E-learning. La buona formazione deve essere leggera
di Mattia Schieppati
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21 Luglio 2021
Mettendo a valore gli insegnamenti del periodo di pandemia, ABIFormazione ha ridisegnato il proprio approccio alla proposta formativa. Con un’integrazione sempre più spinta tra fruizione fisica e digitale, e rimodulando le forme di fruizione – sempre più smart, flessibili, multidevice – per mettere al centro le esigenze di utenti tecnologicamente sempre più evoluti
Il clima estivo aiuta a sposare immediatamente il mood. La formula scelta per raccontarsi, «La settimana dell’e-learning», rimanda in maniera decisamente inusuale e sorprendente alle kermesse dell’estate spensierata. E lo scopo è – anche – questo: presentare il mondo della formazione in una maniera nuova, accessibile, aperta, fresca, per rendere da subito chiaro che «la formazione degli adulti per essere efficace può anche essere “leggera” e cogliere in maniera dinamica e intelligente tutte le opportunità di un mondo che cambia», spiega Aida Maisano, responsabile di ABIFormazione, la scuola di formazione dell’ABI che da oltre vent’anni accompagna lo sviluppo delle competenze di migliaia di persone nelle banche, negli intermediari finanziari e assicurativi, nelle aziende e negli enti pubblici.
La «Settimana dell’e-learning», iniziata lunedì 19 luglio, è la formula scelta da ABIFormazione per presentare la ricca e dettagliata offerta formativa del palinsesto di proposte che si attiveranno dopo l’estate, ma è anche l’occasione per raccontare come – dopo 18 mesi di pandemia che hanno trasformato gli equilibri tra spazio fisico e spazio digitale – anche il mondo della formazione abbia ripensato i propri canoni. «Quello che abbiamo alle spalle è stato un anno molto intenso per noi», conferma Maisano: «La proposta di ABIFormazione ha sempre viaggiato su un duplice canale, da un lato la formazione sincrona, in presenza, e dall’altro la formazione asincrona, con contenuti fruibili da remoto attraverso le piattaforme digitali. Nel giro di poche settimane abbiamo dovuto portare in digitale tutto il nostro palinsesto di attività in presenza, e misurarci con questa nuova condizione. Dalla quale abbiamo imparato molto».
La nuova piattaforma
I frutti di questo “insegnamento” sono subito diventati la base di sviluppo di nuova formula di proposta: «Abbiamo creato una piattaforma, che abbiamo chiamato TIBI (in latino significa «a te, per te», ndr, e che da ottobre integrerà le tre formule di formazione – sincrona in presenza, sincrona da remoto, asincrona da remoto – spostando così l’attenzione dalla modalità di fruizione allo scopo della fruizione, ovvero mettere al centro il discente e i suoi bisogni di formazione e dandogli la possibilità di soddisfarli attraverso una formula che sia il più flessibile e personalizzabile possibile». E anche se, come sottolinea Maisano, «l’augurio è che si possa tornare ad attivare la formazione in presenza», è ormai superato quell’ultimo velo di separazione tra fisico e digitale con un passaggio deciso a modalità “phygital” di coinvolgimento.
Una didattica leggera
Il secondo insegnamento portato dalla pandemia riguarda anche la forma della didattica digitale. «In questo senso, dicevo, la nostra formazione ha imparato a essere più “leggera”. Il nuovo modello di progettazione didattica che abbiamo sviluppato consente infatti di formarsi con contenuti di rapida fruizione, multi-device, “freschi” e orientati a logiche di edutainment, in grado rispondere alle esigenze di flessibilità intesa come tempi e luoghi della formazione. Abbiamo lavorato per integrare media e format diversi tra loro, in grado di creare un mix di esperienze interessanti e creative e risorse di studio orientate all’operatività e non al mero trasferimento nozionistico, oltre a strutturare i percorsi formativi in forma sequenziale o renderli disponibili come risorse di studio autonome, autoconsistenti, indipendentemente dal contenuto originario a cui appartengono».
I tre ambiti tematici
Tre i macro-ambiti di azione: la formazione relativa all’area normativa, quella rivolta alla consulenza finanziaria (con l’introduzione di due aree tematiche sollecitate dall’attualità, una relativa alle tematiche ESG, sempre più decisive in ambito finanziario, e una sulle nuove sfide della consulenza finanziaria a distanza), e un nuovo filone di proposte – supportato da tre suite di contenuti - che riguardano i cambiamenti organizzativi e culturali che stanno modificando l’approccio al lavoro, nella consapevolezza che, specifica Maisano, «il lavoro del futuro non sarà né lo smart working totale imposto dalla pandemia, né il “vecchio” lavoro in ufficio dell’epoca pre-Covid, ma sarà un ibrido che bisogna imparare a conoscere e a gestire al meglio, soprattutto per chi ha ruoli manageriali e di team management».
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