Le banche italiane stanno compiendo progressi significativi nell’integrazione dei fattori ESG nei processi di valutazione del credito, ma ci sono ancora delle sfide aperte in particolare per le less significant. A evidenziarlo è Valeria Fazio, Partner Sustainable Innovation di BDO: “In generale tutti gli istituti hanno superato le aspettative di Banca d’Italia in termini di governance, di organizzazione interna e strategia, ma registrano ancora ritardi rispetto alla raccolta e alla qualità dei dati ESG, anche per la dipendenza da provider esterni”.
Un nodo cruciale è rappresentato, quindi, dalla capacità di ottenere e utilizzare set informativi attendibili e strutturati soprattutto delle performance di sostenibilità di piccole e medie imprese, che rappresentano la maggioranza dei clienti delle LSI. A questo proposito, a Supervision, Risks & Profitability 2025 BDO ha presentato l’esperienza di un esercizio pilota di un tool sviluppato insieme a una banca del territorio. Lo strumento, basato sulle linee guida EFRAG e sul documento MEF sul dialogo di sostenibilità tra PMI e banche, banca-impresa, è stato progettato per raggiungere quattro obiettivi principali, come spiega Anna Pignagnoli, Manager, Sustainable Innovation BDO: fornire una rendicontazione CSRD coerente con il profilo dei clienti, integrare i dati ESG nel risk management, accompagnare le PMI nella disclosure di sostenibilità, e costruire un piano di transizione fondato su dati puntuali, come quelli sulle emissioni GHG. “Il tool ha permesso alla banca di ottenere dati di qualità, raccolti direttamente dai clienti, senza dover ricorrere stime settoriali o a fonti esterne”.