“Il percorso di integrazione dei temi ESG nel risk management ha implicazioni gestionali molto rilevanti su tutta la banca. Il punto però più sfidante è la disponibilità dei dati. Per questo – spiega Emanuele Cristini, Chief Risk Officer di BPER Banca – abbiamo deciso di rivolgerci a CRIF, con cui collaboriamo da tempo, come unico provider. Una scelta che ci sta permettendo di consolidare una base dati molto robusta e di informare tutte le funzioni interessate in maniera coordinata, evitando la possibile fornitura di viste differenti su una medesima tipologia di rischio o di analisi. Un punto su cui peraltro la Vigilanza è molto attenta, richiedendo un raccordo forte tra tutta la reportistica prodotta della banca”.
“Per BPER, come per tutti i principali operatori bancari – continua Cristini - il rischio ESG è in prevalenza una fattispecie del rischio di credito ed è quindi importante costruire una modellistica adeguata che lo incorpori. Il Regolatore, ma soprattutto le nostre esigenze gestionali, ci spingono però a indagare anche tutti gli altri verticali di rischi su cui i fattori ESG posso avere impatto, come quelli operativi e reputazionali”.
BPER sta così affrontando le tematiche ESG in modo trasversale, inserendo nel Piano industriale un’attività specifica di ESG ehancement che riguarda tutte le funzioni della banca e non solo il risk management. Un’attenzione che ha portato ad ottenere risultati positivi nel Thematic Review on Climate and Environmental Risks della BCE, anche se ovviamente con un percorso da compiere ancora impegnativo, come tutto il settore, rispetto agli obiettivi del Regolatore. Inoltre, BPER ha aderito alla Net Zero Banking Alliance, a ulteriore dimostrazione dalla focalizzazione su questi temi che ritiene rilavanti non solo per gli intermediari finanziari, ma per tutta la comunità.