Il Fintech, tra unicorni e motori di innovazione
di Mattia Schieppati
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1 Febbraio 2023
Una ricerca condotta da EY in collaborazione con Fintech District fotografa lo stato di salute delle aziende tecnologiche innovative in ambito bancario e finanziario, a livello italiano e per quanto riguarda il mercato italiano. Dove, nonostante la cronica fragilità del venture capital, lo scenario si conferma estremamente vitale
«Oggi, all'inizio del 2023, la maggior parte dei lettori troverebbe superfluo (o addirittura anacronistico) leggere una definizione di FinTech o sottolineare nuovamente l'impatto che le aziende innovative hanno nel settore della banca e della finanza. Tuttavia, i massicci cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni nella società, nell’ambito della sanità e nel panorama economico richiedono un'analisi rinnovata per comprendere a fondo le implicazioni di tali eventi e le opportunità imminenti che si aprono davanti a noi».
La frase con cui si apre il report FinTech Waves. The Italian FinTech Ecosystem, realizzato da EY in collaborazione con Fintech District, mette subito in campo una grande verità: il fintech non è un “fenomeno” ormai storicizzato, ma è un elemento che continua a guidare l’innovazione e la trasformazione del mondo bancario e finanziario. E che continua a rappresentare, dal punto di vista degli investimenti e delle potenzialità di sviluppo, un settore chiave dello sviluppo economico oltre che un motore del cambiamento culturale e sociale allargato che riguarda il rapporto tra le persone e l’utilizzo del denaro.
«Nei 2 anni trascorsi tra la prima edizione di FinTech Waves e questo aggiornamento, il mercato FinTech si è evoluto in modo significativo, assistendo a due tendenze opposte», continuano gli analisti di EY. «Da un lato, il 2021 è stato caratterizzato da una tendenza al rialzo, con molti nuovi investimenti in start-up in tutto il mondo e una crescita senza precedenti del volume degli affari. Nonostante le turbolenze macroeconomiche causate da COVID-19, la guerra in Ucraina e l'aumento dei prezzi del gas, il mercato si è rivelato vitale al punto che il numero di FinTech ha continuato a crescere e un unicorno su quattro viene dal FinTech, la maggior parte di qualsiasi settore. D'altra parte, a partire dal 2022, c'è stata una significativa inversione di tendenza, testimoniata da un significativo rallentamento del numero di operazioni, dimensione media delle operazioni e nascite di nuovi unicorni».
Lo scenario italiano
Uno scenario globale di sviluppo, rispetto al quale l’Italia si sta giocando bene le sue carte. In Italia dal 2016 ad oggi i finanziamenti raccolti sono aumentati con un CAGR di oltre il 60% e nel 2022 hanno raggiunto i 1.040 milioni di euro, con un significativo incremento rispetto ai 900 milioni del 2021 e ai 247 milioni del 2020. Tuttavia, la raccolta fondi è molto polarizzata, con il 94% dei finanziamenti ottenuti dalle fintech con raccolta superiore ai 100 milioni e con fatturato annuale superiore ai 5 milioni. Il settore dei pagamenti è quello che ha raccolto più fondi (in linea con la grande crescita ottenuta dai primi due unicorni fintech italiani, Satispay e Scalapay), seguito dalle neobank (aziende tecnologiche che forniscono servizi bancari di nuova generazione).
In tema di stadio di sviluppo, le fintech in fase Early Stage si sono ridotte del 25%, mentre sono aumentate quelle in fase Early Growth (37%), testimoniando una sostanziale crescita ed evoluzione dell’ecosistema italiano verso situazioni più mature.
Per quanto invece attiene al fatturato annuo, dall’analisi emerge che il 24% delle fintech intervistate (contro il 9% del 2020) ha un fatturato superiore ai 5 milioni di euro e che da sole rappresentano il 97% dei fondi raccolti. Allo stesso tempo sono diminuite dal 62% al 41% le fintech che fatturano meno di 500 mila euro l’anno. Quasi la metà (44%) delle fintech intervistate mostra una valutazione post-money superiore ai 10 milioni di euro.
Riguardo alle fonti di finanziamento, più del 17% degli intervistati (quasi il doppio rispetto al 2020) ha affermato di fare affidamento principalmente su fondi di Venture Capital internazionali, il cui ruolo si è consolidato a riprova del crescente interesse degli operatori internazionali per il mercato fintech italiano. Anche il minore affidamento sulle risorse finanziarie personali, passato dal 24% al 15%, testimonia una maggiore maturazione del settore, che cerca un funding strutturato per una crescita solida e una maggiore competitività. Riguardo ai prossimi round di investimento, il 32% delle startup fintech guarda con interesse agli operatori internazionali di VC, per un desiderio sia di espansione internazionale sia di crescita del business.
