In che modo la tecnologia basata sull'intelligenza artificiale sta cambiando l'organizzazione del lavoro in banca e quali interrogativi solleva nel rappotto con i dipendenti? Ne parla Michele Faioli, Consigliere Esperto CNEL e Università Cattolica del Sacro Cuore, che Bancaforte ha incontrato a margine del FORUM HR promosso dall'ABI (guarda qui lo Speciale).
Per Faioli il framework a cui fare riferimento è l'accordo quadro sottoscritto dai sindacati e dalle organizzazioni datoriali europee nel giugno 2020 che si pone in maniera particolarmente avanzata in questa materia. Infatti non fissa solo principi generali e standard minimi, ma "tramite sistemi di informazione, consultazione, esame congiunto e perfino contrattatazione collettiva aziendale, spinge le parti a procedimentalizzare percorsi che permettono di individuare che cosa è utile per una singola unità produttiva e di rivedere ed eventualmente aggiornare ciò che è stato regolato mediante meccanismi di impact assessment". Un approccio importante perché l'intelligenza artificiale è in continua evoluzione, sottolinea Faioli, e il monitoraggio congiunto tra azienda e rappresentanze sindacali permette di attivare contrattazioni per risolvere i problemi che man mano si possono presentare, mitigando i rischi di tecnofobie tra i dipendenti.
Analizzando più in generale le sfide che nascono dalla crescente digitalizzazione delle imprese, Faioli individua quattro fronti principali: la necessità di modificare il modo in cui viene retribuito il lavoro, la più ampia flessibilità di tempo e di luogo, la formazione dei lavoratori da registrare su digital wallet e sistemi di classificazione del personale ormai superati.