L’inclusione finanziaria non è solo una questione di accesso ai servizi bancari, ma una precondizione per esercitare una cittadinanza economica piena. A ricordarlo è Daniele Frigeri, Presidente CeSPI e Direttore dell’Osservatorio nazionale sull’inclusione finanziaria dei migranti in Italia, intervenuto a D&I in Finance 2025 nella sessione dedicata al valore della multiculturalità.
L’Italia ha registrato progressi importanti: nel 2019 il 90% dei cittadini stranieri risultava titolare di un conto corrente. Ma gli effetti della pandemia e della crisi inflattiva hanno generato nuove vulnerabilità e, in alcuni casi, una vera fuoriuscita dal sistema. A questo si aggiunge un cambiamento profondo nei flussi migratori: “Oggi assistiamo a una migrazione più regolare, legata alle quote flussi. Per questo è ancora più urgente garantire a chi arriva un accesso rapido ai servizi finanziari”, sottolinea Frigeri.
Importante è anche saper cogliere le differenti caratterizzazioni dei cittadini stranieri e della dimensione territoriale in cui vivono: “La relazione resta centrale. Il dialogo con gli stakeholder locali è fondamentale per raggiungere comunità diverse, con bisogni e comportamenti differenti”. Un altro tema chiave è quello delle rimesse, su cui le banche italiane sono ancora ai margini rispetto ai money transfer. “È una grande occasione non ancora colta: non solo per gestire il patrimonio dei migranti, ma anche per creare relazioni tra sistemi finanziari dei paesi d’origine e di destinazione. In altri contesti funziona già molto bene.”