Un recente sciopero nazionale degli esercenti ha portato nuovamente in primo piano i problemi legati all’attuale sistema dei buoni pasto tradizionali. Ma c’è un’alternativa? Sì, è la mensa digitale diffusa e nasce dall’idea di due ristoratori Nick Preda e Davide Baio. Stanchi di commissioni troppo elevate (anche oltre il 20%) e di pagamenti a 60, 90 o anche 120 giorni, Nick e Davide hanno pensato a qualcosa di diverso, fondando nel 2020 la fintech altoatesina Cibuspay, ora incubata presso l’I3P del Politecnico di Torino.
Cibuspay è un’app che offre vantaggi a tutte i soggetti coinvolti, spiega Nick Preda nella videointervista rilasciata a Bancaforte. Vediamoli:
- per le aziende è una soluzione semplice, veloce e digitale per pagare il pasto ai dipendenti senza dover organizzare e gestire direttamente una mensa interna, a cui è stata però equiparata dal legislatore, garantendo così la piena deducibilità fiscale;
- per i dipendenti è una app che consente loro di avere sul proprio smartphone tutto quello che occorre per organizzare e pagare il pasto, con la possibilità di scegliere dove andare all’interno di un’ampia rete di ristoranti, locali ed esercizi convenzionati per la somministrazione di generi alimentari. Inoltre, consente di non fare pù la fila per pagare il conto: basta infatti un click sul proprio telefono;
- per i ristoratori è una soluzione che consente offrire il servizio a condizioni più eque e rispettose del loro lavoro, ricevendo la liquidazione dei pasti ogni settimana, con commissioni ridotte e senza tutta la burocrazia collegata ai buoni pasto tradizionali. Dunque, niente più blocchetti di carta, ricevute e fatture: “È CibusPay a rendicontare le transazioni e a fare le fatture per il ristoratore, che quindi può dedicarsi completamente alla sua attività, e cioè a preparare piatti buoni e a curare la relazione con i clienti”, spiega Nick Preda.
Cibuspay è tecnicamente un servizio di mediazione tra ristoratori e aziende. Tramite app o piattaforma web, l’azienda acquista un credito, che il singolo lavoratore può spendere in bar e ristoranti convenzionati.
La fintech ha già stretto partnership importanti, ad esempio con Confesercenti e CNA dell’Alto Adige, con Confcommercio e la Federazione delle cooperative del Trentino, e si sta espandendo anche in Triveneto e in Piemonte. L’obiettivo - anticipa Preda - è ora accelerare lo sviluppo a partire dal nord Italia, forti di un sistema di pagamento pensato per essere "rispettoso per i ristoratori, semplice per le aziende e pratico per i lavoratori", come dichiara il payoff scelto dalla fintech.