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25 Novembre 2025 / 15:56
Autonomia è libertà: le banche italiane in prima linea contro la violenza di genere

 
Diversity & Inclusion in Finance

Autonomia è libertà: le banche italiane in prima linea contro la violenza di genere

di Flavio Padovan - 25 Novembre 2025
Il settore bancario italiano rafforza il proprio impegno con nuovi progetti e iniziative concrete per l'inclusione, la valorizzazione delle diversità e il contrasto alla violenza economica. L'evento del 20 novembre nella sede ABI a Roma conferma e consolida un percorso puntando su educazione finanziaria, inclusione e autonomia economica come leve strategiche per la prevenzione
Ci sono tre numeri che raccontano in un istante la ragione per cui la violenza di genere non è solo un fatto sociale e culturale, ma anche una questione economica: 53, 17, 25.Il 53 è il tasso di occupazione femminile in Italia. Il 17 è il divario con gli uomini. Il 25 è il gap retributivo. Numeri che mostrano una "verità scomoda", una "rivoluzione incompiuta" che continua a frenare l'autonomia finanziaria delle donne, come ha ricordato la giornalista del Corriere della Sera, Rita Querzè, presentando l'Alleanza "Una donna, un lavoro, un conto" nel suo intervento a "Educazione finanziaria, autonomia personale e inclusione: esperienze a confronto", primo tavolo di dialogo esteso sui temi delle pari opportunità organizzato dall'Associazione Bancaria Italiana in collaborazione con FEduF.
Un momento di approfondimento e sinergia moderato da Valeria Santoro, giornalista di MF News, a cui hanno partecipato oltre 35 rappresentanti di istituzioni, banche, imprese, consumatori, mondo dell'informazione, terzo settore e associazioni impegnate contro la violenza di genere, invitate dall'ABI al confronto presso la sua sede di Roma. Un incontro voluto anche per ribadire, in occasione della settimana che porta al 25 novembre - Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne - un impegno concreto e di lungo periodo: accompagnare il cambiamento culturale necessario a superare stereotipi, dipendenze, disuguaglianze e forme di violenza ancora radicate.
"L'autonomia economica delle donne - ha dichiarato Chiara Mancini, Vice Direttore generale ABI - è leva di inclusione e condizione fondamentale per la libertà personale, promuoverla è supportare il presente e il futuro di ogni persona. Questo primo tavolo di dialogo esteso su educazione finanziaria, autonomia personale e inclusione rappresenta quanto sia importante poter contare su alleanze e impegno continuo di tutte le parti economiche e sociali, in ottica di costante sinergia tra esperienze concrete"
La direzione è pienamente in linea con quanto deliberato anche recentemente dal Comitato Esecutivo dell'ABI che ha scelto di rafforzare il confronto sulle iniziative di tutela delle donne vittime di violenza, valorizzare le esperienze maturate nelle banche e promuovere un approccio integrato lungo tutto il territorio nazionale. Ma anche con i numerosi Tavoli di lavoro a cui partecipa a livello nazionale e internazionale, le campagne di sensibilizzazione avviate e con il Protocollo tra ABI e Dipartimento per le Pari Opportunità firmato dalla Ministra Roccella e dal Presidente Patuelli, che mira a sensibilizzare sulla violenza di genere e ridurre il divario di accesso delle donne ai servizi finanziari promuovendo l'empowerment economico.

