Al Salone dei Pagamenti 2025, Bancomat ha presentato un’iniziativa che segna un cambio di passo per il marchio simbolo dei pagamenti italiani: Bancomat Club, il nuovo programma di loyalty pensato per avvicinare ulteriormente gli utenti ai servizi del gruppo.
«Bancomat Club è un programma unico in Italia per un circuito di pagamento», spiega Matteo Valenti, Chief Product Officer di Bancomat, «Premia l’utilizzo dei nostri prodotti e lo fa in modo distintivo: legandolo alle passioni degli italiani».
Un approccio nuovo, che unisce la quotidianità dei pagamenti con ciò che muove emozioni e comunità. Da qui le partnership con Lega Serie A, Sport e Salute, Vivo Concerti e altri brand legati allo sport, alla musica e all’entertainment. «Sono premi e contenuti esclusivi», aggiunge Valenti, «che aumentano ulteriormente il valore della nostra offerta».
La loyalty, però, è solo il primo tassello della trasformazione in atto. «Bancomat è nato come circuito che collega chi paga e chi accetta i pagamenti, tra le banche», ricorda Valenti. «Oggi non siamo più soltanto un circuito: siamo una piattaforma di servizi». Una piattaforma che integra pagamenti, servizi a valore aggiunto, PagoPA, il nuovo programma Bancomat Club e le soluzioni innovative in arrivo.
«Svolgiamo un ruolo da operatore di sistema», sottolinea. «Costruiamo infrastrutture e servizi che permettono a tutte le istituzioni finanziarie di operare in un ecosistema aperto, flessibile e orientato al valore per i clienti finali».
È proprio questa evoluzione che ha permesso a Bancomat di proporsi come abilitatore della futura stablecoin di sistema italiana, progettata per essere aperta alle banche, regolata, sicura e interoperabile. «Per noi la stablecoin è uno strumento che consente alle banche di offrire ai clienti servizi basati sulla blockchain», afferma Valenti.
«La domanda c’è già. Oggi molti italiani accedono a questo tipo di soluzioni attraverso fintech e operatori non sempre percepiti come affidabili. Le banche devono poter offrire alternative regolamentate e sicure».
Bancomat si propone dunque come standardizzatore e infrastruttura comune, esattamente come accadde negli anni Ottanta. «Nel 1983 gli italiani avevano bisogno di prelevare ovunque», ricorda Valenti. «Ogni banca aveva il proprio sistema, la propria carta, i propri ATM. Bancomat intervenne abilitando l’interoperabilità e creando un ecosistema unificato dei prelievi. È così che è nato il simbolo del gabbiano: il simbolo della libertà di poter prelevare ovunque». Oggi, osserva Valenti, il contesto è sorprendentemente simile. «C’è domanda crescente di servizi in blockchain e una proliferazione di soluzioni frammentate. Il nostro ruolo è standardizzare, creare un ecosistema aperto, florido e governato, che tuteli gli utenti».
Né nell’ambito delle stablecoin in euro né in altre aree, sottolinea Valenti, esiste oggi un operatore di circuito che stia introducendo un modello di stablecoin di ecosistema. «Crediamo che possa portare molto valore al settore. Le istituzioni finanziarie si stanno preparando a entrare in questo spazio. Noi vogliamo essere la piattaforma che le abilita».
Ad emergere dalle parole di Valenti è un Bancomat profondamente rinnovato: un marchio storico che evolve da circuito a piattaforma, da strumento di pagamento ad abilitatore infrastrutturale, pronto a sostenere le banche nella prossima grande trasformazione dell’economia digitale.
Guarda lo Speciale Salone dei Pagamenti 2025: https://t.ly/JjcEg



