Olivetti ci mette la firma
di Maddalena Libertini
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25 Aprile 2013
L'integrazione della tecnologia grafometrica nelle soluzioni di dematerializzazione pensate per le banche permette di estendere ulteriormente l'area di attività paperless in filiale e in mobilità
Dalle macchine da scrivere ai sistemi di scrittura evoluta e ai pc, fino ad arrivare al parperless evoluto. E' una storia che parte da lontano quella di
Olivetti
che, a dieci anni dall’acquisizione da parte del
Gruppo Telecom Italia
, si rinnova lanciandosi nel campo delle soluzioni integrate per l’automazione dello sportello bancario e della dematerializzazione di documenti e contratti. Con un elemento distintivo: l'utilizzo della firma grafometrica. E proprio le applicazioni e i device Olivetti associati a questa tecnologia, come
Olipad Graphos
, il primo tablet con caratteristiche grafometriche immesso sul mercato, sono stati presentati al Forum ABI Lab 2013.
Ottaviano Tagliaventi
, Marketing Document Management di Olivetti, spiega il perché di questa scelta, partendo dal valore della firma autografa catturata da un dispositivo elettronico e associata a parametri biometrici come pressione e velocità del tratto grafico.
“La firma grafometrica – precisa innanzitutto Tagliaventi – non dà valore legale a un documento se non si garantisce un processo di gestione della firma e del documento stesso che rispetti la compliance delle normative esistenti. Olivetti garantisce tutto questo con processi che sono stati certificati da DigitPA e hanno ottenuto il prior checking dal Garante”.
Quali passi deve fare una banca per diventare paperless?
Il primo step è dematerializzare le contabili, che costituiscono il 90% del volume dei documenti. A tal fine proponiamo sistemi basati su tablet che non rubano spazio allo sportello e consentono di eseguire le disposizione di cassa più frequenti senza utilizzare carta. Il passo successivo sono i contratti, i documenti più diffusi ad esempio nell'area consulting. In questo caso è necessario mostrare tutte le pagine di testo dell'accordo e non solo gli estremi della transazione. Per questo abbiamo pensato a dispositivi con schermo da 10 pollici dove poter leggere comodamente tutte le pagine, apportare in tempo reale eventuali modifiche e, alla fine, acquisire la firma con valore legale tramite un digitalizzatore grafometrico. Al cliente poi si può stampare una copia cartacea oppure inviare il documento via email, postarlo nel suo spazio di homebanking o, ancora, spedirlo per posta ibrida.
Si parla di dematerializzazione non più solo allo sportello ma anche in mobilità...
Oggi la tendenza è uscire dalla filiale e si può fare mettendo a disposizione del personale tablet evoluti. Alcune banche già lo stanno facendo e stipulano contratti con questa modalità. Olivetti è stata la prima al mondo a lanciare, l’anno scorso, un tablet in grado di acquisire la firma grafometrica, l’Olipad Graphos, con il quale i promotori finanziari possono concludere tutte le operazioni in digitale, senza mai utilizzare la carta. In questo momento è senza dubbio l’area di di business a maggior crescita.
Cosa altro propone Olivetti per la dematerializzazione?
L'utilizzo della firma grafometrica permette di dematerializzare i documenti generati dal lato banca, ma non incide sui documenti che vengono portati allo sportello dal cliente. A questa esigenza Olivetti risponde con dispositivi innovativi come le nuove stampanti-scanner multifunzione che consentono non solo di acquisire un documento ma, tramite un software specializzato, di validarlo e inserirlo nel flusso che va al back office, permettendo di non trattenere carta in originale presso la
filiale.
La dematerializzazione è, secondo voi, un’evoluzione avviata e irreversibile?
Non c'è dubbio. All'inizio sono state i gruppi bancari più grandi a fare da battistrada nella dematerializzazione, dovendo gestire volumi enormi di carta. Ma ora anche le realtà medie e piccole stanno puntando su questa tecnologia per i ritorni che garantisce in termini di minori costi e maggiore efficienza.