Un evento volutamente inclusivo: quando la finanza dialoga con la società

Il valore dell'incontro del 20 novembre traspare già leggendo la lunga lista dei relatori: la maggior parte delle voci non proviene dal settore bancario. Insegnanti, psicologhe, magistrati, docenti universitari, professionisti dello sport, rappresentanti del terzo settore, operatrici che lavorano con donne straniere e minori vulnerabili, realtà che assistono persone senza dimora e famiglie segnate dalla violenza. Un mosaico di competenze e sensibilità che l'ABI ha voluto coinvolgere per ampliare la prospettiva e rafforzare l'impatto delle iniziative bancarie.
Questa impostazione è stata scelta per sottolineare un preciso messaggio politico e culturale: la violenza contro le donne è un fenomeno multidimensionale che attraversa educazione, economia, lavoro, relazioni, stereotipi e fragilità sociali. Nessun settore, da solo, può affrontarlo. Le banche italiane, continuando ad aprire e a favorire il confronto, confermano la scelta della coralità come acceleratore di cambiamento. Autonomia economica, educazione finanziaria e inclusione diventano infatti più efficaci se integrate in una rete più ampia, capace di agire sulle radici culturali del problema.

Violenza economica: la frontiera più subdola

La violenza economica, al centro del confronto, è tra le forme più difficili da riconoscere. Non lascia segni visibili, ma condiziona libertà, decisioni, sicurezza e futuro. È fatta di controllo del denaro, negazione dell'accesso ai conti, assenza di informazioni su redditi e beni, dipendenza totale dal partner.
Durante il convegno è emerso un dato emblematico: il 30% delle donne in Italia non possiede un conto corrente personale. Una condizione che limita la libertà di scelta e può trasformarsi rapidamente in vulnerabilità, soprattutto nelle situazioni di separazione, crisi economica o violenza domestica.

L'impegno delle banche: educazione, accesso, prevenzione

Gli interventi provenienti dal settore finanziario hanno mostrato un quadro ricco e in evoluzione. Molte banche stanno sviluppando strumenti specifici per supportare le donne nelle fasi di fragilità economica, percorsi di empowerment, programmi formativi per il personale front line, partnership con centri antiviolenza e organizzazioni territoriali.
Un ruolo chiave è stato evidenziato dalla Fondazione per l'Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF). La direttrice generale Giovanna Boggi Robutti ha ricordato che tutto inizia dalla scuola: "nelle scuole lavoriamo con i bambini sul tema degli stereotipi. È lì che inizia tutto". FEduF integra laboratori nelle primarie, percorsi di cittadinanza economica nelle superiori e programmi territoriali rivolti alle donne, evidenziando che la fragilità economica è spesso figlia di una fragilità di consapevolezza.
Importante anche l'attenzione alla formazione del personale bancario, necessaria per riconoscere segnali di vulnerabilità e accompagnare clienti che vivono ostacoli linguistici, culturali o familiari.

L'ascolto delle fragilità: la voce degli orfani di femminicidio

Tra i numerosi interventi, profonda e commovente la testimonianza dell'associazione Giardino Segreto, che sostiene bambini e bambine orfani di femminicidio. La fondatrice Patrizia Schiarizza ha ricordato la loro terribile esperienza, il trauma affettivo, con la mamma uccisa dal papà che poi spesso si suicida in carcere. Di qui l'invito a lavorare sulla prevenzione e ad ascoltare la voce di questi bambini, perché "la violenza si combatte anche ascoltando il mondo dell'infanzia".

