Banner Pubblicitario
23 Dicembre 2025 / 07:30
Alla ricerca della Balena Bianca

 
Banche e Cultura

Alla ricerca della Balena Bianca

di Maddalena Libertini - 5 Dicembre 2025
Nella storia dell'umanità la balena è stata minaccia e preda, ha disegnato mitologie, economie e rotte geografiche. Una mostra a Genova traccia la mappa di questo simbolo potentissimo e transculturale che Melville ha immortalato nel suo romanzo
Nel 1941 nella prefazione alla sua traduzione di Moby Dick o la Balena, la prima in italiano, Cesare Pavese plaudiva la finezza con cui Herman Melville lasciò indefinito il senso della sua allegoria, concedendo ai commentatori successivi di sbizzarrirsi a trovare nel "mostro" infiniti significati e ai lettori di potervi di rispecchiarvi il maggior numero di esperienze. 
Anche dal punto di vista letterario, il libro concentra una straordinaria densità di forme e generi: Pavese vi rilevava dal poema sacro di ispirazione biblica e dalla favola morale e filosofica al romanzo dell'azione e del pericolo, al trattato zoologico oceanico, fino al racconto da brivido del soprannaturale. 
Più di recente, nel 2011, un altro scrittore, l'americano Nathaniel Philbrick, ha definito Moby Dick "un manuale di sopravvivenza metafisica", la migliore guida per affrontare "il futuro della civiltà in questo XXI secolo agitato da tempeste".
La vitalità e la stratificazione di chiavi di lettura del testo di Melville sono il punto di avvio di Moby Dick - la Balena. Storia di un mito dall'antichità all'arte contemporanea, la mostra collettiva a cura di Ilaria Bonacossa e Marina Avia Estrada, con Michela Murialdo, allestita negli spazi dell'Appartamento del Doge al Palazzo Ducale di Genova. Realizzata in collaborazione con TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, sarà visitabile fino al 15 febbraio 2026.
 
Dentro la balena
Dall'oggetto-libro prende quindi il via la mostra con la prima edizione italiana, quella appunto di Pavese, e con una copia in cui la balena affiora tra le righe e si materializza nel testo grazie alle cancellazioni di Emilio Isgrò. Il libro di Tacita Dean riemerge dalle profondità marine completamente incrostato di cristalli salini, mentre quello di Mario Airò si propone come dispositivo metaforico: insieme preparano il visitatore alla navigazione nelle acque aperte delle molteplici valenze che la balena ha assunto nella storia della civiltà, travalicando confini geografici e culturali.
Animale reale e creatura fantastica, mammifero da caccia e divinità maestosa e terribile, tiene insieme zoologia, biologia, antropologia, economia ed ecologia con le dimensioni del mito e dell'immaginario e con le tensioni dell'animo umano.
Non stupisce dunque che l'organismo espositivo si avvalga di prestiti di musei, molti dei quali genovesi, di ambiti disciplinari variegati: gli strumenti nautici provenienti da Galata Museo del Mare, le stampe raffiguranti la caccia alla balena del Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone, i corsetti femminili rinforzati con le "stecche di balena" dei Musei di Strada Nuova sono parti di una tassonomia tematica che si origina idealmente dai fanoni del Museo di Storia Naturale Giacomo Doria. Le arti antica e moderna intervengono per testimoniare la permanenza della rappresentazione di questa bestia poderosa e introducono l'elemento leggendario mentre quella contemporanea viene in ausilio per fornire interpretazioni e collisioni semantiche.
Una sala è dedicata alle raffigurazioni dell'episodio biblico di Giona, una al Giappone con album di disegni Ukiyo-e di Hokusai e Masayoshi, e una al design ispirato alle balene e al mondo marino.
Di tanto in tanto il discorso torna alla letteratura, per esempio con l'opera realizzata per la mostra da Elisabetta Benassi o con l'istallazione video di Guy Ben-ner.
 
