Il fenomeno dei deepfake, spinto dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa, sta raggiungendo livelli di realismo tali da risultare indistinguibili a occhio nudo. “Ci sono stati casi di cronaca documentati di persone che hanno tentato di partecipare a riunioni aziendali da remoto, fingendo di essere l'amministratore delegato o altri episodi di tentativi di spionaggio industriale tramite deepfake. La verità è che oggi è facilissimo e a basso costo crearne uno e noi lo vediamo accadere continuamente: è molto frequente anche in semplici colloqui di lavoro”, ha spiegato Tim Barber, VP Emea di Mitek, nella videointervista rilasciata a Bancaforte in occasione dell’EXPERIAN HUB 2025.
L’azienda, che ogni giorno aiuta clienti globali a riconoscere e contrastare questo tipo di minaccia, sottolinea che per individuare un deepfake serve un approccio radicalmente diverso: non si analizza l’immagine superficiale, ma i metadati e persino la grana della pixelazione. Il rischio è molto alto soprattutto nei contesti live: “È ormai tecnicamente possibile creare un deepfake in diretta anche durante una videocall e questo rappresenta una minaccia concreta per il mondo aziendale e finanziario”.
Mitek ha sviluppato una tecnologia di rilevamento dei deepfake in tempo reale, che attribuisce diversi livelli di rischio per verificare se una persona è davvero chi dichiara di essere. Le applicazioni possibili sono molteplici: dalle video-consulenze bancarie, all’autenticazione biometrica rafforzata nei servizi digitali, fino alla verifica continua dell’identità in scenari ad alto rischio. “Oggi - sottolinea Barber - non basta più verificare l’identità una volta sola: occorre poterla controllare in modo continuo, ogni volta che si presenta una nuova minaccia, per proteggere l’istituzione finanziaria e i suoi clienti”.
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