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22 Maggio 2025 / 04:57
Grande Progetto Pompei, intesa banche-PA contro le infiltrazioni criminali

 
Imprese

Grande Progetto Pompei, intesa banche-PA contro le infiltrazioni criminali

di Maddalena Libertini - 18 Marzo 2013
Tramite il Servizio di Nodo del Consorzio CBI saranno monitorati e tracciati i flussi finanziari per garantire la legalità, Intervista a Liliana Fratini Passi, Direttore Generale del Consorzio CBI
Siglato il 6 febbraio da ABI, Consorzio CBI e amministrazioni pubbliche il protocollo per avviare il monitoraggio finanziario di lavori, servizi e forniture del Grande Progetto Pompei che mira alla riqualificazione del sito archeologico campano entro dicembre 2015. Tra le istituzioni pubbliche impegnate nell’intesa il Ministero dell'Interno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Soprintendenza Archeologica di Napoli e di Pompei e il Gruppo di Lavoro per la legalità e la sicurezza del Progetto Pompei.
Il monitoraggio finanziario sarà realizzato attraverso il Servizio di Nodo del Consorzio CBI. Ne parla Liliana Fratini Passi , Direttore Generale del Consorzio.

Cosa stabilisce questo accordo?

L’accordo prevede che le amministrazioni pubbliche coinvolte, con l’aiuto del settore bancario, si impegnino a monitorare e tracciare i flussi finanziari connessi alla realizzazione delle opere. Questo monitoraggio, come prescritto dal Comitato di Coordinamento per l'Alta sorveglianza delle grandi opere, avverrà secondo le modalità del progetto CAPACI (Creation of automated procedures against criminal infiltration in public contracts), progetto nato nel 2011 per impedire l'infiltrazione di capitali di origine illecita all'interno di procedure di affidamento e di realizzazione delle opere d’interesse nazionale.

Come è nato il progetto CAPACI?

È un lavoro che arriva da lontano e parte da un’iniziativa del DIPE contro il riciclaggio di denaro e la penetrazione della mafia e di organizzazioni criminali nei grandi lavori pubblici. Nel 2009 abbiamo avviato con il Dipartimento una sperimentazione per la tratta T5 della Metro C di Roma, ponendone in monitoraggio i pagamenti della filiera. Il CBI ha svolto un ruolo di raccolta e messa a disposizione al DIPE delle informazioni utili al monitoraggio attraverso la nostra infrastruttura di rete e l’utilizzo del SEPA credit transfer, ovvero il bonifico SEPA. I riscontri sono stati molto positivi e il Ministero degli interni in partnership con CBI e Formez PA ha partecipato con il progetto CAPACI a un bando della Commissione Europea nell’ambito del programma di prevenzione e lotta alla criminalità e ha ricevuto il finanziamento.

Quali sono stati i passi successivi?

Il primo obiettivo del progetto europeo era consolidare la sperimentazione a livello nazionale. Dopo la Metro C abbiamo testato il modello sul caso della variante ferroviaria di Cannitello e ora il progetto verrà esteso a un’altra grande opera come è quella del Grande Progetto Pompei, ovvero il restauro di cinque domus finanziato con 105 milioni di euro dal Fondo di sviluppo regionale dell’Unione Europea. Tutti i pagamenti saranno tracciabili per contrastare l’infiltrazione criminale e garantire la legalità.

Qual è il ruolo del CBI nel progetto CAPACI?

Il CBI è il soggetto infrastrutturale attraverso cui questo progetto si è potuto realizzare, attraverso le banche italiane che emettono delle rendicondazioni ad hoc. Le banche che partecipano all’asset del consorzio consentono il monitoraggio di tutti i pagamenti disposti nella filiera, dall’appaltatore, subappaltatore, per la realizzazione dell’opera pubblica. Il Consorzio riunisce oltre 700 banche e Poste Italiane in un’unica infrastruttura tecnologica grazie alla quale, già oggi, le pubbliche amministrazioni possono dialogare in modo efficiente con l'intero settore finanziario.

Le prossime tappe?

L’obiettivo del progetto è diffondere questa best practice all’estero, promuovendo il business model, il work flow che abbiamo generato, anche negli altri paesi europei. A tal fine il Ministero sta già lavorando, tra gli altri, con Francia, Germania, Portogallo. A livello domestico, invece, la nostra grande ambizione sarebbe estendere il modello a tutti i progetti pubblici, secondo la logica che se non c’è nulla da nascondere non ci sono problemi ad essere monitorati. Quindi la direzione è dargli la massima visibilità a livello istituzionale per fare in modo che tutti gli appalti pubblici siano inseriti in questa progettualità.
Video correlati:
Intervista a Vittorio Pujia, Coordinatore della Struttura di supporto CUP Presidenza del Consiglio dei Ministri, DIPE. (Forum Banche e PA - 24/02/2012)
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