La balena in arte: da essere leggendario a corpo politico
Nell'allestimento concepito da Fabio Cherstich con Andrea Colombo, la Cappella Dogale con i suoi affreschi è un passaggio particolarmente scenografico: viene trasformata in un santuario laico con parti di scheletri di balena e abitata dai suoni raccolti da Alberto Tadiello mescolando i canti delle megattere a vocalità umane e a rumori urbani.
La relazione con il mare e l'oceano è ancestrale, c'è attrazione e c'è violenza, c'è bellezza estasiante e lotta per la sopravvivenza. Quando l'interazione con la Natura diventa antagonismo o sopraffazione, appaiono trasversalmente in mostra opere che esplicitano sfruttamento di risorse, inquinamento, impatto ambientale. È il caso dei lavori di Joan Jonas, John Akomfrah, Mark Dion o, in maniera più sottile, di Janaina Tschäpe e Francesco Jodice. Marzia Migliora in Prey "cattura" in una vetrina vittoriana un blocco di salgemma arpionato, mentre con i due colorati diorami dei Paradossi dell'abbondanza #65, offre al visitatore la scelta di attivare la lotta tra l'uomo e la balena o di interromperla. La potenza degli animali è addomesticata diventando un morbido pupazzo per Cosma von Bonin o un inerme osservatore, forse alterato geneticamente, come il Red Walrus di Carsten Holler. Clara Harstrup in Accellerando, prova a restituire ai pesci tropicali contenuti in due acquari un ruolo diverso dal solo compiacimento umano del guardarli: con il loro movimento attivano sensori che fanno suonare alcuni strumenti musicali. Per Mario Panichella l'arpione diventa un neon.
Nella Sala del Bianco il cetaceo è un fantasma, un'assenza da rincorrere, un'ipotesi sfuggente, una "quintessenza misteriosa", un'ossessione metafisica. Le opere storicizzate di Pascali, Manzoni, Bonalumi, Simeti, Dadamaino sono accostate a quelle più recenti di Paola Pivi, Ines Zenha, Dominique White, Darren Almond che aggiungono ulteriori sfumature di senso.
L'installazione video finale Of Whales di Wu Tsang recupera il filo di Moby Dick e chiede un ribaltamento di prospettiva. Ci si immerge visivamente nelle profondità abissali dell'oceano, nuotando in un paesaggio liquido prodotto da un algoritmo generativo e abbracciando l'alterità della balena e della natura.
 
L'esperienza immersiva e il podcast
La visita prosegue con due estensioni. La prima direttamente a Palazzo Ducale, è Moby Dick Experience, realizzata da WAY Experience, una VR cinematografica di 15 minuti che utilizza personaggi generati con Metahuman, motion capture AI e lip sync: si sale a bordo Pequod e si entra nell'avventura melvilliana, fino all'avvistamento e all'incontro/scontro di Achab con la Balena Bianca.
La seconda prosegue fuori dalla mostra ed è il podcast in quattro puntate Racconta Ismaele, prodotto da Chora Media e scritto da Simone Pieranni. Lanciato il 7 dicembre e disponibile sulle principali piattaforme, prende in considerazione la balena secondo quattro declinazioni: bellezza, conflitto, mito e ricerca. Pieranni affronta la persistenza culturale di questa mastodontica creatura che assume da sempre la forma della sfida rinnovandosi con lo spirito dei tempi. Se la caccia alla balena è ormai vietata, la sua magnificenza diventa oggi simbolo di fragilità dell'ecosistema e della necessità di proteggere il pianeta. E se le credenze lasciano il posto alle conoscenze scientifiche pur senza perdere carica suggestiva, l'attrazione per l'ignoto e l'impulso alla ricerca a all'esplorazione fuori e dentro sé stessi restano connaturati nell'essere umano.
Fondazione Carige sostiene le iniziative di Palazzo Ducale attraverso la Fondazione Palazzo Ducale, Banca Passadore è sponsor ufficiale della mostra.
 
Didascalie delle Immagini:
  1. Foto dell'allestimento, Cappella Dogale
  2. Wu Tsang, Of Whales, 2022 (TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary Collection)
  3. Marzia Migliora, Paradossi dell'abbondanza #65, 2025 (Courtesy dell'artista) 
ABICloud 2025 Blu_Medium
ALTRI ARTICOLI

 
Banche e Cultura

"Restituzioni", opere d’arte e d’ingegno come bene comune

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma approda per la prima volta il programma di Intesa Sanpaolo di salvaguardia e restauro. Le 117 opere esposte...

 
Scenari

Banco BPM, la pianificazione diventa predittiva

Con Nowcast, Banco BPM integra intelligenza artificiale e machine learning nel ciclo di pianificazione e controllo, trasformando la previsione mensile...

 
Sicurezza

Quando la sicurezza diventa una responsabilità condivisa

Il confronto agli Stati Generali della Sicurezza, la firma del Protocollo tra ABI e Prefettura di Roma e i dati dell’Osservatorio Intersettoriale...
Il Salone dei Pagamenti 2025
L’appuntamento internazionale made in Italy sulle frontiere dell’innovazione nei pagamenti
Icona Facebook Icona Twitter Icona LinkedIn
Bancaforte TV
Torriero (ABI): “Un Salone dei Pagamenti di nuovo record. Ma soprattutto partecipato”
Oltre 16.000 presenze in tre giorni, 400 relatori e 92 sessioni: numeri che raccontano il successo del Salone...
Icona Facebook Icona Twitter Icona LinkedIn
Attanasio (ABI): “La moneta diventa digitale, serve accompagnare i cittadini nel cambiamento”
Mentre si chiudono i padiglioni del Salone dei Pagamenti 2025, tra gli stand ancora animati dai saluti finali...
Icona Facebook Icona Twitter Icona LinkedIn
Banner Pubblicitario