“Crediamo che una società dove c’è un facile accesso alla cultura sia una società più consapevole, capace di senso critico e quindi molto più inclusiva”, con queste parole Laurence Aliquot, Head of Art, Culture and Historical Heritage di Intesa Sanpaolo, sintetizza la motivazione che ha spinto il gruppo bancario ha portare avanti il progetto delle Gallerie d’Italia, raccontato in occasione di D&I in Finance 2025.
Partito nel 1999 con la prima sede di Vicenza, oggi il polo museale si estende a quattro città – si sono aggiunte Milano, Napoli e Torino – con oltre 35.000 opere a disposizione del pubblico attraverso esposizioni temporanee e permanenti. L’ingresso gratuito per tutti la prima domenica del mese e sempre fino ai 18 anni, i laboratori per le scuole, i percorsi dedicati alla disabilità e le iniziative rivolte a persone affette da Alzheimer o Parkinson sono solo alcune delle azioni concrete realizzate in questi anni per favorire accessibilità e inclusione.
Le iniziative espositive consentono di approfondire alcuni grandi maestri dell’arte internazionale, spesso a partire da opere che fanno parte delle raccolte del gruppo bancario, e anche di riflettere sui temi che animano il dibattito contemporaneo. È il caso soprattutto delle Gallerie d’Italia di Torino, incentrate sulla fotografia, un media che è in grado di parlare a un pubblico ampio. “La fotografia è un linguaggio empatico e potente, capace di raccontare i cambiamenti sociali e stimolare riflessione”, rimarca Aliquot. A Torino è conservato anche l'archivio dell'agenzia fotografica Publifoto, 7 milioni di scatti di cronaca che coprono circa mezzo secolo di storia italiana.
Per Intesa Sanpaolo la cultura à parte integrante della sua missione d’impresa e del contributo al benessere collettivo: “Visitare un museo o una mostra ci aiuta ad ampliare la nostra mente e avere uno sguardo diverso nel confronto degli altri e quindi di far crescere il rispetto”.