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04 Ottobre 2024 / 11:56
Anche nel Fintech al centro è la persona

 
Fintech

Anche nel Fintech al centro è la persona

di Ildegarda Ferraro - 7 Maggio 2019
“Stesse regole, senza penalizzazioni e senza agevolazioni rispetto ai giganti di Internet. Il cambiamento è da sempre nel mondo delle banche. E il diritto dell’economia deve avere al centro la persona anche nella tecnologia”. È quanto dice Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, in questa intervista a Bancaforte. E ancora “vanno riviste le prassi di borsa che penalizzano i risparmiatori in termini operativi. Il mercato è fondamentale, ma ci vogliono regole e garanti”

Stesse regole per una competizione corretta

Presidente Patuelli, i grandi protagonisti del web sembra non abbiano limiti.

Tutto cambia, si trasforma e soprattutto tutto si copia. La scienza e la tecnologia sono fatte di corse molto più che di segreti. E questo è vero per la bomba atomica come per le app. Tutti possono replicare una soluzione. È importante che ci siano regole che non favoriscano e non penalizzino.

E l’interesse per il mondo del credito è evidente…

Le autorizzazioni vengono concesse dalla Bce. Se qualcuno vuol fare la banca deve farlo con tutto il set di regole. Nessuno può impedirlo, ma allo stesso tempo il panorama normativo non può essere diverso solo per alcuni. Tutto deve essere ad armi pari: stessi vincoli, regole, standard esistenti per chi svolge attività creditizia. Non possono esserci privilegi.

Certo l’accelerazione è sempre maggiore.

Il cambiamento fa parte da sempre del modo di essere delle banche.

E le regole sono le regole.

Proprio così. Dobbiamo tutti, non chi più chi meno, accettare le regole costituzionali, anche internazionali, per controlli, patrimonializzazione, obblighi di riservatezza.

Quelle che vengono chiamate le big four Google, Amazon, Facebook, Apple, che diventano le big five con Microsoft conquistano ogni giorno nuovi spazi.

Non voglio dire di sottovalutare le grandi presenze di Internet. Siamo preoccupati, ma non inerti. Siamo consapevoli che in un mondo fortemente innovativo, che investe molto sull’innovazione tecnologica, le variazioni si susseguono con grande rapidità. Come banche ci stiamo dando da fare, investendo e non restando indietro nella fornitura di prodotti e servizi sempre più avanzati. È però determinante l’uguaglianza assoluta delle regole per tutti. Ripeto, non ci devono essere privilegi e discriminazioni. I colossi del web non possono avere privilegi. Devono operare nell’ambito delle regole vigenti.

Insomma, le regole possono fare la differenza.

Nella competizione ad armi pari possiamo essere forti e innovativi.

A chi si riferisce come garante?

Innanzitutto all’Europa, che è assolutamente in grado di imporre e far valere i principi del diritto.

E il mercato?

Il mercato è uno strumento formidabile, ma bisogna porre un limite perché non diventi un luogo di anarchia e sopraffazione. L’autoregolamentazione del mercato è un’utopia. Senza regole e senza garanti non il rischio ma la probabilità della sopraffazione è certamente elevata.

Il diritto dell’economia con al centro la persona

Quale deve essere il principio fondamentale?

Io credo che occorra sempre tenere presente il diritto dell’economia con al centro la persona. Anche per il Fintech è necessario che questo sia il cardine fondamentale. Attenzione a non cadere negli errori culturali del futurismo che immaginava che l’evoluzione delle macchine dovesse prevalere sulla persona. Siamo ad un secolo circa da quella grande fantasia, ma anche dai rischi e dai danni che quell’approccio futuristico produsse. Grande attenzione al Fintech, grande sensibilità e disponibilità, ma sempre in un quadro culturale di nuovo umanesimo con la persona che guida il Fintech, non il Fintech che sostituisce e schiaccia l’essere persona.

E il profitto?

È certamente importante. Ogni progresso del mondo economico non può considerarsi tale se misurato solo su parametri di quantità e di efficacia nel produrre profitto, ma va commisurato anche alla qualità della vita che produce e all’estensione del benessere non solo materiale che diffonde. Il benessere va valutato con criteri più ampi del Pil, tenendo conto anche di altri parametri, come la sicurezza, la salute, la crescita del capitale umano, la qualità della vita sociale e del lavoro.

Il profitto non basta?

Guadagno e solidarietà non sono antagonisti in un circuito virtuoso che può scaturire anche da tutte le potenzialità positive dei mercati. Ogni attività economica non può sostenersi alla lunga se non è vissuta in un clima di sana libertà d’iniziativa.

Le prassi di borsa vanno riviste

Le nuove tecnologie modificano gli scenari.

Aveva ragione Raffaele Mattioli quando sosteneva che tutelando i risparmiatori si tutelano le banche. Sono contrario alle speculazioni che utilizzano le nuove tecnologie in modo sostanzialmente asimmetrico rispetto ad altri operatori del mercato e ai risparmiatori. Da questo punto di vista credo che le prassi borsistiche debbano essere riviste con norme internazionali. Sono prassi antecedenti alla rivoluzione tecnologica, non è possibile competere nello stesso mercato e investire in maniera equa con chi in una unità di minuto secondo fa molteplici, centinaia di operazioni di investimento e di disinvestimento. In quello stesso minuto secondo l’operatore economico, il risparmiatore fa invece una sola puntata, senza nessuna possibilità di competizione in un mercato in cui le regole sono così assolutamente sproporzionate.

Dice che le prassi di borsa vanno riviste?

So bene che criticare oggi le prassi di borsa sembra quasi una violazione fondamentale, ma dato che tutto è rivedibile, perfino le carte costituzionali, penso che anche il numero di ordini e di revoche di ordine nell’unità del minuto secondo non sia un dogma di alcuna fede, ma sia solamente un elemento di prassi che debba essere meglio regolamentata per non creare disparità troppo forti fra gli investitori professionali più organizzati e i risparmiatori che sono individualmente nello stesso mercato e nello stesso investimento.

Che cosa conta?

È importante dare sicurezza ai risparmiatori, non spaventarli. Altrimenti il numero dei cassettisti continuerà a scendere. E la borsa ne risentirà ed anche l’economia.

Ci sono le regole e poi c’è il business.

Ovviamente il rispetto delle regole non impedisce che si possano usare modalità simili ai giganti del web, utilizzando per esempio i loro servizi per fornire quanto di più vicino alle nuove esigenze.
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