Made.IT, l'innovazione italiana diventa un brand
di Mattia Schieppati
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15 Gennaio 2020
Al Ces di Las Vegas il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano ha lanciato il progetto di internazionalizzazione della tecnologia Made in Italy. Un’iniziativa interministeriale, che coinvolge l’Agenzia Ice e diversi attori istituzionali, per promuovere aziende e start-up innovative in tutto il mondo. A partire dal mercato Usa ...
Il Governo italiano ha scelto un palcoscenico d’eccezione, il Consumer Electronic Show (Ces) di Las Vegas – la più importante fiera mondiale delle tecnologie di consumo tenutasi dal 7 al 10 gennaio – per presentare al mercato e agli investitori nazionali Made.IT: il progetto interministeriale focalizzato sullo sviluppo di tecnologie innovative da parte di aziende e start-up italiane e sull'internazionalizzazione del brand tecnologico nazionale. Made.IT è una delle cinque azioni previste dal Piano Strategico Nazionale d’Innovazione «Italia 2025» presentato lo scorso dicembre dal Governo.A illustrarlo è stata Paola Pisano, Ministro dell’Innovazione e Digitalizzazione presso il padiglione Italia del Ces, che anche quest’anno ha visto un’alta partecipazione di imprese tricolore (48 le start-up presenti nel padiglione istituzionale, altre 20 quelle che hanno partecipato in maniera autonoma).
Trattenere i cervelli
«Made.IT è uno dei progetti principali per sostenere l’innovazione nella nostra
strategia per l’innovazione e la digitalizzazione “Italia 2025”. L’obiettivo è semplice e ambizioso: accompagnare le piccole e medie imprese italiane e le start-up che si occupano di tecnologia e digitale in un progetto di crescita e promozione, che possa dare impulso e slancio al settore, trasformando l’innovazione Made in Italy in un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo», ha esordito il Ministro. L’obiettivo dichiarato è evitare che le idee tecnologiche nostrane siano costrette a partire per l’estero per trovare spazio e poter crescere in ambienti più favorevoli al fare impresa innovativa. I settori più promettenti spaziano dai grandi filoni della tech revolution (intelligenza artificiale, cyber security, robotica e mobilità del futuro) a comparti che costituiscono, agli occhi del mondo, le specialità tipiche del nostro Paese: il turismo, l'agroalimentare, la moda e il design.«Vogliamo promuovere un cambiamento strutturale per rendere l’Italia un Paese attraente per chi investe in innovazione, dove fondare, far crescere e radicare società che operano nel settore tech. Questo perché crediamo che l’innovazione sia una delle principali leve per migliorare la vita dei cittadini e creare nuove opportunità di sviluppo e lavoro. Ma anche perché crediamo che il nostro Paese disponga di un grande asset, finora poco valorizzato: la creatività. Un “tesoro sommerso” che non trova gli sbocchi che merita, se consideriamo che ad oggi abbiamo soltanto circa 10 mila start-up innovative che operano in Italia».
Cosa prevede il programma
Il programma di Made.IT prevede a grandi linee tre livelli d’azione:
- attività di marketing e promozione, i cui punti fondamentali sono la definizione del marchio Made.IT, la realizzazione di una piattaforma online e un evento annuale dedicato al settore tech;
- interventi normativi per semplificare l’attività imprenditoriale innovativa;
- un sistema semplificato di visti che consenta una più facile circolazione dei lavoratori.
Gli strumenti che verranno messi in campo sono diversi. Il marchio e la piattaforma Made.IT accoglieranno le piccole e medie imprese e le start-up più meritevoli che sviluppano tecnologia in Italia. L’accesso al programma è garantito alle imprese che saranno valutate sulla base di criteri di performance e di potenziale di crescita, che dovranno rispettare alcuni requisiti che riguardano soprattutto l’italianità e lo sviluppo di tecnologie inclusive, ad impatto sociale e ambientale sostenibile.«Made.IT offrirà a queste imprese un percorso di crescita e promozione, mettendo a disposizione il know how e le competenze di un team di esperti, facilitando l’accesso ai fondi per l’innovazione nazionali e europei, creando un ambiente favorevole attraverso interventi normativi mirati. Ma soprattutto valorizzando le loro idee in Italia e all’estero con un programma di marketing e comunicazione, basato sul marchio, sul sito e su degli eventi dedicati al settore tech Made in Italy», spiega Pisano.
Una corsa a ostacoli
«Ci sono diversi motivi per cui il settore non è sviluppato come potrebbe, soprattutto se confrontato con quanto succede in altri Paesi simili al nostro», riconosce il Ministro: «Il primo è un ambiente non del tutto favorevole allo sviluppo dell’innovazione, fatto di normative e procedure a volte obsolete, che spesso finiscono per ostacolare gli investimenti nelle idee invece di incoraggiarli. A questo problema abbiamo dedicato anche un altro punto del nostro Piano per l’innovazione, che garantisce il “diritto ad innovare”».Ma le normative non sono l’unico ostacolo. Un altro punto centrale è l’accesso ai fondi: «Mentre la Germania sostiene le proprie start-up con investimenti annuali di 5,8 miliardi di euro e la Francia con 4,7 miliardi , l’Italia investe ogni anno soltanto 700 milioni di euro per le start-up che operano sul proprio territorio. Inoltre, le nostre start-up troppo spesso “parlano italiano”, nel senso che faticano ad affacciarsi ai mercati esteri, con il risultato che - come Paese - esportiamo meno tecnologia rispetto a quanto succede altrove. Con il progetto Made.IT vogliamo cambiare questo scenario, iniziando a costruire un Paese attrattivo per gli investimenti in innovazione, dove le aziende tech trovano un ambiente favorevole per crescere e radicarsi».
I prossimi passi di Made.IT
Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo Economico, il Ministero degli Affari esteri e l’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), con i quali nelle prossime settimane verranno definiti gli aspetti operativi del programma, mentre entro la fine di aprile verrà pubblicata e sarà quindi attiva la piattaforma digitale che farà da base al programma. «Ma il progetto è aperto alla collaborazione di chiunque voglia contribuire», aggiunge Pisano: «Alla data di pubblicazione della piattaforma abbiamo in programma di essere già operativi con le prime start-up “pilota” selezionate da un comitato istituito ad hoc. Entro la fine dell’anno ci siamo posti l’obiettivo di coinvolgere altre start-up e le prime piccole e medie imprese, per avere la possibilità di iniziare il 2021 dando piena operatività a questo progetto strategico per il Made in Italy di domani».