È interessante notare che, sebbene M&A e IPO siano le exit strategy preferite rispettivamente dall’45% e dal 32% degli intervistati, in Italia si sono verificate poche operazioni di questo tipo. Si evince dunque che molti attori non hanno una visione chiara della strategia futura; infatti, il 7% del campione (era l’1% nel 2020) – anche alla luce dell’attuale scenario macroeconomico – dichiara di non avere alcuna exit strategy.
I trend di sviluppo
Al di là dei numeri, la parte forse più interessante del report è quella dedicata ai trend rispetto ai quali il mondo del fintech si sta orientando, e rispetto ai quali gli analisti si attendono gli sviluppi più interessanti in termini di crescita e di mercato. In sintesi, sono:
Embedded Finance. Il concetto di Embedded Finance si riferisce alla possibilità per i fornitori non finanziari di operare servizi finanziari in aggiunta alle loro offerte commerciali, per fornire servizi a valore aggiunto all’interno di una customer experience unificata e senza soluzione di continuità. Rientrano in questo ambito gli embedded payments, ovvero l'integrazione delle opzioni di pagamento digitale con un’infrastruttura abilitante apposita in siti web e app di fornitori non finanziari. Un esempio di tale fenomeno è rappresentato da Uber, che offre ai propri utenti la possibilità di pagare il servizio direttamente sull'app al termine della corsa.
Pagamenti innovativi e pagamenti invisibili. I pagamenti digitali in Italia hanno visto un aumento del 22% nel primo semestre del 2022. Raggiungeranno circa 400 miliardi di euro entro la fine del 2022, mentre l'utilizzo del contante scenderà sotto il 50%. Le modalità di pagamento digitali più diffuse sono state tramite carte contactless e tramite smartphone e wearable, con un +139% negli ultimi dodici mesi. I Pagamenti invisibili sono un’ulteriore passo in avanti rispetto all’adozione sempre più diffusa dei portafogli digitali, e riguardano le forme di pagamento senza dispositivo, basate per esempio sulla biometria: l'addebito dell'importo da pagare avviene senza che l'utente debba intraprendere alcuna azione.
Finanza aperta e partnership. Gli ultimi dati presentati da Banca d'Italia sulle partnership originate da istituzioni finanziarie in Italia sono incoraggianti: il 46% degli intermediari ha avviato almeno un rapporto di collaborazione con il mondo Fintech; sono stati censiti complessivamente 330 accordi riferibili a 199 aziende. In circa un terzo dei casi, le collaborazioni prevedono lo sviluppo e l'utilizzo di API e altri strumenti di integrazione nella logica dell'Open Banking. Nel 71% dei casi vengono attivate collaborazioni per realizzare uno specifico progetto di investimento.
Criptovalute e asset digitali. L'avvento delle tecnologie blockchain ha indubbiamente accelerato le dinamiche di cambiamento nel mondo finanziario. Di conseguenza, un numero crescente di aziende FinTech di successo ha sfruttato i fondamentali della tecnologia blockchain (decentramento, trasparenza e verificabilità, tempestività delle transazioni, privacy e sicurezza, contratti intelligenti, risorse crittografiche native e token) per sviluppare nuove proposte di valore e modelli di business innovativi.
Fintech for Good (ESG). Il numero di FinTech ESG e i relativi volumi di investimento sono costantemente aumentati negli ultimi anni. Attualmente in Europa sono attive circa 300 Fintech ESG, il 218 delle quali (45% del totale) sono focalizzate su tematiche Ambientali, 169 (35%) su temi Sociali e 101 (21%) su ambiti di Governance. Nel terzo trimestre del 2022, le fintech ESG hanno raccolto 641 milioni di dollari, rispetto agli 844 milioni di dollari nel 2021 e ai 292 milioni di dollari nel 2020.
Che cosa attenderci per il futuro?
«Dopo molti anni di vero e proprio “hype” legato al Fintech, il mercato sta reagendo alle incertezze esterne andando nella direzione della sostenibilità», concludono gli analisti di EY. «Gli imprenditori del Fintech devono ripensare le priorità rispetto alla ricerca di nuove fonti finanziarie: l'obiettivo è dimostrare di avere un team solido e una concreta strategia di crescita, per affrontare un contesto di mercato sempre più complesso e il nuovo approccio degli investitori prudenti. In tal senso, la continua ricerca di nuovi talenti emersa durante l'indagine rappresenta un ottimo segnale di salute e lungimiranza del settore. In questo contesto, l'opportunità di strutturare partnership strategiche e join-venture commerciali con gli Incumbent diventa – per le Fintech – un modo fondamentale per stabilizzare la crescita e consolidare i principali KPI economico-finanziari».