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27 Aprile 2024 / 09:37
La Dimensione del Relazionarsi

 
ESG

La Dimensione del Relazionarsi

di Myriam Ines Giangiacomo - 28 Marzo 2024
Apprezzare, prendersi cura e sentirsi in contatto con gli altri, col nostro prossimo, con le generazioni future e la biosfera, ci aiuta a creare sistemi e società più giusti e sostenibili per tutti.​

Per conoscere

La terza dimensione del Framework IDG (Inner Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Interiore) è quella del Relazionarsi – Prendersi cura degli altri e del mondo.
Perché “Apprezzare, prendersi cura e sentirsi in contatto con gli altri, col nostro prossimo, con le generazioni future e la biosfera, ci aiuta a creare sistemi e società più giusti e sostenibili per tutti”.
 È la dimensione che direttamente ci ricorda che quello che stiamo esplorando è il ‘sistema’ delle qualità, competenze e capacità indispensabili agli esseri umani – tutti – se vogliono raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Se Pensare riguarda il modo in cui comprendiamo le diverse sfide, la dimensione Relazionarsi riguarda il motivo per cui dovremmo interessarci, avere a cuore (to care) qualcosa. Ci curiamo di qualcosa ci sentiamo connessi e ci identifichiamo con un contesto più ampio, con persone di altre comunità, organizzazioni e culture, con chi è morto e con chi non è ancora nato, e con altre specie.
La dimensione relazionale implica apprezzamento, connessione, umiltà, empatia e compassione.
Sono capacità che difficilmente troviamo nei sistemi di competenze con i quali siamo abituate e abituati a confrontarci nelle organizzazioni e nei sistemi educativi, in particolare italiani. Non sembrando direttamente connessi alla performance, possono essere facilmente considerate secondarie, accessorie.
Trascuriamo, così, di dare valore a quel sentirsi parte di qualcosa e di un Tutto che, collocando la nostra singola vita in un affresco più grande, motiva dal profondo il nostro agire e, ancorandolo alla dimensione dello Spirito - nel suo senso più ampio non religioso -, gli dà senso e forza.
Inoltre, se vulnerabilità, fragilità, interdipendenza sono caratteri costitutivi della condizione umana, la nostra capacità unica di cooperare e formare reti sociali estese, come ha scritto Yuval Noah Harari, storico e filosofo israeliano autore di "Sapiens: Da animali a dèi", è stata fondamentale per il successo della specie umana nel dominare il pianeta.
Oggi, di fronte alle molteplici patologie ambientali e sociali del presente, la capacità di relazionarsi, di apprezzare, di prendersi cura e sentirsi in contatto con gli altri, consentirà alla specie umana di salvarsi dai danni prodotti da quella dominazione.
Una capacità che, nel sistema degli Inner Development Goals (Obiettivi di Sviluppo Interiore) diventa quasi una postura esistenziale, un modo di essere, un atteggiamento fondamentale che connota ogni pensare e ogni agire.
Questo implica apertura verso l'altro e verso l'ambiente e predisposizione all'empatia e alla compassione (nel significato anglosassone del comprender il sentire dell’Altro, non di provare pietà), al fornire aiuto e sostegno.
E, più profondamente, suggerisce un modo di essere nel mondo che riconosce l'interdipendenza di tutte le forme di vita e valuta l'impatto che azioni, pensieri e parole hanno sul nostro ecosistema con acuta consapevolezza della fragilità e del valore intrinseco di tutto ciò che ci circonda.
Riconoscendo che ogni interazione ha il potenziale per nutrire o danneggiare, per costruire o distruggere, effettuare scelte consapevoli che rispettino la dignità di ogni essere richiede un impegno costante di ascolto e di presenza attenta e umile.
Richiede la capacità di cogliere nell’altro le qualità e potenzialità preziose e uniche che porta nel mondo insieme ai suoi bisogni e desideri e di provare un senso profondo di vicinanza nei momenti di sofferenza come in quelli di gioia, consapevoli di condividere un destino comune.

