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29 Marzo 2024 / 09:24
Tradurre l'obbligo in business

 
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Tradurre l'obbligo in business

di Flavio Padovan - 22 Febbraio 2019
Per Vincenzo Fiore, Ceo di Auriga, la PSD2 ha aperto un nuovo scenario e le banche devono accelerare lo sviluppo di servizi evoluti e non solo rispondere alle richieste della normativa. Per favorire l'open innovation, il nuovo incubatore di start up IC406 promosso da Auriga ha lanciato la sua prima Call4Digital

Come si sta muovendo il mondo bancario nel nuovo scenario creato dalla PSD2?

“Lo vedo ancora un po' passivo rispetto all'innovazione. Ho l'impressione che in tema di open banking la maggior parte delle banche si siano attivate solo perché richiesto dalla normativa. Non si vede ancora un grande movimento in termini di proposte di nuovi servizi. Eppure, con l’entrata in vigore della PSD2, ha avuto ufficialmente inizio quella che può essere definita la digital transformation del mondo bancario. Uno scenario completamente differente rispetto al passato in cui le banche dovranno ridisegnare i propri modelli di business, e non solo per mantenere il vantaggio competitivo acquisito nei payment services. Le banche dovrebbero accelerare su queste attività e, con il supporto di fintech e altri player, tradurre l'obbligo in business”.

Perché proponete il gateway per la compliance alla PSD2 all'interno della vostra piattaforma WWS?

“Perché avere già un'infrastruttura tecnologica integrata con il back-end permette alle banche di minimizzare gli impatti tecnico-funzionali, di avere costi di implementazione molto bassi per l’adeguamento alla nuova normativa e di ridurre il time-to-market. Il nuovo modulo Open API della suite WWS garantisce alla banca l’esposizione delle funzionalità informative e di pagamento

A che punto siamo in Italia in tema di Open Banking?

Le banche italiane stanno portando avanti il complesso processo di compliance ed evoluzione al nuovo scenario della Psd2 e dell'Open Banking, ponendo le basi per lo sviluppo di nuovi modelli di business e di servizio. Bancaforte ha realizzato uno Speciale dedicato a Psd2 e Open Banking, raccogliendo la voce dei protagonisti del mercato bancario e delle aziende di servizi.
Leggi gli articoli:
e le interviste a:
- Vincenzo Fiore di Auriga
- Paolo Zaccardi di Fabrick
- Michele Dotti di Cedacri
obbligatorie in ambito PSD2 e abilita una serie di servizi a valore aggiunto che le TPP (Third Party Provider) potranno offrire ai propri clienti. Inoltre, consente l’interconnessione ad altre soluzioni di Open Banking presenti sul mercato”.

Chi ha adottato finora la vostra soluzione?

“Alcune federazioni di Bcc e centri di outsourcing. Tutto sta procedendo secondo l'iter previsto e il 14 marzo saremo pronti per la fase di test iniziale con le banche che hanno scelto WWS Open API”.

Quali sono le principali difficoltà che devono affrontare le banche per la compliance alla PSD2?

“Per alcune banche gli aspetti più critici sono stati quelli della strong customer authentication e della fraud detection. Non tutti, infatti, avevano in casa degli strumenti di questo genere e quindi su questi temi è stato necessario dedicare maggiore attenzione. Più in generale, ritengo che per rendere il processo di compliance più omogeneo sarebbe stato utile un piano di test predefinito dal regolatore con l'indicazione del numero e delle tipologie di test da effettuare, come avvenuto in altre occasioni”.

Avete recentemente aperto a Bari un incubatore di start up, IC406. È un contributo di Auriga per accelerare il processo di trasformazione digitale del Paese puntando sulle competenze e sulle idee che vengono dal territorio?

“Sì, con IC406 vogliamo ampliare la capacità di portare innovazione sul mercato, valorizzando anche il patrimonio di giovani laureati che escono dalle università della nostra Regione. Crediamo molto nell'open innovation, un modello che ci permette di entrare in contatto con idee e competenze provenienti dall’esterno, anche da ambiti molto diversi. Il 2 febbraio, oltre ad inaugurare la sede di Bari, il primo spazio fisico in Puglia di questo tipo, abbiamo lanciato la prima Call4Digital di IC406, una “chiamata alle armi” volta ad individuare e selezionare le start up più innovative nell’ambito del digital business, meritevoli di essere incubate. In particolare, cerchiamo quelle che operano in alcuni settori specifici del mondo digitale: blockchain, intelligenza artificiale, IoT, realtà aumentata e virtuale, fintech, insurtech, peer to peer lending, pagamenti elettronici, retail banking. La raccolta delle candidature si concluderà il prossimo 2 aprile e il numero di richieste che ci stanno arrivando dal nostro territorio, ma non solo, dimostra che abbiamo colto un'esigenza importante”.
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