare la richiesta, con conseguente autorizzazione (o rifiuto) della transazione di pagamento. Se la richiesta di pagamento viene approvata, la banca del pagatore riceve la disposizione di eseguire un pagamento al beneficiario.
All’interno di questa agenda serrata di passi che porteranno all’avvio dell’operatività dei sistemi RTP, una data importante è stata quella dello scorso 16 febbraio, con l’evento-confronto organizzato da PPI - società europea di alta consulenza e di software, leader nel settore dei pagamenti da circa quarant’anni - che ha messo intorno ad un tavolo (virtuale) alcuni dei protagonisti di questo percorso e del mercato di riferimento, tra i quali Thomas Egner, Segretario Generale di EBA, Christian Schaefer, Head of Payment Products & Solutions Deutsche Bank, Josè Vincente, Deputy Manager – Payment  Unit Banco Comercial Portoguese, Massimo Battistella, Chairman EACT Payments Commission e Alberto Scaduto, Responsabile Incassi e Pagamenti di PostePay, oltre a Hubertus von Poser, Member of the Management Board di PPI.
A emergere nel corso del dibattito è un’evidenza: l’RTP rappresenta una rivoluzione – anche se portata avanti senza troppa enfasi – che ha il potenziale per cambiare il mercato europeo dei pagamenti a lungo termine. Non si tratta infatti solamente di una procedura o di una semplice technicality, quanto piuttosto di un metodo che consente di rendere molti processi di pagamento più snelli, più efficienti e più user-friendly. Ma anche di una nuova e diversa cultura di approccio a questo tema.
Il Request to Pay apre infatti una serie di nuovi scenari applicativi, che vanno dagli ambiti B2C, B2B e B2G (Business to Government), fino ai pagamenti al dettaglio direttamente nel punto vendita, o ai trasferimenti digitali tra privati (pagamenti peer-to-peer). Non solo: è un’occasione, per gli operatori, di mettere in campo nuove opportunità sul fronte del customer engagement e generare nuove revenue stream rispetto alla pura gestione dell’incasso. «La survey condotta da EBA in collaborazione con PPI a livello europeo (e che nella seconda metà del 2020 ha coinvolto 94 aziende di 18 Paesi, ndr) riflette un'opinione chiara sul processo RTP: le aziende coinvolte esprimono un giudizio fortemente positivo rispetto al processo che è stato messo in atto, sui servizi che si aspettano e sui vantaggi che vedono per il loro business», ha osservato Thomas Egner.
Banche e istituzioni finanziarie sono naturalmente i primi soggetti a essere chiamati in causa rispetto a questa innovazione – lo dimostra, del resto, l’impegno diretto dell’EBA su questo fronte – e quindi le strategie (anche di investimento) su questo fronte non possono essere messe in secondo piano. Anche perché, pur essendo i primi soggetti interessati, non sono i soli. L’RTP apre infatti un mercato di grande interesse per le corporate, a partire dalle utilities, oltre che naturalmente per le big tech e per le fintech. Si tratta insomma di un’arena competitiva ampia, e così come è avvenuto e sta avvenendo con l’entrata in vigore della PSD2 e la trasformazione verso un concetto di open banking, si tratterà di vedere quanto e come tra banche e aziende non bancarie si innescheranno meccanismi di cooperazione piuttosto che di competizione, come accade sul fronte dei digital payments.
Come osserva Ivano Galluzzo, direttore vendite della branch italiana di PPI, «l’Italia sta dimostrando una grande attenzione a questo tema; su 300 partecipanti al nostro evento, un centinaio erano rappresentanti di istituzioni finanziarie e aziende italiane, questo è un segnale importante. Il che conferma come il nostro Paese mantenga una capacità di reazione molto spiccata rispetto alle innovazioni che riguardano l’ambito dei pagamenti, come hanno dimostrato, nel passato anche recente, la capacità di attivazione sul tema del RID, o la case history di CBI».
Fondamentale, in questa stretta finale verso l’implementazione, è anche il ruolo dei soggetti che hanno il know-how e la visione per accompagnare le banche nel comprendere e valorizzare le opportunità che questa innovazione introduce. Si muove secondo questa prospettiva di “accompagnamento culturale”, oltre che supporto tecnologico, una realtà solida e autorevole come PPI, presente in Italia con il brand smart4p, che fin dal principio sta supportando EBA nel disciplinare e nel divulgare le potenzialità del Request-to-Pay, recentemente anche tramite un’indagine promossa e gestita a livello europeo che ha coinvolto banche, payment institutions, fornitori di servizi di pagamento e grandi aziende. «Rispetto a questo tema, che ci ha visto da subito in prima linea, non siamo partiti da uno schema tecnico, ma abbiamo messo in campo un approccio che parte dalle use-case», conferma Galluzzo. «È il metodo più efficace per sviluppare soluzioni interessanti per il mercato. PPI ha le carte in regola per supportare sia le banche che le corporate a livello nazionale ed europeo in questo processo: operiamo già da anni con una piattaforma proprietaria che risponde agli standard ISO cui tutto il mercato è chiamato ad adeguarsi, e senza dubbio il fatto di essere fin dal principio di questo processo presenti al tavolo di lavoro dell’EBA, dimostra che crediamo profondamente nel valore di questo strumento e nelle sue potenzialità per tutti i soggetti coinvolti».
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