Al Tavolo esteso promosso da ABI su educazione finanziaria, autonomia personale e inclusione collegato al progetto “Una Donna, Un Lavoro, Un Conto”, il contributo introduttivo di Claudia Cattani, Presidente di BNL BNP Paribas, ha avuto il valore di una testimonianza personale e insieme collettiva: il racconto di una trasformazione culturale che, dagli anni Settanta a oggi, ha cambiato il volto del lavoro femminile e il ruolo delle donne nel settore bancario.
«Ho iniziato a lavorare negli anni ’80 e in quegli anni non si pensava a carriere lavorative importanti», ricorda Cattani. Le aspettative erano limitate: «Le donne si accontentavano o di non lavorare oppure di fare lavori marginali, non proiettate nella carriera».
La sua storia personale è un esempio di quanto sia cambiato il contesto. «Quando mi sono iscritta negli anni ’70 a Scienze Economiche Bancarie, tutti mi dicevano che con quel tipo di laurea non avrei potuto fare nulla, perché le donne non lavoravano in banca».
Oggi BNL BNP Paribas è guidata da due donne, alla Presidenza e alla Direzione Generale. «Mi vede oggi presidente di una grande banca», osserva Cattani, ricordando come questo percorso - personale e collettivo - sia «un esempio d’ispirazione per le giovani donne».
“Parità di genere e educazione finanziaria devono iniziare da piccoli”
Nel confronto con istituzioni e associazioni, è emersa una convinzione trasversale: il cambiamento deve radicarsi fin dall’infanzia. «È un percorso che parte dalle famiglie e dalle scuole», afferma Cattani. Anche la divisione tra “lavori da donne” e “lavori da uomini” ha origine nelle prime fasi della crescita: «La parità di genere si imprime dai primi anni di vita e deve accompagnare l’educazione familiare e scolastica».
Lo stesso vale per l’educazione finanziaria, tema centrale dell’incontro: «Le donne devono essere padrone della gestione delle loro finanze», afferma con forza.
Un messaggio che Cattani considera fondamentale: «È cruciale insegnare alle donne a non considerare la finanza qualcosa che devono gestire gli altri».
Un cambiamento culturale che riguarda tutti
Il percorso verso una società più equa richiede tempo, continuità e collaborazione. «C’è molto da lavorare», sottolinea Cattani, ricordando che la trasformazione culturale non riguarda solo le donne, ma coinvolge l’intero tessuto della società: dalle famiglie, ai sistemi educativi, al mondo del lavoro. La banca, le istituzioni e l’associazionismo - ha ribadito - devono essere parte attiva nell’offrire strumenti, competenze e consapevolezza, perché l’autonomia economica è la prima forma di libertà personale.