Un impegno condiviso per accelerare il cambiamento

A chiusura dell'incontro, Stefania Campisi, di D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza, ha ricordato una verità semplice e potente: "La formazione è uno strumento potente". È una frase che racchiude lo spirito dell'intera giornata. Prevenzione significa conoscenza. Autonomia significa educazione. Inclusione significa ascolto.
L'evento promosso dall'ABI ha mostrato con chiarezza la convinzione con cui il settore bancario italiano sta affrontando questi temi: con responsabilità, continuità e apertura. È un percorso che non si esaurisce nella Giornata del 25 novembre, ma che prosegue ogni giorno, nella quotidianità dei servizi, delle relazioni, delle scelte e delle alleanze.
L'impegno dell'ABI e delle banche italiane non è un gesto simbolico, ma un investimento di lungo periodo sulla libertà delle donne. E sulla qualità democratica e sociale del Paese
Osservatorio ed evento "D&I IN FINANCE"
L'Osservatorio D&I in Finance è oggi uno degli strumenti più avanzati con cui il settore bancario affronta in modo strutturale i temi della diversità, dell'inclusione, dell'impatto sociale e della sostenibilità umana delle organizzazioni finanziarie. Nato su iniziativa di ABI e ABIServizi e sostenuto da una rete trasversale di banche, imprese e professionisti, rappresenta un punto di riferimento stabile per monitorare i cambiamenti del mondo del lavoro, intercettare criticità, valorizzare buone pratiche e costruire un ecosistema che metta la persona al centro.
"È un progetto corale, costruito insieme alle banche, che ci permette di mantenere lo sguardo sull'innovazione e di condividere esperienze anche lontane da quelle bancarie, per trovare punti di contatto utili a sviluppare una cultura sempre più condivisa dell'inclusione e della diversità", spiega Maria Teresa Ruzzi, Responsabile ABIEventi. "L'inclusione fa la differenza - aggiunge - perché permette, in un mondo complesso, di generare soluzioni inaspettate, creative, solidali e utili anche per il business".
Questo approccio ha guidato anche l'incontro del 18 novembre 2025, primo appuntamento della nuova edizione, che ha confermato il valore dell'Osservatorio come piattaforma di ascolto e di diffusione culturale. Il titolo scelto, "Multidiversità, innovazione e business", sottolinea come la valorizzazione delle differenze sia oggi riconosciuta non solo come impegno etico e sociale, ma come leva strategica per la competitività.
La mattinata è stata dedicata alla multiculturalità, con la presentazione della ricerca "Multiculturalità al lavoro", curata da Valore D, e i contributi di Beentrepreneurs e di Nicoletta Spolini (Raffles University), che hanno evidenziato come i modelli imprenditoriali e i sistemi educativi multiculturali possano generare innovazione nelle imprese italiane.
Nel pomeriggio, focus sulle neurodivergenze: Specialisterne Italia, professioniste neurodivergenti e la psicologa Simona Ravera hanno messo in luce l'importanza di accogliere stili cognitivi differenti e rimuovere le barriere che ostacolano l'ingresso e la permanenza nel lavoro. Un tema che si lega anche alla prevenzione della violenza, perché riconoscere e proteggere la diversità significa costruire ambienti più sicuri, equi e rispettosi.
Il confronto con Grazia Fernanda Spitoni, psicometrica della Sapienza, ha rafforzato questo concetto, ricordando che "la variabilità umana è la norma, non l'eccezione", una consapevolezza che attraversa i luoghi di lavoro e illumina nuove prospettive sul benessere organizzativo.
La giornata si è conclusa con un dialogo sulla salute mentale, moderato da Eugenio Russo (Conthackto), insieme alla Fondazione Minotauro e alla CEO di Unobravo, Danila De Stefano: un tema spesso trascurato, ma ormai centrale per il benessere dei lavoratori, la produttività e la resilienza delle organizzazioni.
L'Osservatorio tornerà il 29 gennaio 2026 per il secondo appuntamento, confermando la volontà dell'ABI di fare dell'inclusione una leva strategica permanente e non episodica. Il settore bancario si conferma così laboratorio culturale e sociale, capace di contribuire a una trasformazione che va oltre i confini dell'industria finanziaria.
Come ogni anno, i risultati e le migliori pratiche confluiranno nell'evento nazionale D&I in Finance, dove banche, imprese, istituzioni e accademia si ritroveranno per condividere esperienze, accelerare un cambiamento ormai irreversibile e definire le nuove priorità di un settore che ha scelto di fare dell'inclusione una leva di crescita, competitività e impatto sociale.
 
