Intelligenza Verde
di Ildegarda Ferraro
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14 Marzo 2024
La vita media di una specie su questa terra è 5milioni di anni. Noi umani siamo qui da 300mila anni. Tra 4milioni e 700mila anni potremo stabilire per fatti concludenti se siamo più intelligenti. Sempre se non ci saremo autodistrutti, come rischiamo di fare e come nessuna pianta farebbe mai. L’intelligenza del bosco è ormai un dato riconosciuto, come anche la capacità di risolvere problemi, di apprendere, memorizzare e collaborare.
“Che meraviglia. Sessanta anni fa da studente lavoravo durante le vacanze in una stazione sperimentale agricola danese. Si fece un esperimento, collegarono dei sensori a un pino e lo aggredirono con non ricordo che infermità. Quasi immediatamente si graficò il passaggio da una ritmicità normale a una di panico. Lo stesso esperimento fu poi fatto in 1000 m2 di bosco attaccando solo una pianta….dopo poco il bosco entrò in panico. Da quel momento soffrivo quando vedevo tagliare un albero. Non sono più solo. Finalmente!” E anche “Straordinario, colto, intelligente nell' accezione del regno vegetale. Non trovo parole adatte. Circa 10 anni orsono lessi
Verde Brillante. Vivendo tra i campi mi rivelò il modo di guardare la natura che adoro. Cambiò il mio modo di osservare le mie rose, i limoni in vaso, i cipressi, la vite, i tigli e gli ulivi ed i campi. Scoprii anche che il regno vegetale così lento e non nevrotico nel suo divenire, aveva stabilito una specie di accordo con il bestiame. Dall’uccellino alla formicola dai rapaci e le vigne. La cosa ancora che mi stupì fu che tutto era “scambiatore” in questo muto soccorso. Mi sentii arricchita interiormente ed intellettualmente. Felice di aver potuto incontrare nella mia vita uno scienziato che nel sottinteso parla di Amore e ci invitava ad esercitare. Grazie esimio professore, le persone corrono frenetiche sul pianeta non sapendo neppure il perché. La nostra vita di uomini dura un attimo e come recitava il poeta, siamo soli sulla terra, trafitti da un raggio sole, ed è subito sera”.
Sono due dei commenti pubblici che si possono trovare a margine della lezione del professor
Stefano Mancuso su YouTube
“È vero che le piante sono intelligenti?”.
Il professor Mancuso è uno scienziato che cattura. Non è solo, tanti altri lavorano sul campo. In primo piano, insomma, non c’è solo l’intelligenza artificiale, che forse è tante cose ma non tanto intelligente. Mentre certamente tutta la vita non animale che ci circonda, anche senza il nostro movimento e la nostra stessa capacità di relazionarsi, non possiamo pensare non abbia capacità di risolvere problemi. Il 90% della vita sulla terra è vegetale e certamente non è stupida.
Come pensano le piante
I nostri fratelli verdi hanno diffuse su tutto il corpo quelle funzioni che noi abbiamo in spazi e ambiti definiti. Come dice il professor Mancuso sentono e ragionano con tutto il corpo. Sono forme di vita diverse e intelligenti. Le piante apprendono, memorizzano, comunicano con molecole chimiche, risolvono problemi. Le radici sono geniali. Le piante sono più intelligenti degli umani nel risolvere problemi e non rischiano di autodistruggere il mondo come possiamo fare noi. Mancuso dice che per capire quanto siamo intelligenti dobbiamo considerare un arco temporale almeno pari a quello vegetale. Visto che siamo sulla terra solo da 300mila anni e la vita media di una specie è 5milioni tocca che aspettiamo altri 4milioni e 700mila anni per fare un confronto.
Collaborare
L’intelligenza del bosco ci può dare anche una mano nel dare un valore sostanziale alla cooperazione. Come ha raccontato anche di recente sul
Corriere della sera Alessandro D’Avenia: “La cooperazione è per me uno dei capitoli più interessanti della recente botanica, sviluppato negli ultimi anni dagli studi di
Suzanne Simard che ha riscritto il paradigma competitivo nell’evoluzione delle piante (consiglio il TedTalk «
How trees talk to each other» del 2016 e il suo libro L’albero madre): quando l’albero di un gruppo è minacciato o si ammala, gli altri esemplari, anche di specie diverse, scambiano non solo informazioni aeree tramite ormoni diffusibili ma soprattutto sostanze nutrienti attraverso l’immensa rete delle loro radici. Gli alberi non sono innanzitutto attori individuali in competizione per le risorse, ma un sistema collaborativo, con alcuni alberi che per la loro età hanno un ruolo centrale per la nascita e la vita dei più giovani, questo sistema è definito da Simard «intelligenza del bosco»”.
Sempre di Suzanne Simard suggerisco questo video breve che ha anche il titolo di un dei suoi libri più noti “
Finding the mother tree” per riconnettersi con un’intelligenza semplice e strepitosa.