Il punto su ChatGpt senza ChatGpt
di Ildegarda Ferraro
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5 Aprile 2023
Mai stata tanto centrale. Tra preoccupati catastrofisti che invocano di bloccarla davvero almeno temporaneamente e gli illuminati filosofi che chiedono buon senso, l’intelligenza artificiale semplice e di uso quotidiano come ChatCpt è nei discorsi di tutti i giorni. Il blocco da parte del Garante della privacy ha ancor più attivato l’attenzione. C’è chi suggerisce di “triangolare” la presenza su altre aree per usarla e startup che invocano la via per non perdere opportunità. A me restano rap e poesie…e i dialoghi costanti con i colleghi
“Devo dirti la verità questo
appello a pensarci bene e a valutare se non bloccarla almeno per un periodo mi preoccupa. Lo ha firmato anche
Elon Musk” (
vedi qui). Un collega mi ferma sul tema ChatGpt e sull’appello ad una pausa di ripensamento.
A stretto giro una collega mi suggerisce di non perdere di vista la posizione di
Luciano Floridi, un filosofo illuminato da una intelligenza umana straripante. Floridi sul tema diciamo che qualche idea la ha, ha scritto un libro con
Federico Cabitza proprio sull’intelligenza artificiale in momenti tempi non sospetti (
vedi qui) ossia un paio di anni fa…che di questi tempi non dico corrisponda ad un’era geologica, ma quasi. La collega mi scrive: “Un articolo molto interessante citato dal professor Floridi. Se qualcuno fosse tentato di sostenere l’appello di Musk…” Floridi ne fa volantinaggio. Lo dice su Twitter (
qui) ma anche su LinkedIn e su Facebook. L’articolo di
Andrea Daniele Signorelli (
qui) è netto: “Invece di concentrarci sulle concrete problematiche poste dall’intelligenza artificiale preferiamo dare retta alle chiacchiere fantascientifiche di un gruppo di tecno-miliardari ossessionati dalle loro stesse fantasie nerd”. Insomma, non la manda a dire.
E mentre il dibattito a tutti i livelli ferve interviene qui in Italia il
Garante per la protezione dei dati personali con un provvedimento d’urgenza su OpenAI e ChatGpt (
vedi qui) e anche
qui e ancora
qui), chiedendo sostanzialmente di sospendere con effetto immediato il trattamento dei dati personali. Sostanzialmente qui da noi in Italia ChatGPT è bloccata. Provo ad entrare e infatti appare la scritta che è disabilitata per gli utenti in Italia.
Ovviamente ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Così un po’ tutti spiegano come “triangolare” l’entrata e continuare ad usarla. E questo è vero per siti di nerd (
vedi qui), ma lo spiega anche
Federico Rampini sul
Corriere della sera (
qui). E in più si susseguono gli appelli di start up (
vedi qui) che chiedono di poterla usare alla luce del sole, senza “triangolazioni” o altro.
La verità è che ChatGPT non è mai stata tanto al centro dell’attenzione come in questo momento. A me restano rap e poesie che le avevo chiesto per chiudere riunioni e un paio di splendidi suggerimenti su eventi da immaginare. Aspetto tranquilla e faccio tesoro dei dialoghi con i colleghi. Perché ChatGPT è comunque tra noi.