Per riflettere

Anche esplorare la dimensione del Relazionarsi ci invita a un viaggio interiore. Le domande che seguono sono solo una traccia per avviare una riflessione profonda su come ‘stiamo’ nella relazione con gli altri, con la biosfera e con le generazioni future.
Una riflessione che non può essere one shot ma, piuttosto, merita di essere portata dentro, di accompagnarci nel tempo per diventare sempre più profonda e generativa di nuove relazioni generative.
In che modo ti senti connesso con gli altri esseri umani? Quali sono le esperienze o le situazioni che ti fanno sentire più vicino agli altri?
Quali sono le tue priorità personali e i tuoi obiettivi individuali? Come queste priorità e obiettivi si confrontano e si integrano con le esigenze e gli interessi del gruppo o della comunità a cui appartieni? E con quelli delle generazioni future?
Quali sono le sfide che incontri nel bilanciare le esigenze e i desideri personali con le richieste e le aspettative del gruppo o della comunità e con i diritti delle generazioni future? Come affronti queste sfide e in che modo cerchi un equilibrio tra l'io e il noi? E come vivi la responsabilità verso le generazioni future?
Cosa ti aiuta a mettere il ‘noi’ al posto dell'’io’ quando la situazione lo richiede?
Qual è il tuo rapporto con la Natura e con gli altri esseri viventi? In che modo ti senti collegato al mondo naturale e quali esperienze ti fanno sentire parte di esso?
Come influisce il tuo senso di connessione con la Natura sulle tue azioni quotidiane e sulle tue scelte di vita?
Come ti senti quando sperimenti una profonda connessione con gli altri, con la Natura o con il Tutto? Quali emozioni o sensazioni provi in quei momenti?
Quali sono le sfide che incontri nel coltivare e mantenere un senso di connessione con gli altri, con la Natura e con il Tutto? Come affronti queste sfide e quali risorse ti aiutano a mantenere questa connessione e a prenderti cura degli altri, della Natura e delle generazioni future?

Per agire

Un’esercizio potente per fare una esperienza profonda di relazione è l’Empathy walk, una pratica che sviluppa la capacità di ‘fare spazio’ a qualcuno che è molto diverso da noi e di stabilire una relazione attraversando un confine rilevante.
La versione che propongo è quella che Otto Scharmer – ricercatore e docente del MIT di Boston e autore della Theory U – ha adattato dal lavoro di Edgar Schein, professore emerito del MIT che ha plasmato il campo della cultura organizzativa, dell'apprendimento e della leadership negli ultimi 50 anni.
L’Empathy walk consente di sperimentare la prospettiva di una persona molto diversa da noi. Può essere realizzata di persona o in videoconferenza e richiede un tempo compreso tra una e due ore.
Passo 1: contemplare la differenza
Dedica un po' di tempo a pensare a un mondo molto diverso dal tuo e a quanto e come le persone che lo abitano potrebbero essere diverse da te.
Sii creativo, dai sfogo alla tua immaginazione. Rifletti sui contesti e sulle caratteristiche di 3 o 5 tipi di persone con cui potresti entrare in contatto entro una settimana, se lo volessi.
Passo 2: scegliere una persona
Ora scegli una di queste persone e pensa a come metterti in contatto con lei nella prossima settimana. La persona è collegata a te attraverso il tuo lavoro? È una persona che potresti raggiungere attraverso un familiare o attraverso un amico?
Nota: tieni presente la differenza di potere percepito che potrebbe esistere tra te e la persona che stai contattando. Le nostre interazioni che attraversano differenze come quelle di etnia e di classe sono spesso modellate da una lunga storia di ingiustizia, dolore e trauma. Per confrontarsi con queste differenze sono indispensabili una profonda attenzione e la comprensione che manifestare compatimento rischia di essere offensivo per quella persona.
Passo 3: entrare in contatto
Entra in contatto con questa persona, spiegate le tue intenzioni e chiedile se è interessata a una conversazione con te. Sii esplicito nell'offrire alla persona una via d'uscita gentile: l'intenzione è quella di
creare un'esperienza che abbia valore per entrambi, non solo di acquisire conoscenze.
Fissa un incontro con la persona. Potete incontrarvi da soli oppure insieme a qualcun altro, non senza averne prima richiesto il permesso.
Attraverso la conversazione, cerca di comprendere come sarebbe vedere il mondo dal punto di vista dell’altra persona. Su come procedere, cosa dire alla persona, quanto tempo dedicarle, ecc. non ci sono regole o linee guida. Sii creativo. L'idea è di andare nel mondo e praticare l'empatia, la costruzione di relazioni e l'ascolto profondo insieme a un’altra persona.
Fase 4: riflettere
Dopo la conversazione, scrivi una nota di riflessione sul tuo vissuto, su come ti sei sentito, su come hai e avete reciprocamente reagito e su cosa hai imparato.

Per approfondire

Simon Robinson e Maria Moraes Robinson, Holonomics, il Pianeta e le persone al centro dell’economia, Ubiliber, 2022
Un libro che ha il potere di accompagnare - senza salti, né buchi, né impliciti – nella comprensione di quanto e come tutte le cose del mondo siano interconnesse e dell’impatto che una tale consapevolezza può avere su tutte le azioni umane.
 
Myriam Ines Giangiacomo è fondatrice e CEO di Bottega Filosofica
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