Premio ABI "Diversità e Inclusione"
L'ultima novità del percorso dell'ABI sui temi dell'inclusione è il Premio ABI "Diversità e Inclusione". Non si tratta solo di un riconoscimento, ma di uno strumento pensato per fare emergere, valorizzare e condividere le esperienze più significative delle banche italiane nell'ambito della diversità, dell'accessibilità e della sostenibilità sociale.
La scelta di creare un premio interamente dedicato a questi temi esprime una visione precisa: l'inclusione non è un'attività accessoria, ma una leva trasversale che riguarda competitività, innovazione, relazione con i territori e benessere delle persone. È un investimento strategico che allinea il settore bancario con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 e che consente di amplificare l'impatto delle iniziative già in corso.
"Inclusione e valorizzazione delle diversità devono poter contare su un cambiamento che deve essere culturale e collettivo", sottolinea Chiara Mancini, Vice Direttore generale ABI. "È con questa consapevolezza che ABI e le banche sono da tempo impegnate nello sviluppo di confronti costruttivi e attività con impatto concreto su territori e comunità, favorendo collaborazioni e proponendo soluzioni innovative. La Prima Edizione del Premio ABI dedicato ai temi della 'Diversità e Inclusione' - prosegue Mancini - ha proprio l'obiettivo di valorizzare queste iniziative al fine di promuovere sempre più partecipazione e sinergie per le pari opportunità. Le opportunità dipendono dalla possibilità di conoscere, scegliere e agire in libertà".
Sei le categorie del Premio, che coprono l'intero spettro dell'inclusione: accessibilità nei servizi finanziari, leadership e parità di genere, prevenzione della violenza economica, comunicazione inclusiva, impatto territoriale, formazione e sviluppo delle competenze. L'asse portante è la concretezza: non vengono premiati principi astratti, ma progetti in grado di generare risultati tangibili, verificabili e replicabili.
Il premio è aperto gratuitamente a tutti gli Associati ABI. Le candidature, da inviare entro il 31 dicembre 2025, devono raccontare non solo l'iniziativa in sé, ma anche il percorso che l'ha resa possibile, le partnership che l'hanno rafforzata, le competenze coinvolte e gli effetti ottenuti su persone e comunità. La valutazione terrà conto della capacità dei progetti di promuovere collaborazioni, attivare reti territoriali e generare un impatto sociale riconoscibile.Premio ABI "Diversità e Inclusione" è riconoscimento "dalla forte valenza comunicazionale e simbolica", espressione della volontà dell'ABI di sostenere, promuovere e rendere visibili le migliori esperienze del mondo bancario. 
La consegna del premio avverrà nell'ambito dell'edizione 2026 dell'evento D&I in Finance, creando un collegamento diretto con l'Osservatorio e con l'intero percorso di evoluzione culturale avviato dall'Associazione.
 
Una donna, un lavoro, un conto
"Una donna, un lavoro, un conto" è un progetto e, insieme, un'alleanza nazionale che punta a garantire tre diritti fondamentali: un lavoro dignitoso, un reddito autonomo e un conto corrente personale. promosso dal Corriere della Sera con la partecipazione di ABI, Federcasse, Assolombarda, Confcommercio e le parti sociali, sostiene l'autonomia economica femminile attraverso l'uso consapevole del conto personale come strumento di indipendenza e autodeterminazione.
ABI e Federcasse hanno siglato a marzo del 2025 il Protocollo d'intesa volontario Banche per l'autonomia finanziaria ed economica delle donne, da cui sono nati la brochure «Il mondo bancario per l'autonomia finanziaria ed economica delle donne» e il Decalogo «Una donna, un lavoro, un conto», disponibili per il download sulsito di ABI.
Il valore dell'iniziativa sta nella rete che riunisce banche, imprese, enti locali, associazioni e realtà territoriali. È un modello multilaterale che non procede per compartimenti, ma integra competenze diverse per offrire percorsi reali di emancipazione. Il conto corrente, in questo contesto, non è solo uno strumento finanziario: è un presidio di libertà. Il lavoro non è solo reddito: è dignità. L'autonomia non è un concetto astratto, ma la chiave per prevenire molte forme di violenza invisibile.
 
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