Essere genitore permette di sviluppare empatia, ascolto, gestione dello stress; essere caregiver, invece, comunicazione, pazienza e leadership; lo sport allena alla collaborazione e alla determinazione; le passioni e gli hobby potenziano la creatività. Queste sono alcune delle competenze soft, spiega Chiara Bacilieri, Head of Research & Innovation di Lifeed, che si esercitano in ruoli svolti al di fuori dell’ambiente di lavoro, ma che proprio sul lavoro sono e saranno le più ricercate. “Il 70% delle competenze soft restano fuori dal mondo del lavoro, sviluppate in esperienze di vita personali che spesso sono considerate un freno alla produttività e alla carriera. Quindi non vanno aggiunte ma solo riconosciute e trasferite nell’ambito professionale”. Il Life Base Learning è il metodo di apprendimento proprietario di Lifeed che mira a far emergere queste capacità nascoste e ad attivarle nella sfera lavorativa. Questo approccio genera maggiore efficacia e performatività ma, continua Bacilieri, “la cosa più importante è che, quando le persone si sentono viste per tutto ciò che sono, si sentono più motivate e più vicine all’azienda. E questo genera anche inclusione sociale delle minoranze”. Tra i progetti svolti in questi anni per oltre 100 aziende e coinvolgendo circa 70.000 persone, Lifeed ne sta conducendo uno incentrato sull’empowerment femminile per un grande gruppo bancario italiano e uno rivolto ai giovani talenti per una primaria società di consulenza.