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26 Dicembre 2024 / 23:23
Banco BPM, accordo con Iccrea e FSI nella monetica. Nasce il secondo polo itialiano

 
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Banco BPM, accordo con Iccrea e FSI nella monetica. Nasce il secondo polo itialiano

- 15 Luglio 2023
A Banco BPM un corrispettivo complessivo fino a 600 milioni di euro, oltre alla partecipazione agli utili, alle commissioni future ed al potenziale di rivalutazione della joint venture. Un'operazione guidata da Maurizio Tamagnini (Fondo Stratetegico Italiano), che si conferma protagonista nel fintech e nei pagamenti
Ora è ufficiale: Banco BPM, Gruppo BCC Iccrea e FSI uniscono le proprie attività della monetica e creano il secondo polo nazionale del settore, un operatore indipendente e controllato da soggetti italiani. Sono stati sufficienti due giorni di trattative in esclusiva per definire i dettagli e firmare un accordo vincolante.
A fronte del conferimento del suo business della moneta elettronica, Banco BPM riceverà un corrispettivo misto per cassa e azioni di Pay Holding, società controllata da FSI con il 60% e da Iccrea con il 40%, che a sua volta controlla l’intero capitale di BCC Pay (ma che sarà a breve oggetto di rebranding), finora quarto operatore italiano della monetica. Al closing dell’operazione, previso entro il primo trimestre 2024, Pay Holding sarà partecipata per circa il 43% da FSI e circa il 28,6% ciascuno da Banco BPM e Iccrea Banca.
Banco BPM riceverà per le attività conferite un corrispettivo immediato di 500 milioni di euro, con una componente per cassa upfront di circa 200 milioni di euro, ai quali andranno sommate le componenti differite di prezzo, per ulteriori massimi 100 milioni di euro, che potranno portare a 600 milioni di euro complessivi.
L’intesa prevede che Banco BPM potrà preservare gli attuali margini commissionali generati dalla monetica (oltre 140 milioni di euro di ricavi netti nel 2022, con un incremento del 13% rispetto al 2021), “beneficiando pienamente della loro crescita degli stessi, in un settore ad alto potenziale di sviluppo, oltre che dell’apporto degli utili attesi dalla joint venture nonché dei potenziali incrementi di valore della propria partecipazione”, spigano i tre partner in una nota congiunta.
Il nuovo polo avrà una quota di mercato superiore al 10% nel settore italiano della monetica, con circa 9 milioni di carte, 400 mila POS e circa euro 110 miliardi di euro di transato intermediato, e si rivolgerà principalmente alle banche medio-piccole che ancora non hanno partner industriali nel settore dei pagamenti.
Per il suo sviluppo potrà contare sulla capillarità distributiva e sulla vicinanza al territorio delle oltre 1.300 filiali di Banco BPM e delle 117 BCC con quasi 2.500 sportelli del Gruppo BCC Iccrea, un network che nel suo complesso rappresenta quasi il 20% delle filiali bancarie presenti in Italia.
L’accordo prevede la sottoscrizione di un contratto di distribuzione pluriennale dei servizi della società anche sulla rete di Banco BPM.

Il progetto di FSI

Un successo per Maurizio Tamagnini (a sinistra nella foto) che con FSIFondo Strategico Italiano, Sgr che dispone di 2 miliardi di euro per la crescita – è riuscito a costituire in due anni un player italiano alternativo a Nexi, l’altro campione nazionale - ma con i principali azionisti rappresentati da fondi esteri, pur con una presenza importante di CDP (13,56%) e Poste (3.52%) – e ai francesi di Worldline, molto attivi nel nostro mercato.
Ma il progetto a cui lavora Tamagnini sembra avere orizzonti molto più ampi e mirare alla costituzione di una nuova SIA che presidi saldamente i settori del fintech, dei pagamenti e del digitale, a supporto del mondo bancario e finanziario. L’essere riuscito a coinvolgere in questo disegno Iccrea e Banco BPM dimostra la validità dell’idea e lo spazio di azione che offre l’evoluzione nel mondo finanziario.
E a riprova ulteriore della forza del progetto c’è il sostegno ottenuto da Massimo Arrighetti (a destra nella foto), protagonista di alcuni dei più importanti progetti industriali del settore finanziario italiano (Bancoposta, integrazione delle reti Comit-Cariplo-Ambroveneto, creazione di Intesa Vita e Intesa Private Banking) e già AD di SIA, che ha accettato di guidare come presidente BCC Pay (che presto sarà oggetto di rebranding, necessario per le nuove ambizioni della società e l'ampliato ambito di operatività), con al suo fianco un manager stimato come l'AD Fabio Pugini.
I fondi per portare avanti il progetto non mancano: Tamagnini negli ultimi due anni ha investito 500 milioni di euro per il 60% di BCC Pay e ora 600 milioni di euro per la monetica di Banco BPM, a cui si aggiungono i 100 milioni per una partecipazione di minoranza in Bancomat, il circuito di pagamento italiano.
E non sembrano mancare nemmeno i partner interessati, a partire Andrea Pignataro, a capo del Gruppo ION che è recentemente entrato nel capitale di FSI e che è già socio di Tamagnini anche in Cedacri, il principale operatore italiano nel mercato dell'outsourcing di servizi di information techlogy per banche e istituzioni finanziarie.
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